Le 24 medaglie agli europei dell’Italia: quante di queste a Parigi?

Si è conclusa da due giorni una cavalcata scintillante della nostra Nazionale con 24 medaglie agli Europei, risultato di 11 ori, 9 argenti e 4 bronzi.

Un bottino da record, sintomo di un’atletica mai così in salute e ricca di giovani in grado di assicurare, anche a lungo termine, emozioni e competitività a livello internazionale.

Adesso i fari si spostano sull’altro grande evento, quello principale del 2024, i Giochi Olimpici di Parigi, per l’atletica in programma a partire dal 1° di agosto.
Una volta placata l’euforia per i trionfi azzurri, occorre mettersi a lavorare per il cosiddetto secondo picco di forma che consentirà ai nostri campioni di andare a caccia di altre soddisfazioni.

Abbiamo preso una per una le 24 medaglie agli Europei dell’Italia e cercato di capire quali potranno essere confermate a Parigi. Il contesto olimpico è un’altra storia e torneranno i campioni degli altri Continenti, con Usa, Caraibi e Africa a farla da padrone.

Tortu, Patta, Jacobs e Melluzzo oro nella staffetta 4x100.


Secondo i nostri ragionamenti, l’atletica azzurra potrebbe tornare a casa con sette-otto medaglie. Sarebbero due-tre in più rispetto a Tokyo 2020, dove però concludemmo con l’anomalo bottino di 5 ori. E quasi il doppio rispetto ai quattro podi di Budapest 2023.

Nel computo abbiamo dovuto tenere conto di due grandi assenti all’Olimpico. Il primo è Massimo Stano, campione olimpico in carica della 20 km che sta recuperando dall’infortunio al piede rimediato ad Antalya e che a Parigi dovrebbe essere protagonista anche in staffetta mista. L’altro è Andy Diaz, il formidabile triplista che potrà indossare per la prima volta la maglia azzurra proprio ai Giochi.
Ma scendiamo nel dettaglio…

Più sì che no: Tamberi, la 4×100 e Fabbri sono una garanzia

Alla luce di quanto visto agli Europei di Roma, un paio di azzurri sulla carta ci fanno dormire sonni tranquilli. E’ il caso dello showman, condottiero (e portabandiera) Gianmarco Tamberi, numero uno incontrastato del salto in alto, ma anche di Leonardo Fabbri e della staffetta 4×100 uomini.

Fabbri è ormai un fenomeno del peso e viaggia a vele spiegate verso i 23 metri: solo Kovacs e Crouser gli sono al momento superiori.
La 4×100 ha schemi collaudati e uomini forti: agli Europei ha vinto in scioltezza, a Parigi la medaglia dovrà sudarsela ma siamo convinti che Stati Uniti a parte nessuno abbia un quartetto così ben rodato e assortito come il nostro.

Leonardo Fabbri testa la pedana dell'Olimpico.


Poi ci sono altri tre nomi da inserire tra i papabili. Il primo è quello di Lorenzo Simonelli. Il 13″05 con cui ha primeggiato nei 110 ostacoli è tempo di assoluto livello mondiale, secondo solo al dominatore della specialità Grant Holloway.

Il secondo è Antonella Palmisano, signora della marcia tornata a splendere nel circuito dei Marmi. Farà di tutto per difendere il titolo di Tokyo ma anche per vincere la nuova staffetta mista.
Infine Mattia Furlani: crescita spaventosa, entusiasmo, sfrontatezza e tanta tecnica nel suo salto in lungo. Il greco Tentoglou è ancora difficile da domare, ma per il podio può giocarsela con un paio di giamaicani, anche se probabilmente servirà salire a 8 metri e mezzo.

Più no che sì: Jacobs deve limare, gli altri puntano soprattutto alla finale

Adesso proponiamo la lista di quelli a cui il biglietto da visita di Roma potrebbe non bastare per salire sul podio a Parigi.
Cominciamo da Marcell Jacobs, il primo di quelli in bilico secondo le nostre previsioni e dunque il primo che potrebbe passare nel gruppo precedente se nel prossimo mese saprà limare qualche centesimo e scendere sotto i 10″.

I tempi corsi finora a Oslo e a Roma non basteranno né per confermarsi campione olimpico né per salire sul podio. A Jacobs, e ci mettiamo dentro anche l’argento Ali che può comunque sognare in grande, servirà ritrovare un tempo sui 9″90 e non sarà semplice.

Jacobs e Ali oro e argento a Roma.


Sempre restando nella velocità, i 200 metri sono off-limits per Filippo Tortu: troppi gli avversari, specie gli americani, capaci di veleggiare in scioltezza sui 19 secondi. Stesso discorso vale per i 100 femminili: Sha’Carri Richardson e l’esercito delle giamaicane rappresenta ancora una montagna troppo ripida da scalare per Zaynab Dosso.

Nel fondo e mezzofondo, le imprese di Nadia Battocletti (5.000 e 10.000), Yeman Crippa (mezza maratona, a Parigi farà la maratona) e Pietro Riva (sempre la mezza) non possono essere accostate alle qualità di keniani ed etiopi sulle gare di resistenza e l’obiettivo sarà ancora una volta quello di viaggiare su ottimi tempi e piazzamenti.

Anche nel mezzofondo veloce, i bronzi di Tecuceanu negli 800 e Arese nei 1500 difficilmente potranno essere traslati a cinque cerchi. Anche se va ricordato come il miglio sia una distanza prettamente europea e dunque quella che offre maggiori speranze quantomeno in chiave futura. Arese ha appena fatto il record italiano a 3’32, ma per un podio mondiale e olimpico bisogna almeno scendere di altri 3 secondi.

Nadia Battocletti doppietta 5000 e 10000 metri


Valentina Trapletti e Francesco Fortunato sono degli ottimi outsider per la marcia, sia nell’individuale e, perché no, se dovessero essere chiamati in causa per meriti acquisiti sul campo (ricordate Antalya?) nella staffetta mista.

Mancano invece ancora un paio di metri a Sara Fantini per poter sperare di lottare con canadesi e americane nel lancio del martello, mentre a livello planetario non crediamo che le 4×400 possano rivaleggiare con Stati Uniti, Giamaica, Gran Bretagna al completo, Belgio (uomini) e Olanda (donne).

Chiudiamo con Alessandro Sibilio e Larissa Iapichino. I 400 ostacoli sono terreno di conquista di Karsten Warholm, ma per battere gli altri (McMaster, Benjamin, Dos Santos) probabilmente sarà necessario scendere sotto i 47″, il che vorrebbe dire mezzo secondo di ulteriore progresso rispetto al record italiano firmato a Roma dal napoletano.

Larissa Iapichino argento nel salto in lungo

Larissa è ormai a un passo dai 7 metri, spartiacque fondamentale da valicare per entrare di diritto in zona medaglie al cospetto di campionesse del calibro di Spanovic, Davis e Mihambo.

Secondo la nostra analisi, lungi dall’essere categorica e definitiva – anzi, ci auguriamo di essere smentiti in positivo dagli azzurri – l’Italia potrebbe conquistare dunque sette-otto medaglie a Parigi 2024 nell’atletica rispetto alle 24 medaglie degli Europei: Fabbri (peso), Tamberi (alto), Stano, Palmisano e staffetta mista (marcia), 4×100 uomini, Andy Diaz (triplo).

In bilico, con buone chance, ci sono i baby Lorenzo Simonelli (110 ostacoli) e Mattia Furlani (lungo), ai quali potrebbe aggiungersi – in base a come si mette la gara – anche la Iapichino. L’incognita più grande è rappresentata da Marcell Jacobs (100).

foto Grana / Fidal

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