Le staffette 4×400 tra crescita e ampie scelte: l’analisi di Riccardo Pisani

La prima pagina spetta il più delle volte alle staffette veloci. La 4×100, indubbiamente, ha il suo fascino: circa 40 secondi (qualcosa meno gli uomini, qualcosa in più le donne) da vivere tutto d’un fiato. I cambi sono frenetici, i colpi di scena dietro l’angolo. Poi siamo campioni olimpici e vice campioni del mondo. E questo basta e avanza per tenere puntati i riflettori sugli sprinter azzurri. Eppure, alle Bahamas, teatro delle World Relays, anche le 4×400 non hanno per niente sfigurato. E meritano opportune riflessioni.

Sia la staffetta del miglio maschile che quella femminile hanno centrato la qualificazione olimpica al primo turno e senza esitazioni. La staffetta mista è stata invece rimandata all’esame delle graduatorie, ma le chance per fare l’en-plein col testimone in mano a Parigi 2024 ci sono tutte.
Dello stato dell’arte, alla luce di quanto visto a Nassau, abbiamo parlato con il responsabile delle staffette 4×400 della Nazionale, Riccardo Pisani.

Riccardo, cominciamo dalla 4×400 uomini (Luca Sito, Vladimir Aceti, Edoardo Scotti e Davide Re) prima in batteria in 3’01″68.
“I ragazzi si sono battuti bene, nonostante la defezione in extremis di Lorenzo Benati, operato di appendicite. Anche in finale, siamo stati nelle posizioni di testa fino all’ultima frazione, per poi perdere terreno di fronte ai più forti della specialità”.

La staffetta 4x400 azzurra qualificata per Parigi 2024.


In prima frazione ha debuttato Luca Sito.
“Luca è una sorpresa solo per chi non conosce il settore. Sapevo ciò che era in grado di fare e al Firenze Sprint Festival, che ci è servito per fare la selezione azzurra, ha dimostrato le sue qualità. Alle Bahamas aveva una grande responsabilità, da esordiente ho preferito collocarlo in prima frazione in modo tale che facesse un solo cambio, togliendosi dalla bagarre. Poi ci ha messo del suo: è stato velocissimo, cambiando alla pari con uno dei quattrocentisti più forti, il britannico Hudson-Smith”.

Benissimo anche le ragazze, vincitrici della batteria con Rebecca Borga, Ayomide Folorunso, Giancarla Trevisan e Alice Mangione che hanno coperto il miglio in 3’26″28.
“E non tutte erano al 100%. Prendete Ayo Folorunso: non è ancora al top, perché ha scelto di puntare forte sulle Olimpiadi e a Parigi manca ancora molto tempo”.

Le altre sono andate veramente forti.
“Rebecca ad esempio è arrivata alle Bahamas con l’entusiasmo di aver fatto pochi giorni prima il personale e di essersi ripresa il posto. Il vantaggio della 4×400 donne è che più o meno sono tutte dello stesso livello. Per certi versi, scegliere è molto semplice. Chiunque mandi in pista, hai la certezza di avere un certo ritorno in termini di prestazioni. Non ci sono quattro titolari contate. Ed è quello che serve”.

Rebecca Borga allo Sprint Festival di Firenze


Anche la condizione fisica media con cui tutti si sono presentati alle Bahamas è un dato da sottolineare.
“Atleti e tecnici hanno risposto alle mie richieste di inizio stagione e l’allineamento generale ha consentito di centrare l’obiettivo. Del resto, non c’erano altre chance. A Nassau ci giocavamo tutto”.

Unico neo il mancato pass diretto della staffetta mista.
“E qui entra in gioco la nostra strategia. Abbiamo preferito blindare subito le due 4×400 di genere perché sapevamo che la mista avrebbe avuto un’altra possibilità importante agli Europei di Roma. E a consentirlo sarà il programma gare, che prevede la staffetta mista al primo giorno di competizioni, il 7 giugno, e con una finale diretta. Questo vorrà dire poter contare su atleti molto freschi e schierare la miglior formazione possibile”.

Al momento, in ogni caso, saremmo comunque ai Giochi tramite ranking.
“Avremmo il 16° pass ma non c’è da fidarsi. Altre Nazioni che attualmente sono fuori organizzeranno di certo delle 4×400 e proveranno il tutto per tutto. Penso ad esempio al Botswana, che in campo maschile ha dei fenomeni”.

A Nassau, per il secondo tentativo, hai rimescolato le carte, buttando nella mischia Alice Mangione che era stata un funambolo nel finale della 4×400 donne la sera prima.
“Bisognava fare delle scelte in base all’unico cambio consentito dal regolamento. Ho pensato che con Alice avremmo potuto guadagnare due secondi e mezzo ma non è bastato. Spostare Bianciardi in prima non ha pagato, al contrario dell’avanzamento di Meli che ha corso un’ottima frazione. In ogni caso, si è fatta sentire la stanchezza del giorno precedente”.

La staffetta 4x400 qualificata alle Olimpiadi.


Agli Europei di Roma quante chance ha l’Italia di salire sul podio con le 4×400?
“Non è facile ma nemmeno impossibile. Non siamo distanti dal podio, anche se si dovranno fare i conti con Nazioni fortissime come Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Francia, Polonia, specie in campo femminile. E credo che le chance siano pressoché uguali sia con i ragazzi, che sono più alti nel ranking, che con le ragazze. E poi c’è un fattore da tenere in considerazione”.

Quale?
“L’europeo si disputa a Roma e il trasporto motivazionale è speciale. Se lo sapremo sfruttare, la medaglia potrebbe venir fuori, anche se io sono un tipo scaramantico. Non dimenticherò mai quanto riuscì a gasarsi la 4×00 uomini (Marin, Galvan, Rao, Licciardello) agli europei indoor di Torino 2009. Correre in casa è importante”.

Hai già idea dei quartetti da schierare?
“No, è troppo prematuro. Adesso i ragazzi gareggeranno di continuo, tra Savona, Sprint Festival e i meeting esteri. Solo ai primi di giugno il quadro della condizione fisica sarà più chiaro e si potranno abbozzare delle scelte”.

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