Al tramonto della stagione outdoor, si è rivisto anche Dario Dester. Il multiplista azzurro, portacolori dei Carabinieri, ha partecipato alla prima delle due giornate del meeting di Cairate, giusto per riassaporare il clima delle competizioni al termine di un lento recupero dagli infortuni.
“Avevamo in programma di sperimentare il rientro alle gare prima che si concludesse il 2023 in modo tale da raccogliere informazioni da utilizzare per la preparazione invernale”, conferma Pietro Frittoli, coach del primatista italiano di decathlon ed eptathlon.
Dester ha dovuto fare i conti con un distacco parziale dell’inserzione cartilaginea dell’adduttore lungo. Gli altri muscoli, nel frattempo, hanno lavorato male e sono nati altri problemi all’adduttore breve, compromettendo a un certo punto tutta la stagione all’aperto.
“Anche l’anno scorso Dario – continua Frittoli – aveva accusato qualche problema fisico, che tuttavia non gli aveva impedito di gareggiare e ben figurare (da ricordare il 6° posto con record italiano di 2.218 punti nel decathlon agli Europei di Monaco, ndr). Quest’anno invece, quanto accaduto agli Europei indoor nella seconda prova dell’eptathlon, quella del salto in lungo, si è rivelato alla distanza abbastanza invalidante. Speriamo di costruire qualcosa di importante per il 2024. Deve essere l’anno della sua rinascita”.
Dario, al pari di Sveva Gerevini, si allena a Cremona con Frittoli e va una volta a settimana (o due in inverno) a Modena per saltare al coperto nonché a Bologna nella struttura del Centro Sportivo Carabinieri per i pesi. Per la tecnica del giavellotto, si avvale anche della collaborazione di Antonio Fent.
Per il 23enne bresciano i prossimi saranno mesi decisivi, per dimostrare di aver superato definitivamente i guai fisici e riprendere l’eccezionale lavoro fatto nel 2022. Prestando la massima attenzione nella distribuzione dei carichi.
“Nel decathlon – spiega Frittoli, tecnico dell’Atletica Arvedi di Cremona – bisogna sempre stare molto attenti a organizzare le sedute di allenamento e ad associare le discipline in modo corretto, per non cumulare dei gesti non coerenti tra di loro, come ad esempio i due salti oppure il giavellotto e l’alto, e a non sollecitare troppo le strutture come nel caso dei lavori sulla resistenza per garantire il necessario recupero”.
Eppure, il decathlon odierno non consente di lasciare per strada in alcun modo una disciplina: “Il livello è altissimo su tutte le prove. Prendete i 1500, dove una volta vi si arrivava a giochi fatti e c’erano atleti che correvano addirittura in 4’50”. Ora non è più così e abbiamo visto molte gare dei 1500, o dei 1000 indoor, decise proprio sul filo di lana”.
Ma Dario che tipo di decatleta è?
“Pur venendo dal settore lanci, quello che ho sempre diretto, era fondamentalmente un saltatore. Nel lungo ha fatto vedere le sue doti sin da subito saltando con naturalezza. E anche nell’alto ben presto ha raggiunto una misura importante come i 2.07. Con lui abbiamo costruito successivamente il salto con l’asta e capitalizzato la formazione nel giavellotto per il resto dei lanci. Poi abbiamo aggiunto il lavoro su ostacoli, velocità e resistenza. Adesso è un atleta abbastanza equilibrato e a mio avviso ha ottime doti sulla resistenza veloce. Nei 400 metri potrebbe esprimersi a livelli notevoli e per questo motivo cercheremo di incrementare i progressi sul giro di pista”.
Domani Atleticamagazine.it pubblicherà la seconda parte della chiacchierata con coach Frittoli nella quale si parlerà di un altro gradito ritorno. Quello di Sveva Gerevini. Stay tuned!