Si è concluso sabato scorso, 4 novembre, presso l’Auditorium Testori nella sede della Regione Lombardia a Milano il corso “Formiamo i campioni di domani“, inserito nel più ampio Progetto Talento (iniziativa del Comitato Regionale FIDAL Lombardia con BCC Milano) che sostiene i giovani dell’atletica lombarda anche con borse di studio che verranno ufficialmente consegnate sabato 2 dicembre.
Nell’ultimo dei cinque appuntamenti del corso, che ha avuto l’intento di sviluppare negli Under 23 destinatari delle borse di studio delle competenze di Management Sportivo in preparazione alla carriera “assoluta”, protagonisti sono stati i due testimonial del Progetto Talento: Filippo Tortu. olimpionico della 4×100, e Federica Curiazzi, atleta della nazionale di marcia.
Tanti i temi affrontati dai due azzurri in coda alla lezione di Sergio Borra, CEO di Dale Canergie, con il coinvolgimento del pubblico dell’Auditorium composto in larga misura dai giovani atleti lombardi del futuro.
Filippo Tortu ha parlato con grande ambizione degli obiettivi del 2024. Il brianzolo vorrebbe vincere i 200 metri agli Europei, nonché ripetersi con la staffetta e regalarsi una finale olimpica individuale.
Tortu ha ribadito che non bisogna tirarsi indietro dinanzi alle ambizioni, a costo di risultare presuntuosi. E ha sottolineato l’importanza della sconfitta per trarre i principali insegnamenti: non avrebbe avuto quella cattiveria nella 4×100 a Tokyo se non avesse prima incamerato una profonda delusione nella gara dei 200 metri.
Federica Curiazzi ha invece rappresentato l’altra faccia della medaglia di questo Progetto Talento, ovvero di quegli atleti che pur non facendo parte di un Gruppo Militare, con passione e impegno, sono riusciti comunque a ritagliarsi uno spazio importante in Nazionale: la bergamasca concilia ad esempio l’atletica con l’insegnamento.
Del resto, lo sport significa anche perseguire “il proprio obiettivo personale, che può essere vincere o semplicemente qualificarsi per un evento”.
Significativo infine l’intervento di Salvino Tortu, papà e coach di Filippo, che ha ricordato alla giovane platea del Progetto Talento di non sentirsi appagati quando ci si sente al 100%, perché in realtà quella sensazione di aver dato tutto corrisponde soltanto al 40%. In ciascuno di noi, infatti, “esiste un 60% di sommerso che va allenato tutti i giorni per essere tirato fuori”.
Foto Michele Maraviglia