Iliass Aouani, il primatista italiano di maratona, ha corso domenica scorsa per la prima volta in carriera la maratona di New York, piazzandosi al settimo posto con il tempo di 2h10’54”.
Sui canali federali, Aouani aveva dichiarato in settimana di essere rimasto colpito dal clima che si respirava nella Grande Mela, di aver partecipato anche se non si trovasse in condizioni ottimali, di aver impostato una gara da cacciatore e di aver avvertito un certo rammarico per i crampi sopraggiunti nel finale.
Il portacolori delle Fiamme Azzurre è sbarcato nella capitale statunitense a poche settimane dal cambio di guida tecnica. Aouani è infatti passato da Massimo Magnani, che lo ha formato a Ferrara, al siciliano Giuseppe Giambrone, che fa base al Tuscany Camp di San Rocco a Pilli, in provincia di Siena.
A tracciare un bilancio della maratona di Aouani e di ciò che lo aspetta nei prossimi mesi, è proprio coach Giambrone: “La gara è andata bene – spiega – se consideriamo dal periodo difficile da cui proveniva, soprattutto riguardo al problema al tendine d’Achille”.
Peraltro Iliass è da poco arrivato al Tuscany Camp.
“Com’è comprensibile che sia, è ancora alle prese con l’ambientamento. Ha cambiato località, amici, tecnici. La nuova situazione necessita di un adattamento. E’ arrivato non completamente guarito dai fastidi al tendine. E la sua partecipazione alla maratona è stata in forse”.
Però in extremis ha deciso di partire per New York.
“C’eravamo dati un tempo, è stato seguito tutti i giorni dai fisioterapisti. E’ chiaro che non era in condizioni eccellenti, anche perché aveva saltato molti allenamenti. Di testa stava bene, quindi ci siamo detti di provare ad affrontare la gara anche per sbloccarsi, per ritrovare stimoli e convinzioni, per migliorare l’impostazione psicologica. Fare questa maratona è stata una sfida”.
Iliass ha dichiarato di aver seguito i consigli dello storico organizzatore David Monti con cui ha cenato la sera prima della gara.
“Sono gli stessi consigli che gli ho dato io ovviamente: di non forzare fino al 35° km e di provare a cambiare passo negli ultimi 7. Peccato che nel suo momento migliore, quando si trovava parzialmente in quinta piazza, sono arrivati i crampi ed è stato costretto a tirare un po’ i remi in barca, perdendo poi due posizioni”.
I crampi si spiegano proprio con l’avvicinamento non proprio perfetto a questa maratona?
“Faremo delle indagini e cercheremo di capire le motivazioni. Di certo, l’aver perso tanti allenamenti può essere una causa. Ma potrebbero affiorare altri motivi. Ricordiamoci che Iliass corre in maniera molto muscolare. E per questo motivo ha bisogno di essere supportato dalla forza”.
Adesso i suoi programmi cosa prevedono?
“In questi giorni ha preferito staccare un attimo ed è rimasto a New York dagli amici. Come ha detto lui, si valuterà la condizione per un’eventuale partecipazione agli Europei di cross a Bruxelles. Poi riprenderemo la preparazione a una delle maratone da disputare tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. In ballo c’è la qualificazione olimpica”.
Com’è nato il passaggio di Iliass da Magnani a Giambrone?
“E’ successo tutto all’improvviso per me. Ci siamo visti ai Mondiali di Riga e mi ha chiesto di venire al Tuscany Camp. Non sapevo che volesse lasciare Magnani. Lui era venuto a trovarci nello scorso gennaio proprio con il suo allenatore e dunque aveva avuto modo di conoscere le nostre strutture. Io credo che non sia stato un cambio squisitamente tecnico, ma legato alla logistica, agli impianti e alle risorse che può avere al Tuscany Camp anche in termini di assistenza terapica. C’è anche da dire che a Ferrara si allenava da solo, mentre a Siena può contare su un bel gruppo”.
Foto Fidal