Giovanna Epis alla Verona Run Marathon: bis tricolore e motore in azione verso il 2024

Domenica mattina la Verona Run Marathon numero 22, con start alle 8,15 dallo stadio Bentegodi a piazza Bra, nei pressi dell’Arena, assegnerà i Campionati italiani di maratona assoluti e master. Il personaggio di spicco ai nastri di partenza è Giovanna Epis, dodicesima agli ultimi mondiali di Budapest con un crono di 2h29’10” e alla ricerca del secondo titolo italiano della carriera dopo quello conquistato nel 2020.

Per la veneziana dei Carabinieri – che vive a Legnano e lavora con Giorgio Rondelli, Danilo Goffi, il preparatore atletico Stefano Pozzi, il massaggiatore Matteo Fumagalli e il trainer respiratorio Guglielmo Formichella, sarà un primo importante test in attesa degli impegni più probanti del 2024.

A Verona, Giovanna Epis non correrà di certo per strappare il record nazionale, dopo che nello scorso mese di aprile, ad Amburgo, ci andò vicinissima correndo i 42,195 km in 2h23’46”, a soli 2″ dal crono di Valeria Straneo, conquistando anche il minimo olimpico che non la costringerà a dannarsi l’anima nella prossima primavera.


“Verona sarà per me un appuntamento interlocutorio – spiega Giovanna Epis – Con il mio coach, Giorgio Rondelli, abbiamo deciso di farla con un’ottica di allenamento potenziato, per capire sempre di più la maratona e chiaramente perché c’è la possibilità di vincere un altro campionato italiano, che fa sempre piacere e dà prestigio al palmares”.

La condizione, a questo punto della stagione, non può essere quella dei giorni migliori.
“Dopo la maratona mondiale di Budapest sono stata venti giorni ferma, in vacanza. Non ho preparato questa maratona come le altre e c’è l’incognita legata al fatto di non aver svolto i lunghi. L’obiettivo è quello di correre in modo tranquillo i primi 30 km. E poi di provare a forzare gli ultimi 12″. Dal tratto finale dipenderà il tempo che riuscirò a fare. Ma sarà a febbraio-marzo che dovrò andar più forte”.

Che tipi di allenamenti hai fatto nelle ultime settimane?
“Ho ripreso ad allenarmi a metà settembre, focalizzandomi sulla forza in palestra e successivamente provando a diversificare gli allenamenti, accorciando i recuperi e correndo di conseguenza con ritmi meno intensivi. Abbiamo anche fatto degli importanti fartlek, non finalizzati al ritmo, ma su distanze anche da mezza. A pieno carico, in ogni caso, sono arrivata ai 180 km a settimana”.



Dopo Budapest, hai rivelato di lavorare con una mental coach e di aver superato molte paure.
“Dopo Tokyo ho capito di aver bisogno di una figura di riferimento che mi completasse. Ritengo che un atleta professionista debba stare a posto anche dal punto di vista mentale. Il lavoro con Maria Grazia Crippa è stato fondamentale e mi ha aiutato ad avere consapevolezza di me stessa, a conoscere delle parti di me che ignoravo e soprattutto a mantenere la lucidità durante le gare”.

Nel 2024, tra i tuoi obiettivi, possiamo inserire anche il nuovo primato italiano?
“Certo, ad Amburgo mi sono avvicinata così tanto che credo di poterlo fare e di correre anche un po’ più forte”.

Nel frattempo il mondo vola. Appena un mese e mezzo fa, ci ha pensato Assefa a stampare il nuovo record del mondo.
“Gli africani volano, è vero. Io in Kenya ci sono stata e li ho visti allenarsi. Al di là della genetica come dono di natura, raggiungono livelli di allenamento che in Europa non ci saranno mai. Ma è un fatto culturale e mentale. Loro non hanno la vita comoda come la nostra”.

Foto Colombo.


Qualche settimana fa, a proposito degli allenamenti massacranti di Kiptum, Danilo Goffi ci ha rivelato che anche con Rondelli, negli anni ’90, i chilometraggi per la maratona erano molto elevati. Anche con te è lo stesso?
“All’inizio della nostra collaborazione, i chilometri non erano tantissimi. Poi, dopo le 2h25′ di Valencia, siamo saliti a 180, e dopo il quinto posto agli Europei di Monaco 2022, siamo arrivati a toccare anche i 200 a settimana. La cosa più importante è trovare il connubio tra quantità e qualità. Su Strava vedo tanta gente che supera i 200, ma poi questi extra si pagano proprio in velocità. Con Giorgio in ogni caso c’è un continuo confronto di idee, anche sulle tabelle”.

Il tuo programma, dopo Verona, cosa prevede?
“Andrò ad allenarmi per un periodo al Tuscany Camp da Giuseppe Giambrone. Non vedo l’ora di vedere come lavora il suo gruppo e la struttura. L’ultimo dell’anno correrò sicuramente, non so ancora se alla BoClassic o all’estero. E a gennaio tornerò in Kenya”.

Nella maratona femminile, oltre a Giovanna Epis, su chi possiamo contare? E chi c’è all’orizzonte?
“Sofiia Yaremchuk sta andando fortissimo e già a Valencia vedremo se il record italiano rimarrà ancora quello della Straneo o se avrà una nuova proprietaria. In generale, mi aspetto molto dalle ragazze che stanno andando forte sulla mezza. A loro dico di non aver paura di passare alla maratona. Non è mai troppo presto per farlo, non si deve aspettare di essere trentenni. Ben venga, ad esempio, l’esordio di Bado. Speriamo che motivi anche le altre a buttarsi un po’ di più”.

Foto d’apertura PhotoToday
Foto interne Fidal

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