La medaglia di bronzo di Antonella Palmisano è la rinascita di una guerriera

“Sono tornata. E adesso intravedo la Torre Eiffel”. Antonella Palmisano ha appena conquistato la medaglia di bronzo nella 20 km di marcia, disputata sotto un sole cocente e in condizioni completamente differenti da quella degli uomini.

La pugliese allenata da Patrick Parcesepe sprizza gioia ed energia da tutti i pori: il podio di Budapest è molto più di un grande risultato. E’ la rinascita di una guerriera: moltissime, al posto suo, negli ultimi due anni cominciati con l’oro olimpico di Tokyo, avrebbero gettato la spugna. Lei, no. Le ha provate tutte. Ha imparato a gestire anche il dolore (che non è mai andato del tutto via), come ha ricordato al traguardo di Piazza degli Eroi (e lei eroina lo è), “merito del lavoro fatto con il mio mental coach”.

Anche Antonio La Torre ci tiene a sottolineare come Antonella “abbia pescato dentro la sua forza mentale” e come rappresenti “un pezzo di storia dello sport italiano”.

L’infortunio all’anca, il nervo sciatico interessato, allenamenti ridotti e sofferti, condizione da rincorrere, ricadute, ipotesi di ritiro, la spola tra Bologna e Latina per curarsi: tutto questo è quello che ha dovuto sopportare negli ultimi mesi la 31enne di Mottola, portacolori delle Fiamme Gialle.

Antonella Palmisano al traguardo.



Il momento più critico di Antonella Palmisano a marzo, quando i fastidi erano tornati in modo prepotente. Ad aprile le infiltrazioni di cortisone e la lenta risalita, con il buon debutto a Madrid, le prime certezze a Podebrady, con il secondo posto in Coppa Europa. Adesso un grande terzo posto ai mondiali, in una gara difficile, che non le ha risparmiato nemmeno una caduta, vinta dalla spagnola Perez davanti all’australiana Montag.

“Quello che conta è la testa – ha spiegato Antonella Palmisano – Ho imparato a vedere tutto il bello che c’è intorno a me, senza concentrarmi sui problemi. Ringrazio tutto il mio staff e il mio allenatore, che nei momenti di difficoltà, più che pensare all’atleta, si è dedicato alla persona”.

Il day 2 di Budapest è cominciato con un grande momento di sport. E con la seconda medaglia azzurra, dopo lo straordinario argento di Leo Fabbri nel peso.

Foto Grana / Fidal

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