Tra i sei atleti premiati dalla World Athletics per il 2023, non poteva non esserci Armand Duplantis, capace di vincere il titolo mondiale nel salto con l’asta e di aggiungere un altro centimetro ai suoi record del mondo con il 6.23 alle finali di Diamond League nell’Oregon.
In occasione della cerimonia di premiazione degli Awards tenutasi a Montecarlo, lo svedese è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Ecco i passaggi più significativi dell’intervista a firma di Andrea Buongiovanni.
Sui ripetuti primati del mondo
«Ho l’impressione che ogni volta che salto, la gente si aspetti un primato. Non può essere sempre così. E a lungo andare ci si potrebbe anche annoiare un po’. Io stesso ormai vivo un record quasi come un personale».
Sulla possibile sfida-evento sui 100 metri con Karsten Warholm e Shelly-Ann Fraser
“Sono pronto, basta trovare gli spazi nei reciproci calendari e purché sia una sfida seria, con partenze dai blocchi. Karsten non faccia lo sbruffone: gli renderei la vita difficile”.
Sul programma indoor
“Le gare sono definite: Astana, Uppsala e Clermont-Ferrand. Poi i Mondiali di Glasgow dell’1 al 3 marzo».
Su Parigi 2024
“La doppietta olimpica è l’obiettivo. Anche perché a Tokyo, a causa delle restrizioni Covid, l’esperienza è stata relativa. La positività di Sam Kendricks alla vigilia non ha aiutato. Finita la gara, non vedevo l’ora di tornare a casa. Stavolta voglio vivere l’atmosfera del Villaggio, avere amici e parenti in tribuna. Chi può battermi? I progressi del filippino Obiena sono evidenti e occhio a Lavillenie: i Giochi in casa lo gaseranno da morire. Sparerà lì l’ultima cartuccia della carriera”.
Sulle amicizie con Sha’Carri Richardson e Filippo Tortu.
“All’università di Louisiana State ho conosciuto Sha’Carri. Ci sosteniamo. Ed è bello incontrarsi alle gare con Filippo, mi piacerebbe venire in Italia più spesso e fermarmi qualche giorno a Milano”.