L’Italia debutta con la piazza d’onore nella prima gara di sempre della staffetta mista di marcia sulla distanza di maratona, il nuovo format di scena ai prossimi Giochi olimpici.
Alla Modugno Walk Race (a Modugno, Bari), Massimo Stano e Antonella Palmisano arrivano a soli 21 secondi dalla coppia cinese composta dalla primatista del mondo della 20 km, Yang Jiayu, e da Wang Kaihua, vincitrice dopo 2h59’09” di gara disputata con una temperatura di otto gradi e diverse raffiche di vento. Sul terzo gradino del podio gli altri azzurri Francesco Fortunato e Valentina Trapletti.
Nella prima frazione di 11,195 km, il campione olimpico Stano ha chiuso con 44 secondi di vantaggio su Gianluca Picchiottino e oltre un minuto sul rivale cinese. Nella seconda frazione di 10 km, Palmisano ha provato ad amministrare il vantaggio, subendo però la rimonta della Yang, che ha girato la boa con soli 10 secondi di distacco dalla testa.
Nella terza frazione, con nuovamente protagonisti gli uomini per 11 km, Stano è tornato a imprimere un ritmo importante, allungando il vantaggio su Wang a 27 secondi, mentre nella quarta e ultima frazione, la primatista del mondo Yang, che si allena a Castelporziano con Patrick Parcesepe, ha risucchiato il margine di ritardo e ha sorpassato Antonella Palmisano a 6 km dal traguardo.
Dopo Yang-Wang, Stano-Palmisano (ribattezzati per l’occasione PalmiStano) e Fortunato-Trapletti, giungono Stefano Chiesa e Nicole Colombi con un ritardo di 6’59”. Quinti Riccardo Orsoni e Federica Curiazzi a 7’50”, poi Andrea Cosi e Alexandrina Mihai a 7’59”, Gianluca Picchiottino e Sofia Fiorini a 10’28”, ottavi Michele Antonelli e Ma Li a 11’11”.
Questi i tempi delle frazioni per la coppia azzurra dei campioni olimpici:
1. Massimo Stano 45:00 (11,195 km)
2. Antonella Palmisano 45:06 (10 km)
3. Massimo Stano 44:25 (11 km)
4. Antonella Palmisano 44:59 (10 km)
Le dichiarazioni di Stano sui canali Fidal
“È una specialità strana, mi ci devo ancora abituare. Ma sono contento di come sia andata. Nella prima frazione ho praticamente passeggiato, sono andato via facilmente e rispetto ai test di dicembre di Castelporziano ho avuto sensazioni molto migliori. Nel periodo di recupero ero in un’area delimitata in cui potevamo marciare e camminare. Poi negli ultimi cinque chilometri della mia seconda frazione, quando potevo essere più libero di aumentare, ho avuto un po’ di fitte al diaframma e ho perso fluidità. Ma per essere gennaio è molto buono: probabilmente la prossima gara sarà la 20 km di Taicang il 3 marzo in Cina”.
“A proposito, i marciatori cinesi si allenano tutti nel mio gruppo a Ostia con Patrick Parcesepe quindi sapevo che stavano bene. Hanno vinto loro, ma soltanto per oggi… Dico che questa nuova gara è strana perché quando l’hai finita… non è ancora finita. Però ti mette anche quell’adrenalina in più. Gareggiare insieme ad Antonella è stato bellissimo e penso si sia visto anche dall’abbraccio che ci siamo scambiati alla fine”.
Le dichiarazioni di Palmisano sui canali Fidal
“Abbiamo molto caricato nel raduno in Spagna delle scorse settimane e i tempi di oggi sono migliori di quelli che avevamo pensato con coach Lorenzo Dessi: ci eravamo dati come riferimento due frazioni da 46 minuti e invece aver fatto 45:06 e 44:59 è un buon punto di partenza. La gara era importante soprattutto per raccogliere dati e per mettere in pratica il protocollo di mobilità passiva che avevamo preparato per il periodo di pausa tra le due frazioni: la sensazione della gamba alla ripartenza della frazione successiva è stata molto positiva”.
“Oggi contavo in Massimo, ha fatto un ottimo lavoro. È stato stupendo tornare a gareggiare dopo quindici anni nella mia Puglia, per la prima volta da atleta importante. Ora ripartiremo il 30 gennaio per Siviglia per altre due settimane di raduno all’estero: il 4 febbraio faremo una 10 km a Guadix. Al ritorno in Italia sarò agli Assoluti indoor di Ancona dopo cinque anni nei 3000”.
Come accaduto a Castelporziano, i marciatori azzurri, assistiti dall’equipe di valutazione della struttura tecnica federale e dall’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, hanno marciato con un dispositivo intorno alla coscia per misurare il quantitativo di ossigeno che il quadricipite femorale riesce a catturare: in sostanza quanta ‘benzina’ arriva al muscolo.