Doveva essere la stagione del rilancio ad alti livelli, per mettere a frutto il lavoro fatto negli ultimi due anni a Castelporziano, quartier generale delle sue Fiamme Gialle, dopo un 2022 che aveva rappresentato l’anno zero e una sorta di ritiro dall’agonismo. E invece il 2024 di Alessia Trost, pieno di sogni e di speranze, è praticamente finito.
La friulana, sabato scorso, si è infortunata al meeting di Nantes, tappa Bronze del World Indoor Tour, dov’era riuscita a saltare la non esaltante misura di 1,73. Poi il patatrac: la rincorsa avviata e, dopo appena due passi, quel brusco schiocco al tendine d’Achille del piede destro, che non è quello di stacco ma è lo stesso che si era lesionato nove anni fa.
I forti sospetti sulla gravità dell’incidente hanno avuto subito riscontro al rientro in Italia. Il tendine si è rotto. E Alessia Trost sarà operata domani a Roma dal prof. Attilio Rota.
“Lei è una che non lo dà troppo a vedere ma è chiaro che c’è grande delusione – spiega al telefono Emanuel Margesin, il tecnico di Alessia Trost, che a marzo compirà 31 anni – La riabilitazione sarà lunga, di almeno quattro o cinque mesi e la stagione all’aperto temo sia ormai compromessa”.
Alessia dirà addio alla possibilità di partecipare agli Europei di Roma e con ogni probabilità dovrà rinunciare anche alla terza Olimpiade dopo le esperienze di Rio e Tokyo. “I primi test indoor non erano andati benissimo – ammette Margesin – ma stava lavorando bene ed eravamo in parte riusciti a gestire i suoi tanti acciacchi in questi ultimi mesi in cui si stava preparando per tornare ad alti livelli. Io credo che al momento Alessia fosse sulla buona strada e poteva valere almeno un 1,88“.
L’augurio di una pronta e perfetta guarigione è doveroso. Come la speranza che Alessia riesca anche questa volta a rialzarsi, ribellarsi al destino avverso e ritrovare le motivazioni per regalarsi un ultimo scorcio di carriera degno del suo grande talento.
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