Lorenzo Dessi ha detto sì due volte ad Antonella Palmisano. Dopo il matrimonio, nell’autunno scorso ha accettato di prendere il posto dello storico tecnico della 32enne marciatrice di Mottola, Patrick Parcesepe, per accompagnarla nel viaggio verso i grandi obiettivi del 2024.
“Tra Coppa del Mondo, Europei e Olimpiadi, in meno di quattro mesi ci sono le gare che normalmente avrebbe disputato in tre anni” fa notare Dessi, tecnico delle Fiamme Gialle puntando l’accento sul serrato lavoro di queste settimane.
Antonella Palmisano, dopo i due anni complicatissimi a causa di un problema all’anca sinistra che in verità non verrà mai risolto al 100%, è tornata a sorridere ai Mondiali di Budapest, conquistando la medaglia di bronzo nella 20 km e dimostrando a se stessa, ma non solo, tutto quello che è capace di fare un’autentica guerriera mai arresa alle avversità di una carriera che tre anni fa la vedeva trionfatrice sull’Olimpo di Tokyo.
Nell’inverno che per lei ha comportato il cambio di guida tecnica, l’abbiamo vista ben disimpegnarsi a gennaio in quel di Modugno, in occasione della prima staffetta mista in coppia con Massimo Stano (compagno di una vita con cui inseguirà l’oro a Parigi) e poi a Guadix, nella 10 km vinta ed effettuata come test in mezzo agli stage che in Spagna le sono serviti per mettere fieno in cascina.
Lorenzo, come sono andate le settimane andaluse?
“Antonella ha svolto importanti blocchi di lavoro a Siviglia, in prossimità del centro di preparazione olimpica. Si sarebbe dovuta allenare insieme alla campionessa del mondo e amica nonché rivale Maria Perez, ma l’infortunio di quest’ultima non ci ha impedito di approfittare della sua ospitalità e di aggregarci al gruppo del suo tecnico, Jacinto Garzon. Con noi, c’erano anche Andrea Agrusti e Francesco Fortunato“.
Dopo la 10km di Guadix, Antonella aveva accennato a un piccolo fastidio all’anca sinistra che le ha creato tanti problemi negli ultimi due anni.
“Dopo l’operazione, il fastidio di tanto in tanto la accompagna, ma ha ormai imparato a conviverci e a gestirlo in maniera ottimale. La preparazione sta procedendo senza intoppi”.
Hai vissuto il calvario della campionessa olimpica da marito…
“Quando fai il lavoro che ti piace, come nel caso di Antonella, allora non puoi che vivere male gli infortuni e gli ostacoli che ti impediscono di essere atleta. Uno sportivo sa che deve accettare il pacchetto completo. Devi goderti le gioie ma anche essere pronto a reagire quando arrivano le difficoltà. Io ho supportato Antonella ma credo che sia stata lei ad avere grande forza interiore per venirne a capo. Non si diventa campionesse olimpiche per caso. Devi avere una marcia in più sia a livello mentale che agonistico, e spesso riesci a trovare da solo la soluzione”.
Per Antonella il 2024 è un anno particolare anche perché è il primo senza Parcesepe.
“Lei è cresciuta anno dopo anno e come ogni grande atleta, quando un rapporto dura così tanto tempo, le esigenze poi diventano differenti. O si trovano nuovi equilibri oppure è complicato andare avanti”.
Come hai vissuto la decisione di essere chiamato direttamente in causa come guida tecnica?
“Non l’avrei immaginato anche se credo che ci siamo ritrovati nel posto giusto al momento giusto”.
Questa è la tua prima esperienza con una fuoriclasse di questo spessore.
“Ho iniziato il percorso di allenatore nel 2017. Con l’attività giovanile, sono cresciuti tanti ragazzi che adesso si stanno affacciando alla marcia dei grandi. Adesso sono al fianco di una campionessa di altissimo livello ma credo di aver fatto la giusta esperienza per essere all’altezza. Con Antonella sono stato catapultato in un’altra realtà, su questo non ci piove”.
Come ti sei approcciato al nuovo incarico?
“Con grande entusiasmo e motivazioni. Allenare Antonella è stimolante. C’è voglia di scoprire tutte le potenzialità che è ancora in grado di tirar fuori nonostante abbia vinto tutto”.
Si avvicinano i grandi impegni della stagione. Cosa prevede il programma?
“Antonella disputerà la 20 km di Podebrady il 6 aprile, come gara di avvicinamento alla Coppa del mondo di Antalya. In Turchia ci sarà il passaggio fondamentale per qualificare la staffetta a Parigi 2024. Poi penseremo agli Europei di Roma”.
Il tuo gruppo di lavoro in Fiamme Gialle sta compiendo numerosi progressi, al di là di quello che è già stata in grado di fare Giulia Gabriele.
“L’ambiente ora è più competitivo e dopo la medaglia di Giulia Gabriele (argento agli europei juniores di Gerusalemme) si è innescato un meccanismo positivo, che in qualche modo ha trascinato verso l’alto il gruppo. Ai ragazzi è apparso chiaro che se c’è riuscita lei allora anche tutti gli altri possono farlo. I nomi non mancano, tra questi Vinicio Sonni, Sebastiano e Domiziano Righi”.
Foto di Budapest 2023 di Colombo / Fidal