Era finita nelle retrovie, rimanendo spaesata dinanzi al brusco (e non voluto) cambio di allenatore alla fine del 2021 e a varie vicissitudini che ne hanno compromesso le prestazioni nelle ultime due stagioni.
Al meeting di Savona è però riemersa, in un eccellente contesto gara che ha visto primeggiare Britany Anderson, Elisa Di Lazzaro, con un prepotente 100 ostacoli da 12″99 (standard per gli europei a un solo centesimo) che le ha fatto riassaporare vecchie sensazioni.
La portacolori dei Carabinieri, si è ormai stabilita in Spagna. Vive nella bellissima Malaga, insieme al compagno e ostacolista azzurro Hassane Fofana. Con una mossa coraggiosa e tanta forza di volontà, d’accordo con il suo gruppo militare, Elisa Di Lazzaro, dopo una stagione costellata da parecchi malanni fisici, ha deciso di fare da sola.
Basta coi cambi di guida tecnica che non hanno funzionato. Basta coi trasferimenti e nessun ritorno in Italia, almeno in un anno così importante come il 2024.
L’abbiamo raggiunta al telefono, per farci raccontare la sua rinascita e gli scenari che possono schiudersi davanti a lei con questa determinata ripartenza.
Savona primo passo verso la rinascita di Elisa Di Lazzaro
Elisa, sei nuovamente tornata sotto i 13 secondi anche se non ti manda in automatico agli europei.
“La gara di Savona ha avuto un sapore dolceamaro, anche se quel centesimo di troppo non mi ha per niente demotivato. E’ un modo per dare di più nelle prossime uscite e tirare giù qualosina”.
Anche perché la condizione è in crescita.
“Sento di avere nelle gambe un crono inferiore al 12”99 di mercoledì scorso. Non è stata una gara perfetta e ho sofferto la prima corsia, il fatto di non avere grandi punti di riferimento. C’è margine, sono consapevole di aver sbagliato qualcosa a livello tecnico. Ma è meglio così, magari se avessi corso in 12”98 ottenendo il minimo per gli Europei, mi sarei adagiata in questi ultimi giorni che devo invece sfruttare al massimo”.
Non sembri così distante dal 12”90 di tre anni fa, realizzato sempre a Savona.
“Venne fuori dopo una gara non perfetta e aver colpito un ostacolo. Non è impossibile fare il personale quest’anno, spero accada nelle occasioni che contano”.
Hai parlato di un paio di errori tecnici fatti alla Fontanassa. Ce li spieghi?
“L’attacco del primo ostacolo non è stato ottimale. Ho avuto un tempo di volo lungo, perché sono arrivata troppo sotto e la mia parabola è stata più verticale. Credo di aver perso tanto in quel momento”.
E gli altri?
“Tra il quinto e sesto ostacolo ho perso la concentrazione, poi al traguardo mi sono buttata troppo presto e sulla linea ero già dritta. Insomma, dettagli su cui lavorare”
Il minimo lo hai mancato per un centesimo ma sei comunque la più veloce in Italia in questo 2024. “Sono rimaste poche gare, domenica c’è Bruxelles e potrebbe essere un’idea, anche se non volevo arrivare così stretta alla deadline. Come ranking, sono l’ultima delle italiane. L’anno scorso non ho praticamente gareggiato. Davanti a me ci sono Carraro, Besana, Carmassi e Mosetti. Dopo Savona le cose sono cambiate, ho il miglior crono in stagione ma non voglio favoritismi. Il posto devo meritarlo”.
Tre anni complicati e il calo di stimoli
Dopo la partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo, le cose non sono andate più per il verso giusto. Raccontaci cosa è successo.
“Sono stati tre anni complicati, a cominciare dal ritorno in patria del mio allenatore, Santiago Antunez, a Cuba. Io e un paio di altri ostacolisti siamo rimasti senza allenatore. Nel 2022, si è aperta la possibilità di andare in Andalusia, da Alessandro Vigo. Ma non è stata un’esperienza positiva e i miei tempi, anche se di poco, erano sempre superiori ai 13””.
E il 2023?
“Io e Hassane ci siamo spostati a Malaga per farci seguire da Jani Ratia. Ma sono sopraggiunti diversi problemi fisici: prima al tendine d’Achille, poi alla schiena. Per finire con il quasi distacco dell’adduttore breve. Sono rientrata a pieno regime a stagione finita, tra settembre e ottobre, concludendo due anni da dimenticare. Non sono mai riuscita a sbloccarmi e migliorare”.
Insomma, un periodo da dimenticare.
“Nel 2023 ho toccato il fondo. Mi dava fastidio il solo pensiero di dover gareggiare. C’è stato un crollo di motivazioni”.
La vita a Malaga e il sostegno dei Carabinieri
Adesso tu e Hassane siete di fatto in autogestione.
“Abbiamo deciso di rimanere a Malaga e di allenarci da soli. Ci siamo ambientati qui e non aveva senso cambiare nuovamente logistica nell’anno olimpico. Io poi sono una che ci mette tanto tempo ad adattarsi alle nuove metodiche. Volevamo mantenere l’equilibrio creato negli ultimi due anni. Vi assicuro che è una bella sfida, soprattutto dal punto di vista mentale. Abbiamo tanta voglia di tornare a competere ad alto livello”.
Non vi segue proprio nessuno?
“In pista ci dà una mano, soprattutto dal punto di vista pratico, Juan Sarria. E poi per la programmazione della forza siamo collegati con Antonio Fent. A tal proposito, devo ringraziare il Comandante del Centro Sportivo dei Carabinieri, Ottaviano Iuliano, che mi ha permesso di fare questa scelta, dandomi fiducia”.
Non dev’essere facile allenarsi senza un allenatore vero e proprio. In fin dei conti, tra pochi giorni, il 5 giugno, compirai 26 anni.
“Sono ancora giovane ma ho sviluppato esperienza in questi anni. Anche l’esser passata da diverse scuole di allenamento mi ha fatto capire cosa può funzionare su di me e cosa no. Da quando ho ripreso a pieno regime, non ho avuto problemi legati alla preparazione. Sono molto attenta e voglio fare in modo che sia in prima persona l’artefice di eventuali successi o errori. Anche perché so di essere abbastanza fragile. Non mi andava di ricominciare daccapo con qualcuno che non conosco”.
Eppure in inverno, la mala suerte sembrava non volerti lasciare in pace.
“Il 27 dicembre, in allenamento, una caduta mi ha procurato una lussazione al coccige. Per due settimane non riuscivo nemmeno a salire le scale. Per un mese e mezzo non ho potuto fare i pesi, né squat nè stacchi. Sono andata avanti con piccole corsette, robe da bambini. L’ho vissuta come una maledizione, è stato un incidente proprio sfortunato”.
Da Ancona a… Los Angeles
Ma ti sei presentata comunque ai campionati italiani indoor.
“Non ho avuto modo di prepararli e non volevo gareggiare. Poi mi sono detta che un’atleta non sempre può essere al 100% e ci deve mettere comunque la faccia. Mi sono messa in gioco. Sono andata ad Ancona senza pretese. Senza aver fatto un solo allenamento con gli ostacoli. Solo per divertirmi. E ho preso una bella dose di energia con l’8”19 e il quinto posto assoluto”.
Se non dovessi andare agli europei, avresti comunque due mesi pieni per risalire il ranking o staccare il minimo, molto esigente, per Parigi.
“Sì, a prescindere da quello che succederà nei prossimi giorni, farò molte gare per migliorare la mia classifica e tornare alle Olimpiadi. Lo standard è molto impegnativo. Fare il 12”77 richiesto significherebbe avvicinarsi al record italiano e so quanto Luminosa Bogliolo abbia faticato per raggiungerlo”.
Però l’Olimpiade è un obiettivo che Elisa Di Lazzaro vede di nuovo concreto.
“Il mio sogno è sempre stato quello di prender parte a tre edizioni dei Giochi. Dopo Tokyo voglio fare il bis. Se andassi a Parigi a 26 anni, sarei ancora in tempo per completare l’opera a Los Angeles 2028”.