Le lacrime di Pietro Arese, il lampo di Marcell Jacobs. La rincorsa verso gli Europei di Roma è definitivamente cominciata. Con l’Italia che – risultati alla mano – si candida per un ruolo da protagonista. Il contingente extra-large (116 atleti) ufficializzato ieri pomeriggio poggia su basi solide.
E dopo Ostrava, dove avevamo ritrovato la verve di Alessandro Sibilio, è toccato a Oslo restituire altre due certezze in vista della massima rassegna continentale. Il record italiano di Pietro Arese era nell’aria. Il piemontese allenato da Silvano Danzi, già dallo scorso anno, stava venendo su con decisione. E aveva seminato più di un indizio – insieme al ritrovato Federico Riva – sulla possibilità di far cadere lo storico 3’32″78 di Gennaro Di Napoli, in carica dal 1990. Il nuovo limite nei 1500 metri è ora di 3’32″13, quasi un minuto in meno rispetto al PB detenuto fino a ieri sera dal portacolori delle Fiamme Gialle.
Il record di Pietro Arese, questione di tempo
Questione di tempo, dunque. L’occasione propizia si è presentata ieri, in una fresca serata norvegese, scaldata però dall’energia del beniamino di casa Jakob Ingebrigtsen: lui ha fatto il miglior tempo al mondo dell’anno (3’29″74), ma Pietro Arese non ha mai perso la scia del gruppo di testa, prima di scoppiare in lacrime per un primato che ormai sentiva di dover far suo.
La sesta tappa di Diamond League (domenica ultimo test pre-europeo a Stoccolma) ha invece riacceso la luce di Marcell Jacobs. Il 10″19 di Ostrava aveva fatto preoccupare tifosi e addetti ai lavori, ma in primis lui stesso. Jacobs però ci ha abituati alla sua capacità di resettare tutto anche dall’oggi al domani e ai Bislett Games, con al fianco avversari di spessore come Simbine, Eseme, Sani Brown, il campione olimpico è tornato su tempi incoraggianti, firmando lo stagionale di 10″03 con gli ultimi dieci metri ancora da rivedere. Arese e Jacobs. All’Olimpico anche loro regaleranno emozioni.
