Dite la verità: chi di voi aveva pronosticato, nel conteggio anticipato delle medaglie d’oro, Sara Fantini campionessa europea del martello? Beh, non credo in molti, anche se la parmigiana due anni fa, a Monaco di Baviera, aveva conquistato la medaglia di bronzo e doveva chiaramente essere inserita nel lotto delle pretendenti a un posto sul podio.
Semmai, Sara, è una garanzia di regolarità. Sempre nel 2022, ai mondiali di Eugene, aveva chiuso al quarto posto. Un anno fa, a Budapest, al sesto. Che sia ormai tra le migliori lanciatrici al mondo, insomma, non ci piove.
Non poniamo dubbi nemmeno di fronte alla capacità di scagliare nell’occasione che conta l’attrezzo a 74,18, misura che ieri le ha regalato il trionfo. L’avvicinamento alla competizione è stato un costante crescendo di buone sensazioni e misure e già il 1° maggio, a Modena, era arrivato un confortante 73,67. Meno pensabile, invece, spodestare dal trono Anita Wlodarczyk, primatista mondiale della specialità che proveniva da quattro titoli europei di fila.
Il titolo di Sara è arrivato proprio con uno splendido sorpasso operato al quarto turno ai danni della campionessa polacca (e della francese Loga, entrambe a un certo punto l’avevano sopravanzata). E qualcosa vorrà pur dire… Un successo che dimostra, oltre alle qualità tecniche della ragazza, energie nervose non indifferenti.
Sara Fantini nella storia dell’atletica italiana
Sara Fantini campionessa europea del martello significa ingresso nella storia dell’atletica italiana. E’ il primo titolo di un’azzurra nei lanci all’aperto ma la 26enne dei Carabinieri allenata da Marinella Vaccari è anche il primo martellista italiano uomo o donna capace di aggiudicarsi la medaglia d’oro in una rassegna internazionale.
Nello sfrenato party azzurro di questi Europei (siamo già a 17 medaglie) c’è dunque di nuovo posto per i lanci. Ma l’oro di Leo Fabbri nel peso era stato ampiamente annunciato.
Il settore, è risaputo, viaggia a una velocità ridotta rispetto alle altre discipline e all’indomani della Coppa Europa disputata a Leiria nel mese di marzo, avevamo abbozzato un’analisi insieme al responsabile della Nazionale, Nicola Vizzoni. Lanciare non è uguale a correre: ci vogliono gli attrezzi e le pedane ben fatte disponibili in pochi campi d’Italia. Ci sono meno praticanti. E servono tanti anni per arrivare al top e allungare le misure.
Ecco, Sara Fantini campionessa europea del martello può essere una scintilla per continuare a credere nel lavoro dei più giovani e sostenere pesisti, martellisti, discoboli e giavellottisti in erba.
Anna Musci, Sara Verteramo e Mirko Campagnolo nel peso, Emily Conte nel disco, Giovanni Frattini e Michele Fina nel giavellotto, la stessa Rachele Mori nel martello, due anni iridata under 20, vanno ora aspettati. Sono tutti nomi buoni per immaginare, tra un paio d’anni, altri lanci in grado di farci emozionare.
E il traguardo delle venti medaglie?
Se tutto va come deve andare, stasera l’Italia salirà a quota 19. A Gianmarco Tamberi non dovrebbe sfuggire un metallo (mettiamola così, senza fare gli arroganti) nella finale del salto in alto. Stesso discorso vale per Alessandro Sibilio nei 400 ostacoli. Almeno per quello che ci ha fatto vedere in semifinale: quasi una passeggiata gli ultimi 40-50 metri mentre il cronometro si fermava a 48″07.
Ci sono anche i triplisti Bocchi, Dallavalle e Ihemeje, ma è vero che la loro stagione, sin qui, è stata priva di acuti e puntarci delle fiches sarebbe un azzardo. Guardiamo con fiducia ad Ayomide Folorunso, finalmente brillante in semifinale, e ai 10.000 metri femminili, dove ritroveremo Nadia Battocletti, trionfatrice venerdì sera nei 5000 metri e a caccia di uno storico bis alla Antibo.
foto Grana / Fidal