La staffetta 4×100 uomini è una certezza anche in chiave Olimpiadi

Non poteva esserci congedo migliore per l’atletica azzurra che con un’altra dimostrazione di forza e compattezza della staffetta 4×100 uomini. Matteo Melluzzo, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu hanno vinto per distacco. Regalando l’undicesimo oro di una spedizione sontuosa e inimmaginabile per le proporzioni che ha assunto serata dopo serata.

Cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia. Così come le pedine di questa staffetta 4×100 plasmata dal prof. Di Mulo con la preziosa collaborazione di Giorgio Frinolli. Se a Budapest era stato Roberto Rigali a prendere il posto di Fausto Desalu, rendendo necessario il riordino di qualche frazione, all’Olimpico è toccato a Matteo Melluzzo rompere il ghiaccio e passare il testimone a un Jacobs finalmente in gran spolvero, senza dimenticare che in batteria aveva fatto la sua parte anche Lorenzo Simonelli in ultima frazione.

Il siracusano Matteo Melluzzo è solo l’ultima novità di un settore, quello della velocità, in pieno fermento. E non a caso, nella crescita del 21enne siracusano, c’è la mano di Filippo Di Mulo, che da un paio di mesi lo ha accolto nella sua Catania. Il cronometro non mente mai, con il siciliano capace di scendere quest’anno a 10″13 (anzi, diciamo pure 10″12 se non ci fosse stato l’inconveniente in semifinale che di fatto lo ha privato dell’ingresso in finale nei 100 metri) e di guadagnarsi un posto da titolare in questi Europei.

Il cambio tra Melluzzo e Jacobs.


Staffetta 4×100: verso Parigi otto potenziali titolari

La forza di questa 4×100, oltre ai meccanismi ormai collaudatissimi e a cambi che rasentano la perfezione e fanno la differenza rispetto alle altre Nazioni, comincia ad essere anche quella delle prestazioni individuali e dell’abbondanza.

Tenendo da parte le sicurezze Patta e Tortu (brillantissimo nei 200 soprattutto in semifinale) non va dimenticato che Marcell Jacobs (8″98 la sua frazione!) non sia lontano dalla migliore condizione e che in panchina c’erano Ali, Desalu e Simonelli.

Il primo, argento individuale, ha dimostrato di poter correre ormai i famosi 10 netti. Non è stato preso in considerazione solo perché nell’avvicinamento agli Europei – in accordo con lo staff federale – ha disertato i raduni della staffetta 4×100 per non distogliere l’attenzione su quel percorso che lo stava riportando (e lo ha riportato) nell’elite dello sprint europeo.

Il cambio tra Patta e Tortu.


Desalu, che è pur sempre il campione olimpico in carica, ha finalmente tolto molta ruggine alle recenti prestazioni nei 200. Ed è sulla strada giusta per poter tornare a recitare un ruolo da protagonista. E poi c’è Simonelli, in condizioni strepitose e se chiamato in causa capace di fornire un contributo di alto livello.

Avere una squadra di otto uomini potenzialmente titolari (non vogliamo dire nove perché la rinascita di Ceccarelli non sarà immediata) verso le Olimpiadi è molto confortante.
Sappiamo quanto, facendo i debiti scongiuri, gli infortuni e gli imprevisti siano sempre dietro l’angolo. Per informazioni rivolgersi alle ragazze della staffetta 4×100 femminile, condannate all’eliminazione soprattutto per lo stop di Dalia Kaddari in corso d’opera (e dunque irrimediabile).

Meglio perciò essere il più coperti possibile e alimentare la concorrenza, anche se il quartetto di base per le Olimpiadi potrebbe già essere quello di Roma, in grado di limare tanto a questo 37″82 per avvicinarsi ai crono che ci fecero diventare grandi a Tokyo e confermare a Budapest.

Arese, Iapichino e la 4×400: chiusura a 24 medaglie

Con l’oro della staffetta 4×100, l’Italia – sotto gli occhi di Mattarella e di una folta schiera di politici e ministri (l’allegra combriccola, per dirla alla Pietro Arese) che non potevano perdersi la ghiotta occasione di apparire interessatissimi all’atletica e guadagnare qualche secondo di ulteriore visibilità quando gli azzurri andavano in passerella dal presidente della Repubblica – ha chiuso al primo posto con il punteggio record di 24 medaglie: 11 ori, 9 argenti e 4 bronzi.

Larissa Iapichino argento nel salto in lungo


Dell’ultima serata vanno rimarcati i due argenti conquistati da una straordinaria e caparbia 4×400 uomini (Sito, Aceti, Meli, Scotti) e da Larissa Iapichino (medaglia acciuffata all’ultimo salto al termine di una serie mai così eccellente per continuità), e il bronzo in volata (per niente scontato) di Pietro Arese nei 1500 metri.

Per il prossimo europeo, l’appuntamento è per Birmingham 2026, nella tradizionale collocazione del mese di agosto. Noi ci prendiamo ancora qualche ora per festeggiare, ma da domani testa a Parigi.

foto Grana / Fidal

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