Per la prima volta nella storia, gli atleti partecipanti a un campionato europeo sono stati premiati in denaro dalla federazione continentale. Una svolta epocale per l’atletica, annunciata nello scorso autunno da European Athletics e poi ufficializzata nel dettaglio a poche settimane dal via di Roma 2024.
In palio c’erano ben 500.000 euro, ma non tutte le medaglie d’oro hanno portato a casa un bottino, anzi. Il montepremi a disposizione è infatti stato suddiviso in cinque identiche aree per la categoria femminile e in altrettante per quella maschile.
Il miglior performer per ciascuna area (in totale dieci atleti), stabilito in base alle scoring tables di World Athletics, ha intascato una cifra di 50.000 euro. Tra i vincitori, anche due azzurri: Nadia Battocletti, protagonista di una storica doppietta nel mezzofondo prolungato, e Leonardo Fabbri, medaglia d’oro nel lancio del peso.
Aree e vincitori della Gold Crown
Ma quali erano le cinque aree in questione? La prima riguardava la velocità e gli ostacoli. La seconda, mezzofondo veloce e prolungato compresi i 3000 siepi. La terza, i lanci. La quarta, i salti. E nella quinta e ultima area c’erano le prove multiple, la mezza maratona e la marcia.
Gli altri otto atleti che hanno beneficiato della cosiddetta Gold Crown sono Karsten Warholm, Femke Bol, Jakob Ingebrigtsen, Sandra Elkasevic, Mondo Duplantis, Malaika Mihambo, Johannes Erm e Nafi Thiam.
L’atletica premia anche a Parigi 2024 e LA 2028
La decisione di European Athletics ha in qualche modo anticipato quanto stava bollendo in pentola in campo mondiale. Perché a stretto giro di posta la federazione internazionale ha poi ufficializzato il premio in denaro (50 mila dollari) per le medaglie d’oro dei prossimi Giochi Olimpici di Parigi.
“Giusto che l’atletica ricompensi le sue star” ha detto rispondendo alle polemiche Sebastian Coe, il numero uno di World Athletics, aggiungendo poi che il premio verrà allargato anche ad argenti e bronzi a Los Angeles 2028.
Negli ultimi mesi, del resto, si è parlato a lungo – specie negli USA, dove risiede la più importante federazione locale, la USATF – di un’atletica troppo povera e poco reclamizzata e attrattiva per gli sponsor se paragonata ad altre discipline sportive.
A partire dalle dichiarazioni di Noah Lyles si è levato un movimento a favore del professionismo e la ricompensa messa sul piatto da EA e WA sembra sia il primo passo verso l’evoluzione di un’atletica che reclama visibilità e ha capito di poter incrementare i profitti solo coinvolgendo i grandi campioni. Ma appare anche come un tentativo di calmare le acque e accontentare chi fa lo spettacolo in pista.
La spinta dei privati e la novità Ultimate Championship
Anche perché le voci sui circuiti privati si fanno sempre più insistenti. A cominciare dalla Track League di Michael Johnson, che dovrebbe prender vita il prossimo anno con contratti faraonici per le star del circus.
Non è un caso che la stessa World Athletics abbia di recente annunciato l’Ultimate Championship, nuovo format da consumarsi in un unico weekend (si parte dall’11 al 13 settembre del 2026, poi cadenza biennale) che vedrà protagonisti solo i migliori atleti del mondo di ciascuna specialità .
A fare notizia è soprattutto il montepremi di questo nuovo evento globale: 10 milioni di dollari, con ciascun vincitore pronto a intascare 150.000 dollari, esattamente il triplo rispetto a quanto è possibile ottenere da questo 2024 con l’oro europeo o quello olimpico.
“Raggiungere un pubblico più ampio, in particolare i più giovani e più spettatori televisivi possibili” l’obiettivo del CEO di World Athletics, Jon Ridgeon. L’atletica, insomma, sta imboccando nuove strade, si dirige verso la spettacolarizzazione e si prepara a muovere un fiume di denaro nei prossimi anni.
foto d’apertura di Grana / Fidal