L’ascesa di Ilaria Accame: il volto nuovo del giro di pista modellato dall’ex azzurro Ezio Madonia

Intercettiamo Ilaria Accame a colazione, prossima al rientro in Italia. Il meeting di Poznan non è andato come sperava, perché ormai alle prestazioni di spessore ci ha preso gusto ed è giusto mantenere sempre alta l’asticella.

“Mi sentivo un po’ stanca, anche a causa del viaggio e del cibo, che qui non è il massimo – racconta Ilaria, portacolori dell’Atletica Libertas Livorno – Potevo fare meglio, ma è un tempo comunque da non buttare via”.

La 22enne savonese di Arnasco ha corso in 52″51, che è pur sempre il terzo crono in carriera. Ma a Nembro, era scesa fino a 51″91, un crono eccezionale (il decimo italiano all-time) che solo pochi mesi fa non avrebbe mai immaginato di poter correre così presto.

Un crono che la colloca di fatto tra le migliori quattrocentiste della squadra azzurra, a pochi giorni da un europeo di Roma in cui ha recitato in modo inatteso un ruolo da protagonista, correndo la prima frazione della finale in cui insieme a Polinari, Trevisan e Mangione ha stampato il nuovo record italiano (3’23″40).

“Sono andata a Roma da matricola – ricorda Ilaria Accame – e pensavo di fare solo la riserva. Invece mi hanno dato fiducia in batteria e poi anche in finale. Ho avvertito una grande responsabilità. Vedere gli altri da fuori è una cosa, esser lì in pista un’altra, specie per una debuttante”.

Ilaria Accame in staffetta.


Ilaria, a cosa attribuisci questo magic moment?
“Parte tutto dal 2023 e dal mio infortunio al piede (microfrattura al terzo, quarto e quinto metatarso, ndr) che non mi ha più consentito di studiare e abitare a Genova. Ho deciso di tornare a casa e al campo di Boissano, durante la riabilitazione, ho approfondito la conoscenza con Ezio Madonia (sprinter che nei primi anni Novanta fu un pilastro della 4×100, ndr). Lui mi ha aiutato a risolvere parecchi problemi che avevo avuto con la gestione tecnica precedente (a Genova l’allenava Fabrizio Massi). Abbiamo deciso di provare un percorso insieme e di salvare la stagione”.

Con Madonia in effetti è iniziata un’ascesa continua.
“Mi sono presentata ai Campionati italiani di Agropoli (ha vinto il titolo, ndr) e ho conquistato una maglia per gli europei di Espoo. Poi quest’anno abbiamo cominciato un bel lavoro e questi risultati sono in parte merito suo”.

Dove i principali progressi?
“Nella forza e nella parte aerobica. Ma per me è altrettanto importante il rapporto umano. Mi sprona e mi aiuta tanto, insieme ci divertiamo”.

Ti aspettavi di scendere sotto i 52″?
“Credevo di migliorarmi, perché è stato fatto un grande lavoro. Fare 51″91 è stata una sorpresa, devo ammetterlo. I tempi con la staffetta erano stati simili a Roma. Ma quella è una gara diversa”.

Eppure a fine marzo un piccolo incidente stava per vanificare tutto.
“Una lesione al bicipite femorale non mi ha permesso di andare allo Sprint Festival di Firenze e dunque di giocarmi un posto per le World Relays alle Bahamas. Peccato perché mi sentivo in forma e per un mesetto sono stata un po’ in crisi. Rialzarsi molto presto non era scontato, anche guadagnarsi un posto nella staffetta degli europei è stato un grande traguardo”.

Ilaria Accame agli Europei di Roma.


Infatti tutte le quattrocentiste azzurre stanno battagliando a colpi di primati personali. Vedi Mangione vicinissima alla soglia dei 50 secondi.
“Sapere che anche le altre ragazze corrono veloce è uno stimolo importantissimo. Non vogliamo esser da meno rispetto alle staffette della 4×100, ce lo siamo detti a Roma. E lo abbiamo dimostrato”.

Nella prima fase della carriera eri più focalizzata su 100 e 200.
“Quando ho cominciato mi allenavo molto poco in generale, magari qualcuno non credeva troppo nelle mie qualità. A Genova ho provato i 400 e da lì è iniziata la mia storia, anche se proverò nuovamente a incastrare qualche gara su queste due distanze. Sia per staccare ma anche perché ritengo di poter fare bene. Con Ezio abbiamo lavorato già tanto sulla velocità di base, resta da sistemare la partenza”.

Al momento, oltre all’atletica, riesci anche a portare avanti un impiego part-time.
“Lavoro per la EMG, che si occupa di fornire servizi grafici ai broadcaster per le partite di Serie A. Infatti durante l’inverno nel fine settimana devo riuscire a trovare spazio un po’ per tutto”.

Magari a fine anno per Ilaria Accame arriva anche una chiamata da un gruppo militare…
“Diventare atleta professionista mi permetterebbe di affrontare l’attività in maniera più tranquilla. E’ sicuramente un piccolo sogno, insieme a quello di far parte della 4×400 anche ai Giochi Olimpici di Parigi. Ci spero ma non ne farei un dramma. Mi ritengo già soddisfatta per aver superato in fretta l’infortunio e aver fatto la straordinaria esperienza degli Europei”.

foto europei Grana / Fidal

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