Fabbri, Tamberi, Iapichino. È gloriosa la serata conclusiva della Diamond League. Una cascata di diamanti per gli azzurri alle finali di Bruxelles, capaci di piazzare l’acuto pescando le ultime energie in coda a una stagione infinita.
A inaugurare un’altra notte magica per l’atletica italiana è stato Leonardo Fabbri. Il suo era il compito più difficile: battere Ryan Crouser, il numero uno della specialità, al quale si era avvicinato in stagione fino ad assaporare il gusto di finirgli davanti per la prima volta al meeting di Londra, salvo poi tornare a rispettare le gerarchie dall’Olimpiade in avanti.
La delusione di Parigi, per l’allievo di Paolo Dal Soglio è stata cocente. Ma la reazione del campione è stata esemplare. Leo si è ripresentato in pedana con tutte le certezze di una stagione da incorniciare. E ha estratto dal cilindro il numero migliore proprio all’ultimo giorno di lezione, con un 22,98 che vale ancora il record italiano che lui stesso aveva firmato a Savona dopo 37 anni all’alba di questo 2024. E che apre orizzonti straordinari per l’anno venturo.
Poi sono arrivati i salti di Gianmarco Tamberi. L’altro volto sgomento dei Giochi, tornato a sorridere con la striscia di vittorie in pedana di questo ultimo mese. Serviva a se stesso ribadire con forza di essere il numero uno incontrastato. Noi non abbiamo mai avuto il minimo dubbio al riguardo. Il 2,34 delle finali di Bruxelles, indice di una condizione brillante, è il miglior modo per lasciarsi alle spalle l’amaro in bocca e rilanciarsi verso nuovi traguardi.
Infine, ma solo in ordine cronologico della serata, Larissa Iapichino, il presente e il futuro di questa atletica che vola. Nel lungo è tra le più forti e le più costanti. Ieri un’altra serie da manuale con il salto vincente a 6,80 per un successo che premia le fatiche di un’annata in cui è sempre stata protagonista e che le ha giustamente imposto di tirare il fiato dopo le Olimpiadi.
Sui 32 titoli assegnati alle finali di Bruxelles, solo il Kenya, con sei titoli, ha raccolto un numero superiore di diamanti. Gli Stati Uniti, al netto delle assenze, hanno chiuso a quota tre come gli azzurri. Cosa chiedere di più?
I sedici titoli assegnati ieri alle finali di Bruxelles
Peso uomini: Leonardo Fabbri (22,98)
Lungo donne: Larissa Iapichino (6,80)
Alto uomini: Gianmarco Tamberi (2,34)
400 ostacoli donne: Femke Bol (52,45)
Asta donne: Nina Kennedy (4,88)
200 uomini: Kenneth Bednarek (19″67)
200 donne: Brittany Brown (22″20)
400 uomini: Alison Dos Santos (47″93)
Giavellotto uomini: Anderson Peters (87,87)
Giavellotto donne: Haruka Kitaguchi (66,13)
Triplo uomini: Pedro Pichardo (17,33)
100 hs: Jasmine Camacho-Quinn (12″38)
5000 donne: Beatrice Chebet
800 uomini: Emmanuel Wanyonyi
1500 donne: Faith Kipyegon
3000 siepi donne: Faith Cherotich (9’02″36)
Qui gli altri sedici titoli assegnati alle finali di Bruxelles
foto Gorczyńska / Diamond League