Sono partiti stamani alla volta del Sudafrica Leonardo Fabbri e il suo tecnico Paolo Dal Soglio. Destinazione Stellenbosch, nello stesso appartamento in affitto come accade per due cicli di preparazione all’anno. Laggiù ci sono le condizioni ideali: clima caldo e soprattutto secco, utilissimo per il recupero tra una sessione e l’altra di lavoro per atleti dal gesto esplosivo come i pesisti.
Nella bellissima località che accoglie ogni anno decine di pro’ europei per la preparazione invernale, il primatista italiano della specialità (22,98 a Bruxelles) ritroverà sul posto Zane Weir, compagno di avventure (di origini sudafricane) reduce da un’ annata molto difficile, a causa di una brutta distorsione alla caviglia rimediata nel mese di maggio che ha poi compromesso tutta la stagione.
Non si può dire lo stesso per Leo, che delusione olimpica a parte, ha disputato un 2024 strepitoso, fregiandosi del titolo europeo conquistato all’Olimpico di Roma, del primato italiano strappato ad Alessandro Andrei, del bronzo mondiale in sala e di una dozzina di meeting vinti, compresi quelli in Diamond League davanti a sua maestà Crouser.
“Il programma resta più o meno quello degli ultimi anni – ci ha spiegato coach Dal Soglio a poche ore dal volo per Stellenbosch – Lavoreremo al solito sui dettagli tecnici e faremo minori volumi di lanci, considerando che il mondiale all’aperto sarà a settembre. La grande differenza rispetto al 2024 sarà nel periodo primaverile. Quest’anno dopo i mondiali indoor di marzo ci sarà più tempo per il ricarico”.
Fabbri sarà chiamato a confermare la straordinaria continuità registrata da marzo, quando ha raccolto il bronzo indoor a Glasgow, a settembre. “E’ ormai un atleta maturo, ma i dettagli e le finiture richiedono tempo. Deve sistemare alcuni aspetti che condizionano i suoi lanci nulli, dettati dalla troppa esuberanza, a partire da come si muovono le spalle. La spinta iniziale troppo forte fa sì che la pedana in dirittura d’arrivo gli diventi stretta”.
Il toscano di Bagno a Ripoli è carico. La mancata medaglia ai Giochi di Parigi, dove si era presentato tirato a lucido, fa ormai parte del passato. “Si sentiva sicuro e ha forzato – ritorna sull’argomento Dal Soglio – ma sappiamo tutti come la gara si sia svolta in condizioni irregolari. Con quella pioggia battente, la pedana andava ripristinata, servivano solo pochi minuti. A Tokyo 2021 fermarono la gara del disco per sistemare la pedana e fecero pure ripetere il lancio a chi era stato penalizzato. Chi ha organizzato la gara doveva prestare più attenzione. Anche a Zurigo, in Diamond League, i ragazzi hanno lanciato sotto la pioggia ma nessuno è scivolato. Lo sport a volte è crudele, ma quell’esperienza ha insegnato tanto a Leo, pesista dal gesto molto veloce che ha avuto difficoltà ad adattarsi a quelle condizioni. A questo punto confidiamo in Los Angeles 2028: lì non piove quasi mai, ma non diciamolo troppo forte…”.
Sia Fabbri che Weir prima del k.o. nella passata stagione hanno gareggiato senza soluzione di continuità. Anche il prossimo anno rivedremo i due azzurri spesso e volentieri nelle pedane italiane e d’Europa, perché “ogni gara è un test che fa parte degli allenamenti e a meno di affrontare viaggi estenuanti, saremo sempre presenti. Anzi, le gare affrontate con un po’ di stanchezza servono a capire di più dove migliorare. Semmai dovremo programmare in modo intelligente le trasferte mondiali, sia in Cina che in Giappone”.
Il 2024, come si diceva, è stato un anno sciagurato per il campione europeo indoor, Zane Weir. L’italo-sudafricano è rimasto fermo per otto settimane dopo il promettente 21,93 di Modena ed è rientrato giusto per onor di firma agli europei di Roma, senza poi ritrovare le misure dell’anno precedente.
“Durante lo stop per la distorsione, Zane ha perso 3 kg, tutti nelle gambe. Per un pesista come lui, che praticamente lancia coi piedi tanto riesce a staccarsi da terra, è un dato determinante. Al quale si aggiunge il dolore alla caviglia che si è protratto fino a dopo le Olimpiadi. Zane prima dell’infortunio, in allenamento, stava meglio di Fabbri. Ma senza i piedi al top gli mancano in pratica due metri e a Parigi è stato bravissimo a fare i 21 metri con soli tre lanci”.
Dal Soglio ci spiega poi un’altra caratteristica tecnica che fa di Weir un pesista del tutto atipico. “Pesa 112 kg e ha una mano da junior. Le sue dita sono sottoposte a una grande pressione e per ogni svirgolata corre un rischio di fratturarsi superiore a quello dei suoi avversari. E’ per questo che ho chiesto alla federazione mondiale la possibilità di utilizzare un guanto di protezione, come quello dei martellisti. Ma non ne hanno voluto sapere. A mio avviso sarebbe una misura intelligente per evitare gli infortuni degli atleti. E’ un pezzo di cuoio che non dà alcun vantaggio e non aiuta a lanciare più lungo”.
Fabbri e Weir, insieme al sudafricano Kyle Bignaut che fa parte del team Dal Soglio, resteranno in Sudafrica per quattro settimane. Rientreranno in Italia il 18 dicembre, per le festività natalizie. Fabbri dovrebbe esordire a Ostrava il 4 febbraio, Weir potrebbe anticipare al 31 gennaio a Cottbus, in Germania. Entrambi faranno sia gli europei indoor di Apeldoorn che i mondiali di Nanchino. “Spero che a un anno di distanza da Glasgow, dove Zane fu quarto, potrò rivedere nuovamente una grande rassegna in cui vanno forte entrambi” conclude il tecnico di Schio.