Classe cristallina, abnegazione e capacità eccellente di programmare sono solo tre delle tante qualità che stanno permettendo a Nadia Battocletti di scalare l’olimpo del mezzofondo. Il suo 2024 è stato letteralmente trascinante e ha toccato almeno tre momenti di gloria assoluta: la doppietta europea di Roma a giugno, l’argento olimpico di Parigi ad agosto, il titolo continentale di cross di Antalya due settimane fa. Una grandissima Nadia, per tutte le stagioni…
Alle base della ricetta vincente della 25enne di Cavareno c’è di certo la guida tecnica di papà Giuliano, ma un altro personaggio molto importante dell’universo Nadia è incarnato da mamma Jawhara Saddougui, anche lei ex mezzofondista, che segue la figlia come un’ombra.
Jawhara, possiamo dire che Nadia ha una mamma per amica?
“Una mamma non deve essere amica ma di sicuro con Nadia ci capiamo e andiamo molto d’accordo. A me basta uno sguardo o sentire la sua voce al mattino al telefono per accorgermi se c’è qualche problema, se vuole raccontare o nascondere qualcosa. Ma in generale dovrebbe andare così tra mamma e figlia, no?”.
Nadia è reduce da un 2024 di successi. Se l’aspettava così ricco di medaglie pesanti?
“In base agli allenamenti, parlando con Giuliano, sapevo quanto valesse e che poteva essere protagonista. Lei è sempre cresciuta un passo alla volta, è chiaro che a ogni grande traguardo c’è sempre da parte mia tanta soddisfazione e un po’ di sorpresa”.
E come hai vissuto quest’annata?
“Ci sono state le gioie di queste vittorie, ma anche tanta preoccupazione. Soprattutto per i periodi di stress a cui Nadia è andata incontro, dovendo conciliare atletica e università. Anche prima degli europei di cross, lei ha voluto dare un esame, il giovedì, prima di partire per la Turchia. Pensate che voleva darsi una materia anche sotto le Olimpiadi, io l’ho pregata di spostarla un po’ più avanti. Nelle condizioni in cui è lei, non importa se ci mette un anno in più a laurearsi. E poi è in dirittura d’arrivo. Le mancano due esami, il prossimo lo farà il 20 gennaio”.
Nelle vene di Nadia scorre sangue da mezzofondista. Ma non solo da parte di papà Giuliano che la allena.
“Sono stata una discreta ottocentista da juniores, a livello Nazionale. Poi a 22 anni, mentre mi allenavo in Italia, sono rimasta incinta di Nadia e non sono più tornata alle competizioni. Ho fatto la mamma a tempo pieno, ma non ho rimpianti. La mia medaglia è lei, tutti i sacrifici sono stati ripagati”.
Ti capita di darle dei consigli sulle gare?
“Certo, anche prima dello start. Se non sono fisicamente presente, l’ultima chiamata la fa a me e in base a come la sta vivendo provo a darle qualche sicurezza in più sul lavoro che ha fatto”.
Qual è il pregio più grande di Nadia?
“Che va d’accordo con tutti. A volte preferisce fare un passo indietro per non rischiare di far male agli altri. E riesce a starti vicino quando ci sono le giornate no”.
E un difetto?
“Che si impegna troppo, se vogliamo considerarlo un difetto. Spesso le dico di staccare dallo studio, di mollare un po’ per godersi di più la vita”.
Come vivi le sue gare?
“Con molta agitazione. Spesso mi chiede commenti su come si è mossa in pista ma io fatico a ricordare gli ultimi giri, il mio cervello si blocca”.
Però l’Olimpiade la ricordi bene…
“A Parigi si è superata. Tutti celebriamo l’argento dei 10.000 metri, ma anche nei 5000 ha compiuto un’impresa. Stavamo già festeggiando il quarto posto, che resta un grandissimo risultato. Poi è subentrata una grande delusione quando le hanno dato e tolto dopo pochi minuti il bronzo”.
Nadia qualche volta ha paura di non farcela?
“La paura c’è sempre. Suo papà è bravissimo a rassicurarla allenamento dopo allenamento, io cerco di farla stare bene soprattutto con la testa. Lei ha bisogno delle parole giuste da entrambi, tutti insieme formiamo una squadra”.
Nadia come festeggia le vittorie? Le sue esultanze spesso sono molto contenute.
“Ama fare delle feste con gli amici e soprattutto in famiglia. Niente di speciale, ma è bello condividere il proprio percorso con le persone che ti stanno accanto tutti i giorni. Quest’anno si è goduta le medaglie in vacanza: prima con me in Marocco, dove ci sono i miei parenti, e poi con il fidanzato”.
A proposito, ma è vero che conosce l’arabo?
“Quando era piccola e andavamo sempre in Marocco d’estate, lei studiava la scrittura, poi l’ha coltivato un po’ meno. A livello orale, capisce tutto ma parla poco. Però mi ha detto che quando finirà l’università, si rimetterà a studiarlo. Non può che farmi piacere”.
E’ musulmana come te: osserva il ramadan?
“Sì, l’ha sempre fatto”.
Ma com’era da bambina?
“Super vivace, non stava mai ferma. Si è dedicata a tanti sport. Faceva anche tennis ed equitazione ma non tornava mai a casa stanca. Era difficile starle dietro, con lei ho tirato fuori il massimo delle energie che avevo”.
E l’atletica?
“Partecipava alle garette di paese qui in Val di Non. Ma più che la gara in sé, a lei piaceva il dopo, perché poi si facevano delle piccole festicciole e amava divertirsi con gli altri bambini. A casa, essendo figlia unica, non aveva con chi giocare o litigare. Stare fuori all’aria aperta e in compagnia la faceva sentire felice. Credo che sia andata avanti con l’atletica anche per questo”.
Quali saranno i prossimi obiettivi di Nadia? Nel 2025 dovrebbe dedicare più tempo ai 1500 e far tremare il fresco record italiano di Vissa, mentre più avanti potrebbe a tuo avviso tentare la via della maratona?
“Sui 1500 può fare tanto, ma alla programmazione ci pensa Giuliano. Per quanto riguarda la maratona, credo che sia il destino di tutti i mezzofondisti. Tra un paio di anni penso che possa essere nelle sue corde”.
In questo 2024 Nadia è diventata un personaggio più esposto dal punto di vista mediatico e la parola più appropriata che ci viene in mente quando si legge l’entusiasmo del pubblico verso di lei è ammirazione. Sei d’accordo?
“Sì, il 99% delle persone ama Nadia. Piace la sua gentilezza, il rispetto e la disponibilità verso gli altri, la sua semplicità. Non nega mai una foto o un autografo ai bambini”.
I successi e la conseguente esposizione mediatica ha comportato anche una mole di impegni non indifferente, a cominciare dalle diverse cerimonie in cui ha ricevuto riconoscimenti.
“L’ultimo periodo è stato impegnativo ma Nadia a tanti eventi dice di no. Il 2 gennaio il Comune di Cavareno ha organizzato una festa in suo onore. Nadia non ha avuto molto tempo e quindi abbiamo preferito posticiparla. Non è una che perderà il focus stando appresso alle serate. E’ una mezzofondista che ha bisogno di allenarsi tanto, anche perché corre a tutti i livelli, dal primo all’ultimo giorno dell’anno. E in più ha l’università”.
C’è un regalo speciale che le hai fatto dopo tutti questi successi?
“Un regalo particolare no, ma quasi quasi ora che mi ci hai fatto pensare (ride, ndr)… A lei piacciono le festicciole tra amici che facciamo a Cavareno ogni qualvolta torna a casa con un risultato importante. In quell’occasione le prepariamo una torta decorata con il record o la medaglia vinta”.
Ti ha mai parlato del dopo atletica? Dopotutto sta prendendo una Laurea in Ingegneria Edile-Architettura.
“Non so cosa farà da grande, io lavoro in un’azienda di prefabbricati e ogni tanto viene a dare un’occhiata. E’ ancora presto però mi ha detto di voler progettare di sana pianta la sua casa. Sono sicura che sarà in grado di farlo al meglio”.
Le foto di Nadia Battocletti sono di Grana / Fidal