Ogni volta che scatta dai blocchi, Elisa Valensin supera i suoi limiti. E’ successo anche domenica, al PalaCasali di Ancona, dove la portacolori del Cus Pro Patria Milano ha stabilito ai Campionati italiani juniores e promesse il nuovo record nazionale indoor dei 200 metri. Correndo prima in 23″70 la batteria e poi in 23″49 la finale che l’ha consacrata ancora come regina della velocità azzurra a livello giovanile.
Il record di Elisa Valensin fa il paio con quello ottenuto due settimane fa al Memorial Giovannini nei 400 metri (53″04). Ma dove arriverà questa ragazza che il 1° gennaio ha compiuto 18 anni e che nelle prossime settimane dovrebbe essere ufficializzata dalle Fiamme Oro?
A giudicare dai risultati, molto lontano. Ma è bene tenere i piedi saldi per terra. La strada è ancora lunga. Gli aspetti da migliorare, tantissimi. Perciò calma e sangue freddo. Anche per non lasciarsi travolgere dalla pressione. Lo ripete ormai da mesi Fausto Frigerio, il suo allenatore. “A ogni gara l’attendono tutti al varco. Lo speaker l’annuncia in pompa magna. E il pubblico si aspetta che faccia sempre un record. Ma non può accadere sempre e questo lei lo sa” ribadisce il tecnico, che sente sempre più la responsabilità di dover gestire e proteggere il talento.
Fausto, riviviamo il record di Elisa Valensin a distanza di 48 ore.
“E’ stata brava. Quella prestazione era nell’aria, ma io preferisco non sbilanciarmi mai e non ho nessuna voglia di metterle pressione. Domenica ha fatto tutto bene. Ha già un’ottima condizione. Il tempo viene fuori se riesce a correre senza tensioni”.
Scendiamo nel dettaglio della prestazione.
“Nei 400, nonostante il record, l’avevo vista un po’ rigida di schiena. Domenica è riuscita a correre in decontrazione, a esaltare l’elasticità. La sua tecnica sta migliorando sensibilmente. Ora usa di più i piedi, rimbalza meglio. E’ sulla strada giusta, ma il percorso è ancora lungo”.
Il primo record è arrivato già in batteria.
“L’ho vista sciolta e in spinta. Le ho detto di non spremersi troppo e di risparmiare dopo i primi 100 metri, per correre pochi rischi e pensare alla finale”.
Che a distanza di tre ore ha saputo domare, disintegrando il tempo fatto segnare poco prima.
“Dal turno è uscita con sensazioni positive. E’ venuta da me e mi ha chiesto: “E ora cosa faccio?” L’ho lasciata libera, come al solito. Le ho solo ricordato di non irrigidirsi e di divertirsi. Lei ha risposto di voler provare a correre ancora forte, nonostante la stanchezza della batteria. Che poi la vera sfida poteva essere solo con se stessa, dal momento che a differenza dello scorso anno, quando di fianco aveva Margherita Castellani, stavolta non aveva una rivale che potesse starle in scia”.
E ne ha combinata un’altra: 23″49.
“Senza le tossine della batteria del mattino, probabilmente il tempo sarebbe stato ancora inferiore di qualche decimo. Ma va benissimo così. Noi sappiamo dove arrivare, è nella nostra testa”.
Adesso la rivedremo ai tricolori Assoluti, tra due settimane.
“Farà i 400, dal momento che i 200 non sono contemplati a livello assoluto. La gara ancora una volta l’ha scelta lei. Ha grande voglia di migliorarsi ancora, anche se non abbiamo molto tempo per prepararla. Avrebbe potuto fare i 60 ostacoli. Ma l’unica gara corsa sulla distanza, a Bergamo a fine 2024, ci ha detto che ci sono tante cose da sistemare”.
Dopo gli Assoluti penserete direttamente alle outdoor?
“Dovrebbe fare un ultimo passaggio in sala a Lievin, dove correrà la staffetta 4×200 mista con la maglia azzurra, in occasione del triangolare internazionale under 20. Poi ci aspetta un enorme lavoro per la stagione all’aperto. Ma la ragazza è determinata in tutto quello che fa. Nello sport come nello studio. Ma ha sempre 18 anni e va gestita nel modo giusto”.
foto Grana / Fidal