Fabrizio Donato su Andy Diaz: “Non ha sbagliato una gara, vogliamo continuare a sognare”

La stagione di Andy Diaz si è chiusa con la vittoria per il secondo anno consecutivo del “diamante” della Diamond League.

Il triplista italo-cubano, allenato da Fabrizio Donato al Centro Sportivo Fiamme Gialle di Castelporziano e portacolori della Libertas Unicusano Livorno, si è portato a casa tre tappe del principale circuito internazionale della World Athletics: il Golden Gala di Firenze, la prova cinese di Xiamen e la finale di Eugene.


Si è trattato di una stagione intensa e ricca di emozioni per Andy Diaz, dentro e fuori le pedane: dalla cittadinanza italiana arrivata il 23 febbraio alla certezza di poter rappresentare i colori italiani a partire dal 3 agosto 2024, giusto in tempo per le Olimpiadi di Parigi.

Di conseguenza, si è fatta sentire la sua assenza ai mondiali di Budapest, mitigata però dal percorso di crescita che va avanti e dal record italiano arrivato proprio al Golden Gala con la misura di 17,75 e strappato al suo coach, che abbiamo sentito al telefono in coincidenza del rompete le righe di questo 2023.

Foto Epa.

Fabrizio, la stagione di Andy Diaz ha rispecchiato gli obiettivi che vi eravate prefissati?
“A grandi linee sì, e non era così scontato. Confermarsi è difficilissimo e i veri campioni sono quelli che riescono a rivincere”.

Il ragazzo ha concesso il bis in Diamond League ed è sempre stato super competitivo – se non vincente – ogni qualvolta ha saltato.
“Andy ha dato una prova di forza non indifferente e sono orgoglioso del suo percorso che va oltre l’aspetto sportivo, perché lui è un ragazzo dal grande valore umano. Poi i risultati ci stanno dando ragione. Quest’anno ha dato grande dimostrazione di consistenza. Non ha sbagliato una gara, saltando quasi sempre attorno o sopra i 17 metri e mezzo. Stiamo realizzando un sogno e vogliamo continuare a sognare”.

Andy ha bisogno di migliorare su qualche aspetto tecnico, soprattutto sulla rincorsa. Come sta andando?
“Partiamo dal presupposto che ogni cambiamento ha bisogno di tempo. Lui però ha un’intelligenza superiore alla media dal punto di vista motorio e sta assimilando in fretta i miei insegnamenti. Sappiamo che la sua tecnica di corsa, un po’ come quella degli altri cubani, non era funzionale alle sue grandi doti e abbiamo lavorato tanto sulla velocità di entrata. Sfruttare la ritmica di rincorsa consente di avere una velocità di stacco superiore e di andare molto più lontano. L’accelerazione degli ultimi 10 metri, in tal senso, diventa fondamentale per la propulsione. E una buona rincorsa consente anche di sviluppare maggiore ampiezza e di limitare l’andamento balzato tipico proprio della scuola cubana”.



Il record italiano a 17.75 è arrivato all’inizio di giugno. In piena estate ti aspettavi che potesse spingersi oltre?
“Probabilmente sì, ma siamo stati un po’ sfortunati a non trovare una gara dalle condizioni normali. Hanno inciso in parte i lunghi viaggi e le vicissitudini connesse, come l’arrivo a Eugene a sole 18 ore dalla gara, con il fuso orario da smaltire. E in parte la volontà di preservare l’atleta e di gestirne il talento. Andy ha avuto qualche fastidio a bicipite femorale e caviglia e così abbiamo dovuto lasciare qualcosa in termini di prestazioni. Ma va bene così, meglio che sia successo quest’anno, ci teniamo i margini per il 2024. Andy ha fatto quello che serviva, ha vinto anche quando ha saltato un po’ meno del previsto”.

Battere l’iridato Zango all’indomani dei mondiali di Budapest, dove Andy non ha potuto presenziare, deve essere stata una bella iniezione di fiducia.
“Quando batti campioni del calibro di Zango e in generale quelli che vincono i titoli, allora significa che stai lavorando nella giusta direzione. Noi in molte occasioni siamo stati i più bravi quest’anno”.

La consapevolezza di poter disputare le prossime Olimpiadi con l’Italia lo ha ulteriormente rasserenato?
“Andy è un ragazzo positivo e molto lucido quando ci sono degli obiettivi da raggiungere. Sa che saremmo arrivati anche a quel tipo di certezza, si è sempre fidato di me, mostrando assoluta serenità”.

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