La crescita di Erika Saraceni sotto la lente di Eugenio Paolino

Diciannove anni da compiere il prossimo 21 maggio e già un titolo italiano assoluto in tasca. Domenica scorsa, ad Ancona, Erika Saraceni ha soffiato la vittoria alla ben più esperta Ottavia Cestonaro con uno straordinario 13,71 che ha significato ben venti centimetri di personale ma anche la migliore prestazione italiana al coperto in campo under 20.

L’allieva di Aldo Maggi alla Bracco Atletica, bronzo agli ultimi mondiali under 20 di Lima e nel fine settimana faro della spedizione azzurra all’Incontro Internazionale per allievi e juniores a Metz (Francia), sta registrando progressi a vista d’occhio.

Il merito è anche del progetto costruito attorno alla milanese e partito la scorsa estate, quando è cominciata la proficua collaborazione tra Maggi ed Eugenio Paolino, navigato tecnico di settore che per 25 anni (fino al 2024) ha fatto parte dei quadri federali. Proprio a Paolino abbiamo chiesto conto della crescita esponenziale di Erika Saraceni, senza alcun dubbio la triplista azzurra del futuro.

Eugenio, la collaborazione con Erika e il suo allenatore Aldo Maggi parte da lontano.
“Conosco la ragazza sin da quando era allieva, essendo nello staff tecnico della nazionale giovanile. L’ho seguita agli Eyof e poi agli europei allievi e juniores. L’anno scorso, dopo il Challenge di Brescia, ho avuto modo di parlare con il suo allenatore Aldo Maggi, al quale mi lega un ottimo rapporto. Insieme abbiamo deciso che fosse conveniente per la ragazza intervenire sulla tecnica del salto, la parte in cui era ancora carente e faceva meno esercitazioni a Milano, dal momento che Aldo la segue più sulla parte di velocità e della preparazione in generale”.

Stramilano 2025

Come vi siete organizzati?
“Erika, compatibilmente con la scuola, viene a Imperia ogni due o tre settimane per il weekend. In periodi di vacanza, come accaduto a Natale o la scorsa estate prima dei mondiali in Perù, si ferma per una decina di giorni. Ma ci siamo visti anche a Formia, per il raduno giovanile di inizio anno. Non stiamo inventando niente. Stiamo semplicemente lavorando sulla tecnica del balzo e dell’appoggio dei piedi in funzione delle sue caratteristiche”.

Erika Saraceni ai tricolori di Rieti.


Entriamo nel dettaglio di questo progetto.
“Nei mesi dedicati alla preparazione invernale ci siamo concentrati sulla parte didattica ed esercitativa, in particolar modo sui balzi lunghi estensivi, sia alternati che successivi. Con l’avvicinarsi delle gare ci siamo dedicati ai balzi specifici: quintupli specifici, quadrupli, doppi hop, avendo però sempre presente più l’aspetto didattico che quello quantitativo. Erika è un’atleta sveglia e ricettiva, ma soprattutto molto giovane. Bisogna preservarla”.

Oltre ai balzi?
“Stiamo lavorando anche su ritmica e rincorsa. Lei ha un modo di lanciarsi molto spinto. La sua velocità d’ingresso è elevata. Il suo deve essere un salto controllato e ben distribuito nelle varie fasi. Le percentuali viste agli Assoluti di Ancona dicono però che abbiamo già raggiunto buoni risultati”.

Qual è al momento la sua distribuzione?
“Di media sta sul 36% nell’hop, sul 28-29% nello step e sul 35-36% nel jump”.

Erika Saraceni festeggia il bronzo a Lima.


Sulla rincorsa cosa ci puoi dire?
“Al momento salta con 16 appoggi da ferma. Pensiamo in estate di introdurre i 18 passi, sempre con partenza da ferma. Le da più sicurezza sulla ritmica”.

Un paio di mesi fa, Erika ci parlò della sua tendenza a tenere il busto troppo in avanti e a sbilanciarsi in fase di atterraggio. E’ ancora così?
“Questa tendenza nella fase finale dello stacco è ancora presente e più volte le ho ricordato di stare più dritta. Ma nelle ultime analisi, oltre a notare dei miglioramenti, ho capito che questa tendenza non la disturba poi così tanto. Anche un fenomeno come Edwards, e non vorrei in alcun modo fare paragoni, teneva la spalla molto avanti…”.

Però ci avete lavorato.
“Oltre a lavorare sulle spalle, Erika sta cercando di portare più velocemente l’arto che va a terra per anticipare la discesa e non aspettarla, in modo da liberare la parte superiore”.

Sono tutti questi accorgimenti ad aver prodotto i venti centimetri di personale ad Ancona?
“Erika comincia ad essere più padrona del gesto. La consapevolezza ti porta a saper gestire tutte le situazioni, ad averne il controllo”.


La misura boom è arrivata all’ultimo salto. Come spesso le accade…
“Ci avrei scommesso. E’ difficile che sbagli per foga. Ha una determinazione fuori dal comune perché è una grandissima agonista. E le piace vincere. Sa quello che vuole. Il suo “O la va o la spacca” è molto controllato”.

Il 13,71 era la misura che ti aspettavi per gli Assoluti?
“Credo che sia una misura che la rappresenti. Come obiettivo avevamo quello di superare il precedente record indoor della Zanon e ci siamo riusciti. Adesso sarà interessante vedere la gara di Metz. Ci arriva carica ma allo stesso tempo serena”.

Anche perché è tramontata l’ipotesi Apeldoorn.
“Ha rischiato davvero di imbarcarsi per l’Olanda. C’era posto per le prime 18 del ranking e lei è 19esima. Se fosse andata, sono sicuro che avrebbe avuto la sfacciataggine giusta per una gara di quel livello. Ma non c’è nessun dramma da fare. La sua deve essere una crescita graduale. Meglio rispettare tutte le tappe e andare per gradi”.

L’obiettivo stagionale rimangono gli europei under 20 di Tampere, ad agosto.
“Entro i primi di luglio avrà chiuso il capitolo esami di maturità. Avremo tutto il tempo per prepararli. Al momento, nella categoria, è prima in Europa e seconda al mondo. Sarà indubbiamente tra le favorite”.

foto Grana / Fidal

Potrebbe interessarti anche...

Gli articoli di questo autore

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *