Il primo titolo italiano, Haiti, il canto e Andy Diaz: Annebel Castiglioni nuova promessa del triplo

Della folta lista di talenti emergenti dei salti in estensione fa parte ufficialmente da quest’inverno Annebel Castiglioni. La 17enne dell’Atletica Riccardi, ottima tecnica di base e struttura fisica decisamente importante, si è laureata campionessa d’Italia allieve indoor nel salto triplo ad Ancona, andando poi a rappresentare l’Italia nel Match Internazionale Under 18 a Metz.

Il primo successo tricolore, Annebel, se l’è messo in tasca in maniera insolita. Festeggiando solo qualche ora dopo la fine della gara, a seguito della squalifica di Irosayike Ikuenobe, atleta piemontese che le era stata davanti in pedana (per soli due centimetri) dopo però aver utilizzato delle scarpe irregolari.

Annebel Castiglioni, origini haitiane, arrivata a Milano all’età di un anno e mezzo grazie all’adozione da parte di papà Luca e mamma Ilaria, frequenta il terzo anno del Liceo delle Scienze Umane del Collegio Freud. In questo 2025 ha spiccato il volo. Superando prima il limite dei 12 metri e poi facendo un progresso di 45 centimetri con l’atterraggio a 12,48. Solo un assaggio di quello che potrebbe combinare d’ora in avanti.

Annebel, cosa si prova a vincere il titolo italiano dopo la squalifica di un’avversaria?
“Ritrovarsi campionessa d’Italia è stata sicuramente una bellissima sorpresa. Sono scesa in pedana con l’intenzione di migliorarmi e ho provato in tutti i modi a scalare la classifica. Quando è arrivato il personale, ho capito di potermela giocare fino in fondo. Mi fa piacere poi essere la prima ragazza italiana ad aver vinto un tricolore per l’Atletica Riccardi”.


Dopo Ancona è arrivata anche la prima maglia azzurra indossata a Metz.
“Un’esperienza inaspettata, prima degli italiani non sapevo nemmeno che a ridosso ci sarebbe stata l’occasione del triangolare internazionale. La trasferta con la Nazionale mi ha insegnato tanto. Mi ha aiutato a gestire molti aspetti, tra i quali fare i conti con l’emozione, confrontarmi con gli altri tecnici e adattarmi a una nuova pedana con più pazienza”.

Il 2025 è cominciato per te con il cambio di allenatore.
“Sono passata da Alessandro Bonacchi a Michael Palacio. Ho cambiato il modo di allenarmi, ora è più adatto alla mia struttura fisica. Lavoriamo insieme solo da poche settimane, ci siamo concentrati sulla coordinazione e la dinamicità delle braccia oltre a cercare un appoggio più reattivo”.

Pensi di valere più di 12,48?
“Credo di sì, nelle gambe sento di avere margine. Per questo non vedo l’ora di iniziare a gareggiare outdoor”.

Essere una triplista oggi significa avere davanti ragazzi promettenti come Saraceni e Crotti più tutti gli altri talenti protagonisti nel lungo.
“Avere tanti ragazzi poco più grandi di me così forti stimola a far bene. Il mio obiettivo è quello di diventare sempre più forte, ma step by step”.

Sei più tornata ad Haiti?
“Nel 2018, prima dell’era Covid. Attraverso l’associazione di volontariato Francesca Rava. Era un viaggio che volevo fare da tanto tempo. Mi ha consentito di scoprire le origini e di sentirmi a casa. Un’esperienza formativa, che mi ha aiutato dal punto di vista della personalità e a cambiare testa. Prima ero più fragile. E anche più timida”.


E l’atletica?
“All’inizio la odiavo. La trovavo faticosa, da piccola ero molto pigra. Poi le cose sono cambiate. Ho capito che sudare mi piaceva”.

Come sei arrivata al salto triplo?
“Ho cominciato con gli sprint. Ho avuto problemi alle ginocchia, mi avevano sconsigliato di proseguire con questo sport. Ma quando tutto si è risolto, il mio ex tecnico Bonacchi mi ha aperto la strada del triplo, era convinto che potessi farlo. Ha sempre creduto in me, tanto che mi ha portata subito agli italiani Cadetti”.

Cosa prevede ora il tuo programma?
“Farò le prime tre prove dei Cds a livello provinciale. Nella prima fase, l’obiettivo è quello di disputare il Brixia Next Gen con la Rappresentativa regionale. Più avanti mi piacerebbe far parte della spedizione per gli Eyof”.

Hai un modello di riferimento?
“Ho scoperto l’amore per l’atletica con Bolt. Una saltatrice è pur sempre una velocista. Adesso adoro Andy Diaz. Ho sentito parlare della sua storia”.

Coltivi qualche hobby?
“Il canto è la mia grande passione. Alle medie ho frequentato l’indirizzo musicale e ho anche suonato il piano. La mia cantante preferita è Aretha Franklin”.

Annebel Castiglioni cosa sogna?
“Di diventare un’atleta di altissimo livello. Non ho mai avuto in testa un piano B oltre all’atletica. So che comunque sarà importante continuare a studiare. E per restare nell’ambito, vorrei diventare una psicologa dello sport”.

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