La quattro giorni degli europei indoor di Apeldoorn è andata in soffitta con il secondo posto dell’Italia nel medagliere. Piazzamento reso possibile grazie al colpo di coda di Zaynab Dosso, che con lo splendido successo nei 60 piani ha fatto salire gli ori della spedizione azzurra a tre.
Il bottino recita un totale di 6 medaglie (3 ori appunto, poi 1 argento e tre bronzi) come a Istanbul ma con una medaglia d’oro in più. Solo i padroni di casa dell’Olanda hanno fatto meglio, con sette primi posti e nove medaglie complessive, mentre Francia e Gran Bretagna hanno portato a casa, rispettivamente, otto e sette posti sul podio ma con meno ori.
Il bilancio di Apeldoorn non può che essere positivo, al netto di un paio di fisiologiche controprestazioni e di tante assenze. L’Italia c’è e ci farà divertire anche quest’anno, senza per forza dover sempre protendere lo sguardo troppo in avanti. I talenti per il nuovo quadriennio olimpico e quelli per Brisbane 2032 vanno coccolati e sostenuti, ma nel frattempo ci sono gli altri e possono dare tanto. Non va dimenticato.
Zaynab Dosso stratosferica
I 60 piani di Zaynab Dosso resteranno come un momento indelebile nella storia dell’atletica italiana. La portacolori delle Fiamme Azzurre ha realizzato in un colpo solo la migliore prestazione mondiale del 2025 e di un centesimo il record italiano che le apparteneva dallo scorso inverno. Ma è anche la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro nello sprint.
C’è riuscita grazie allo splendido lavoro fatto negli ultimi anni al Paolo Rosi con Giorgio Frinolli. Una crescita costante per arrivare a duellare con le migliori velociste d’Europa e del mondo. La 25enne di Rubiera, origini ivoriane, ha saputo peraltro ripartire da una fine di 2024 molto complicato.
Gli impegni della stagione scorsa, nella quale aveva centrato due bronzi di assoluto livello (quello iridato in sala a Glasgow e poi quello dell’europeo outdoor a Roma), avevano lasciato un notevole stress psico-fisico, che ha reso necessario un lungo periodo di riposo dopo le Olimpiadi e delle riflessioni sulla programmazione.
Il suo oro è quello che forse luccica di più. Lo scriviamo tenendo conto della concorrenza. Basti scorrere l’ordine d’arrivo della finale: dietro di lei, la svizzera Kambundji, la lussemburghese Van der Weken, la polacca Swoboda, addirittura a bocca asciutta. Ad Apeldoorn, “Za” ci arrivava sicuramente per giocarsi qualcosa di importante. Salire sul podio non era affatto scontato.
Nient’altro dalla pista
La vittoria di Zaynab Dosso ha contribuito a risollevare il morale di ragazzi e ragazze in pista. Nient’altro è infatti arrivato dalle corsie di Apeldoorn, dove a pesare erano anche diverse assenze.
In campo maschile, Luca Sito, in ritardo di condizione, è uscito in batteria. Samuele Ceccarelli, come ci aveva spiegato anche il suo tecnico Maurizio Checcucci alla vigilia, non ha ancora ritrovato la verve di due anni fa. Niente da fare anche per Lollo Simonelli, che è arrivato in Olanda senza gare sulle gambe e piuttosto imballato, complice un intoppo muscolare non di poco conto.
Bruciano nel bilancio europeo i quarti posti degli ottocentisti Catalin Tecuceanu ed Eloisa Coiro, mentre i vari Riva, Cavalli e Zenoni, per vari motivi, non sono stati in grado di lottare ad armi pari con gli avversari. Difficile pretendere di più da Giada Carmassi, scesa per la prima volta sotto gli 8″ nei 60 ostacoli, tempo comunque non sufficiente a disputare una finale popolata da grandi nomi, da Alice Mangione, che la finale l’ha disputata, coronando un ottimo inverno rappresentato dal nuovo primato italiano dei 400, o da Sveva Gerevini, in corsa per un piazzamento di rilievo nel pentathlon prima di un guaio fisico piombatole addosso durante il salto in alto.
Salti super, ma il peso…
Sui salti ci siamo già espressi nei giorni scorsi, celebrando prima l’argento di Furlani (con l’amaro in bocca) e poi le gesta di Diaz, Iapichino, Dallavalle e Sioli. Il comparto è florido e spumeggiante: anche a Nanchino ci sarà da divertirsi.

A tradire le aspettative in quel di Apeldoorn è stato invece il getto del peso. Tirava da tempo aria di festa per la possibile doppietta Fabbri-Weir e invece il primo è finito fuori (in lacrime) durante le qualificazioni, il secondo, che difendeva il titolo conquistato due anni fa, si è dovuto accontentare di un magro ottavo posto. Meglio di lui Nick Ponzio, sesto, e a questo punto ci si aspetta l’immediato riscatto in Cina.
Ma chi andrà a Nanchino?
A breve il direttore tecnico La Torre scioglierà i dubbi sul contingente (sulla carta esiguo) che andrà ai mondiali di Nanchino in programma tra due settimane.
A rappresentare l’Italia dovrebbero essere appunto Fabbri e Weir nel peso, Diaz e Furlani nei salti in estensione (ma occhio a possibili new entry come Dallavalle), Dosso nella velocità (Jacobs si è da tempo chiamato fuori), Tecuceanu e Vissa nel mezzofondo, Bruni e Molinarolo nell’asta. Nelle prossime ore ne sapremo di più.
foto Grana / Fidal