da La Spezia – Domenica pomeriggio ha ceduto il titolo italiano alla più brillante Alice Muraro, chiudendo solo al quarto posto con il tempo di 55″75. Qualche errore di troppo in curva ha compromesso la gara tricolore dei 400 ostacoli di Ayomide Folorunso, che a un mese dai Giochi Olimpici è ancora alla ricerca di un equilibrio che in questo 2024 stenta a trovare. Una delle controprestazioni balzata maggiormente agli occhi degli spettatori nel weekend spezzino, anche se bisogna tenere in considerazione che le altre azzurre, dalla stessa Muraro passando per Rebecca Sartori (seconda, andrà ai Giochi) e Linda Olivieri (terza), hanno alzato di una spanna l’asticella.
“Non so come sono rimasta in piedi – ha spiegato al traguardo dei campionati di La Spezia Ayomide Folorunso – Non bisogna mai dare per scontati i 400 ostacoli e per fortuna gli Assoluti non sono come i Trials, altrimenti non sarei andata ai Giochi (ride, ndr). Senza quei disastrosi passaggi in curva, però, il tempo sarebbe stato più veritiero”.
Sembra molto lontana la fine dell’estate 2023, quando ai mondiali di Budapest, Ayo firmava il record italiano sulla distanza con un sensazionale 53″89. Quest’anno invece il passo non è quello dei giorni migliori a causa dei tanti cambiamenti nella ritmica che non le hanno permesso di far quadrare i conti. Agli Europei di Roma, un mese fa, era andata più o meno così: una buona semifinale corsa in 54″52, poi una finale deludente chiusa al quinto posto in 55″20.
Ayomide, di tutti i big azzurri in questo primo scorcio di stagione sembri quella meno in palla. Che succede?
“Non è questione di condizione fisica. Succede che faccio fatica a trovare la ritmica giusta. Quella che mi permetta di esprimere le mie potenzialità . Sono in piena sperimentazione. Ho provato nuove cose agli Europei e anche qui agli italiani, ma ancora non ci siamo. Ho però una fortuna: sono ambidestra e quindi posso partire e saltare con entrambi i piedi. Così cambiare tanto non è molto traumatico”.
Qual è la ritmica che stai provando?
“E’ una questione delicata e a ogni gara sto trovando risposte diverse. In questo momento sono concentrata sulla partenza e la prima parte di gara. Parto col destro e con 15 passi. All’inizio dell’anno fino al quarto ostacolo, poi ho allungato al quinto e ancora al sesto. Negli altri ostacoli entra in gioco invece l’alternanza di gambe”.
Tutti questi tentativi a cosa sono dovuti?
“Alla mia crescita nella velocità e nella forza rispetto all’anno scorso. Se cambiano le prestazioni, devi modificare anche la ritmica. Sei tu a doverti adeguare a una specialità così tecnica. Gli ostacoli restano quelli, distanti uno dall’altro 35 metri. Vi assicuro che sto lavorando in modo incessante, con la mia esperienza e il supporto del mio allenatore (Maurizio Pratizzoli, ndr) e dello staff federale”.
In inverno sei entrata a far parte di un gruppo internazionale e in Sudafrica ti sei allenata anche con le olandesi. Come giudichi l’esperienza?
“Con Bol e le altre si corre forte, io credo che gli stage all’estero mi abbiano aiutato a crescere. Il confronto con le atlete che in pista arrivano dove vorresti essere tu è sempre positivo. Hanno tutte del gran talento, ma sono sempre esseri umani”.
Le Olimpiadi intanto si avvicinano. E non ci sono stati ancora grandi acuti.
“In una stagione lunga come questa del 2024 l’importante è farsi trovare pronti al momento giusto. Agli Europei in semifinale ero andata abbastanza bene dal punto di vista tecnico, anche se non avevo molte sicurezze”.
In finale poi cosa è successo?
“Che ho cambiato qualcosa nell’interpretazione della gara e non ha funzionato”.
Per i Giochi sei preoccupata?
“No, a me bastano anche due settimane per ribaltare il trend e trovare la quadra al 100%. Sono fiduciosa e carica di aspettative per Parigi”.
foto Grana / Fidal