Gli azzurri di Chorzow da Mattarella, a La Torre il premio Candido Cannavò

Ieri è stata una grande giornata a livello istituzionale per l’atletica italiana e la Fidal.
La Nazionale verrà infatti ricevuta mercoledì 29 novembre, alle ore 12, al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il Capo dello Stato incontrerà gli atleti azzurri protagonisti della prima storica vittoria agli Europei a squadre, trionfo ottenuto nello scorso mese di giugno in Polonia, a Chorzow, con tanto di sedici podi e il dominio nella classifica generale.

Gli azzurri saranno accompagnati dal presidente della FIDAL Stefano Mei, dal direttore tecnico Antonio La Torre, dal presidente del CONI Giovanni Malagò e dal segretario generale del CONI Carlo Mornati.

A poche ore di distanza, il direttore tecnico Antonio La Torre è stato insignito del Premio Candido Cannavò, lo storico direttore della Gazzetta dello Sport.

La cerimonia, promossa dalla Bracco Atletica del presidente Franco Angelotti, si è tenuta come ogni anno nella redazione della Rosea, a Milano, alla presenza del vice direttore Pier Bergonzi, del figlio di Cannavò, Alessandro, e del campione olimpico della 20 km di marcia di Atene 2004 Ivano Brugnetti, che proprio da La Torre fu accompagnato al trionfo a cinque cerchi. 


La Torre è DT azzurro dall’autunno 2018, guida tecnica della Nazionale negli anni stellari delle Olimpiadi di Tokyo e della crescita di un intero movimento.

“Questo è il più bel premio che abbia mai ricevuto dal mondo dell’atletica – ha detto La Torre – I ricordi legati a Candido Cannavò sono tanti, ma uno in particolare mi riporta al giorno in cui il mio allievo Ivano Brugnetti fu grande protagonista ai Mondiali di Siviglia 1999. Il direttore, in quell’occasione, tracciò un mio breve profilo, ricordando anche i miei 13 anni di lavoro alla Breda. Anche in quell’occasione evidenziò l’aspetto umano dell’impresa. In più ci ha sempre legato l’amicizia a due personaggi come Gino Strada e il suo giornalista Daniele Redaelli. Questo comunque non è un riconoscimento al sottoscritto, ma a tutte le componenti dell’atletica italiana”.

“È la prima volta, nelle 15 edizioni del premio, che il riconoscimento va a un tecnico – ha spiegato Franco Angelotti, presidente della Bracco Atletica – Antonio ha conquistato la fiducia di tutti con l’etica del lavoro, sempre a difesa degli atleti e delle società. Quando c’è bisogno, lui c’è sempre. È un uomo vero, super partes, che ha forgiato campioni e persone. Quando si è insediato nel ruolo, la possibilità per l’Italia di vincere un oro olimpico pareva un’utopia. Di ori ne sono arrivati cinque e insieme a quelli, prima e dopo, tanto, tanto altro. Il bello è che la corsa è tutt’altro che esaurita”.

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