Bandiera e primato: Alessandra Gasparelli e l’emozione di rappresentare San Marino ai Giochi

Dal battello sulla Senna ha sventolato con orgoglio il vessillo di San Marino. E pochi giorni dopo, in pista, si è tolta la soddisfazione di migliorare il personale nei 100 metri, aggiornando il record nazionale. E’ stata una Olimpiade sensazionale quella di Alessandra Gasparelli, un affresco speciale che resterà a lungo come copertina dell’album dei ricordi.

A Parigi, la sprinter sammarinese che vive nel Castello di Domagnano – prima ai tricolori indoor under 23 nonché oro in Egitto ai Giochi del Mediterraneo della stessa categoria – a soli 19 anni è stata grande protagonista per la piccola Repubblica che ai Giochi era rappresentata da soli cinque atleti: oltre alla Gasparelli, Giorgia Cesarini nel tiro con l’arco, Loris Bianchi (che con lei ha condiviso il ruolo di portabandiera) nel nuoto, Alessandra Perilli (due medaglie storiche a Tokyo 2021) nel tiro a volo e Myles Amine Mularoni nella lotta.

“Non mi aspettavo di poter essere scelta come portabandiera, anche perché ritenevo più papabile per il ruolo Alessandra Perilli, che nella scorsa edizione aveva raccolto due medaglie nel trap. Quando me l’hanno detto ho provato una fortissima emozione” ammette Alessandra, che in Francia ha chiuso una logorante stagione e ora può godersi un po’ di vacanze al mare, al momento senza il fidanzato Luca Marsicovetere, quattrocentista azzurro convocato per le staffette ai mondiali junior di Lima.

Alessandra, raccontaci quei momenti in barca con la bandiera di San Marino tra le mani.
“Ero elettrizzata, non ho dato peso né al freddo né alla pioggia. Pensavamo solo a sventolare la bandiera e a salutare tutta quella gente che era venuta in riva al fiume ad assistere alla cerimonia. La nostra era una barca gigante ma con pochi atleti. Accanto a noi c’era Santa Lucia, con una certa Julien Alfred“.


In corsia, poi, sei stata velocissima, correndo prima in 11″62 e poi in 11″54, nuovo personale dopo l’11″55 dello scorso anno.
“Sono arrivata a Parigi in ottime condizioni e non ho sentito troppo la pressione della gara, nonostante già durante la ricognizione della pista mi sentivo molto piccola in uno stadio così grande e vuoto. La nuova pista spingeva, ho corso in scioltezza e raggiunto subito l’obiettivo di superare i preliminari. Poi in batteria mi sono proprio divertita. Nei due turni corsi ho fatto le migliori partenze della mia carriera. E una volta eliminata, ho fatto il tifo per tutti i miei colleghi italiani, godendomi fino al 12 agosto l’esperienza a cinque cerchi”.

Venivi da un lieve periodo di appannamento, dove non riuscivi più a dare il meglio. Non avevi trovato spazio in alcuni meeting italiani e avevi corso in Turchia. Sappiamo anche che prima delle Olimpiadi hai fatto ricorso all’aiuto di una psicologa.
“Ho corso tanto in questa stagione e a un certo punto non riuscivo più a sentirmi dentro le gare, arrivavo sui blocchi senza vedere gli obiettivi. Questa sensazione mi aveva fatto passare la voglia di allenarmi, ma pian piano, grazie a una professionista con cui ho iniziato da poco un percorso interessante, sono riuscita a cambiare visione e a dare il meglio di me stessa alle Olimpiadi. Poi va precisato che io faccio parte di un gruppo piccolo e spesso mi alleno da sola. Non sempre è facile trovare degli stimoli”.

Dopo la prestazione confortante di Parigi ci sono tutti i presupposti per guardare al 2025 con grande fiducia.
“L’Olimpiade è un punto di partenza. Ricomincerò da nuove consapevolezze e mi porterò dietro anche tante cose che ho potuto osservare dagli altri atleti che stavano ai Giochi. Il prossimo anno ci sono tante manifestazioni importanti: i Giochi dei Piccoli Stati D’Europa (ad Andorra, ndr), che per San Marino rivestono un ruolo primario, poi i mondiali di Tokyo e gli Europei Under 23. Cercherò di andar forte e farmi trovare pronta su tutti i fronti”.

Cosa significa per te aver avuto la possibilità di rappresentare alle Olimpiadi un piccolo Stato come San Marino?
“Raggiungere le batterie dei 100 metri ed essere in mezzo alle più forti al mondo è un modo per dire che anche noi possiamo arrivare in alto. E’ stato bello farsi conoscere”.

La Gasparelli in batteria a Parigi.


E al Villaggio Olimpico giravate tutti e cinque insieme?
“In realtà non tutti eravamo nello stesso alloggio, anche in base ai campi gara delle relative discipline sportive. Io ho diviso la camera con Giorgia Cesarini, ma allenandomi due volte al giorno ci vedevamo poco durante la giornata. Comunque il villaggio era davvero enorme, capitava di perdersi per ritrovare la strada del proprio appartamento”.

A Parigi c’erano anche i tuoi genitori a vederti?
“Per un imprevisto non sono riusciti a essere presenti, ma ho sentito tutto il loro calore e affetto sui blocchi anche a distanza”.

Ricordi la tua prima gara di atletica?
“Una campestre. Avevo dieci anni. Ma non era in alcun modo la mia specialità. Ho sempre preferito la velocità. Già in famiglia e con i compagni di classe improvvisavo degli scatti o partecipavo a giochi di gruppo dove mi rendevo conto di essere veloce. Sono andata al campo a vedere mio fratello che faceva atletica e pian piano mi sono appassionata”.

Nel tuo progetto tecnico ci sono sempre i 60 indoor e i 100 all’aperto?
“Sono le mie distanze preferite, anche se ogni tanto mi piace correre i 200. Quest’anno sono felice perché sono riuscita a scendere sotto i 24 secondi (23″65, altro record sammarinese)”.


Dan Mitirica, l’allenatore di Alessandra Gasparelli

Alessandra Gasparelli è allenata all’Olimpus Atletica di San Marino da Dan Mitirica, che la segue da quasi dieci anni.
“Alessandra è riuscita a ottenere una difficile qualificazione olimpica ma dopo l’11″42 ventoso che le aveva permesso di vincere i Campionati del Mediterraneo Under 23 ha mollato mentalmente e non è più riuscita a ritrovare serenità” spiega il tecnico rumeno che collabora da anni con la federazione di San Marino.

“Il supporto della psicologa è stato fondamentale – continua Mitirica – soprattutto perché nelle gare importanti tendeva un attimo a perdersi, come accaduto l’anno scorso nella finale degli europei Under 23 di Gerusalemme. Alle Olimpiadi la paura è che potesse ripetere alcune delle esperienze negative che un po’ la bloccavano, soprattutto in partenza, e invece è stata eccellente. Realizzare il primato a un’Olimpiade e a soli 19 anni non è da tutti. I due sprint di Parigi devono perciò rappresentare una rinascita. Ora è consapevole dei tempi che può fare e con il lavoro sono sicuro che presto potrà approdare a un altro livello”.





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