Budapest è sempre più donna: sei azzurre proseguono l’avventura mondiale

Budapest è sempre più donna: oggi si sono fatte strada ben sei azzurre, con prestazioni incoraggianti e quattro finali conquistate.

A Sara Fantini è bastato un solo lancio per staccare il biglietto per la finale del lancio del martello in programma domani sera: l’emiliana, quarta a Eugene e bronzo a Monaco nel 2022, ha stabilito il primato stagionale scagliando l’attrezzo a 73,28, centrando così il pass immediato per l’ultimo atto.

All’ultimo atto dei 5.000 metri ci va anche Nadia Battocletti, settima nella sua forsennata batteria con Sifan Hassan e vicinissima a ritoccare il suo record italiano con il tempo di 14’41″78. La trentina ha annunciato a chiare lettere che proverà a migliorarlo in finale.


Doppietta di azzurre nel salto triplo, con Ottavia Cestonaro e Dariya Derkach qualificate per la finale di venerdì rispettivamente con la misura di 14,20 (nono posto) e 14,15 (decimo).

In mattinata si erano messe in evidenza anche Dalia Kaddari ed Eloisa Coiro. La cagliaritana di Quartu Sant’Elena è approdata in semifinale dei 200 metri con un ottimo 22″67, a soli tre centesimi dal record personale.

La romana Coiro è quinta nella sua batteria degli 800 metri e riesce a passare in semifinale con il terzo e ultimo tempo di ripescaggio (2’00″36).

Dalia Kaddari.


Nella serata che ha regalato la conferma di Warholm nei 400 ostacoli, la cavalcata della dominicana Paulino nei 400 piani, l’incredibile medaglia d’oro dello scozzese Kerr capace di sopravanzare nel finale uno stanco Jacob Ingebrigtsen nei 1500 metri, da segnalare anche il nono posto con la misura di 4,50 di Elisa Molinarolo, che nella finale del salto con l’asta non ha trovato l’abbrivio della qualificazione, quando era riuscita a spingersi fino al personale di 4,65.

La gara ha vissuto del duello emozionante tra l’australiana Kennedy e la statunitense Moon: entrambe hanno saltato 4,90 al terzo tentativo e hanno poi deciso di dividere l’oro, proprio come fecero nel 2021 Tamberi e Barshim in occasione dei Giochi olimpici di Tokyo nel salto in alto maschile.

Foto Grana / Fidal

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