Castellon, dentro la super 10K di Elisa Palmero

La 10K di Castellon, che ha applaudito il 26″30 di Yomif Kejelcha (tempo che al netto della squalifica per violazioni del passaporto biologico del keniano Rhonex Kipruto sarà ratificato come nuovo primato del mondo sulla distanza) ha registrato in campo femminile il notevole progresso di Elisa Palmero.

La 25enne torinese dell’Esercito, che da dicembre si è trasferita da Modena a Ferrara per essere seguita da Massimo Magnani, ha corso in 31’25” (passaggio di 15’27” ai 5 km per una media di 3’08” al km), non lontano dal record nazionale di 31’19” fatto segnare un anno fa da Nadia Battocletti.

“Ci tengo però a sottolineare – spiega Elisa Palmero, appena rientrata dalla Spagna – che Nadia quel crono lo ha corso ben prima della sua estate magica e sono consapevole che quel record sarà presto migliorato. Però sono felice di aver limato tutti questi secondi, ho fatto un bel salto di qualità rispetto all’estate scorsa. E siamo ancora all’inizio della stagione…”.


Elisa, raccontaci che gara è stata.
“Non è andata come l’avevamo preparata. Sono partita troppo forte, purtroppo c’erano pochi riferimenti e il mio sportwatch non aveva un’ottima connessione. Sono passata ai 3000 metri in 9’09”. E di solito uno start così veloce lo soffro”.

Come ti sei gestita dopo?
“Quell’avvio mi ha chiaramente vincolato, impedendomi di effettuare la solita progressione. Ho fatto una gara di tenuta e al traguardo non pensavo di aver chiuso con un tempo così performante”.

A cosa attribuisci questo significativo progresso?
“Sto lavorando bene da un paio di mesi, ero già cresciuta in estate e sapevo di valere meno del 31’38” di Roma (agli europei 2024, ndr). Infatti sono arrivata in ottime condizioni anche agli europei di cross di Antalya”.


Eppure due mesi fa hai cambiato allenatore.
“Con Piero Incalza c’erano delle differenze di vedute, ma sul piano tecnico non c’è stato niente da eccepire. Con lui il progresso è stato evidente”.

Ed eccoti con Massimo Magnani.
“Quando cambi, un po’ d’incertezza c’è sempre. La base chilometrica è simile, mi sto adattando alle nuove metodologie. Ho avuto nuovi stimoli e i risultati in allenamento sono stati confortanti. C’è ancora molto da scoprire, per lavorare al meglio sui punti di forza e di debolezza”.

Come hai preparato questa 10K?
“A gennaio ho svolto la preparazione invernale generale insieme a Federica Del Buono a Potchefstroom (Sudafrica) per il cui sostegno ringrazio l’Esercito, il mio gruppo sportivo. Il grande obiettivo della prima parte di stagione sono gli europei di corsa su strada in Belgio. In corso d’opera, in base alle condizioni, decideremo se correre i 10.000 metri o la mezza maratona”.


Da qui ad aprile cosa prevede il tuo programma?
“Un ritiro in altura, probabilmente tra Kenya ed Eritrea. E una mezza maratona, quasi sicuramente il 9 marzo a Lisbona”.

E più avanti?
“Decideremo dopo gli europei. In pista mi vedrete nei 10.000 ma anche nei 5000, perché voglio migliorare il personale dato che l’anno scorso non ho avuto molto tempo da dedicare a questa distanza”.

Quali sono stati i lavori specifici a ridosso della 10K di Castellon?
“Un medio variato di 12 km, alternando 1 km a 3’10”-3’12” a un altro più lento. Per l’ultima sessione di finalizzazione prima della gara ho corso delle ripetute 10×1000 metri con 1′ di recupero ogni 1000 e 3′ dopo i 5000″.

foto Grana / Fidal

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