Ceccarelli agli Europei: quanto vale? La parola a Checcucci

Nella lista dei convocati per gli europei di Apeldoorn c’è anche Samuele Ceccarelli, che domenica in quel di Ancona è finito terzo nella finale tricolore dei 60 metri, bruciato al fotofinish da Yassin Bandaogo e Stephen Baffour.

Il portacolori delle Fiamme Oro è reduce da un mese di gare in cui ha corso in 6″64 a Dusseldorf e poi sempre intorno ai 6″70. I suoi migliori otto tempi restano quelli del 2023, l’anno in cui conquistò il titolo di campione d’Europa e che avrebbe dovuto rappresentare l’inizio di una lunga sequela di successi.

Nel ranking continentale, il massese è ancora davanti agli altri azzurri arruolabili per l’Olanda, tenuto conto delle defezioni di Jacobs, Ali e Melluzzo. E così potrà presentarsi ai blocchi per difendere l’impresa di Istanbul.

Stramilano 2025
Lo sprint di La Spezia con Melluzzo e Ceccarelli.


Ma si sa, vincere è difficile. Riconfermarsi lo è ancora di più. Per Ceccarelli, come noto, la strada si è fatta d’improvviso tutta in salita. Prima i guai fisici, poi le delusioni in pista, quindi le critiche feroci. E’ che con quel 6″47 del 2023, Samuele si è tirato addosso anche una bella responsabilità. Il non essere riuscito più a toccare quelle vette ha lasciato spazio inevitabilmente allo sconforto, fino a pesare come un macigno ogni volta che c’è da presentarsi sui blocchi.

Forse ci vorrebbe più rispetto per l’atleta e per l’uomo, in una distanza – siano i 60 metri indoor o i 100 all’aperto – in cui anche uno o due decimi possono fare da spartiacque per apporre l’etichetta di fenomeno o di uno che corre piano. Confermarsi ai vertici e, a maggior ragione, ritrovarsi quando la macchina s’inceppa non è così immediato. Lo sa bene Maurizio Checcucci, il tecnico che lo scorso anno l’ha accolto a braccia aperte dopo la separazione da Marco Del Medico per tentare la risalita. Con lui abbiamo analizzato il momento di Samuele e il lavoro fatto negli ultimi mesi a dieci giorni dall’appuntamento clou della stagione al coperto.

Maurizio Checcucci, ma come sta Samuele?
“E’ in buone condizioni e ha definitivamente accantonato i problemi fisici che lo avevano condizionato fino alla primavera del 2024. Il ragazzo adesso svolge tutto il lavoro in pieno controllo”.

Perché non è ancora sui tempi di due anni fa?
“Perché per assimilare tutti i cambiamenti tecnici e condizionali che abbiamo introdotto nella passata stagione, a mio avviso, serve ancora un po’ di tempo. Ero stato chiaro quando avevamo cominciato: il mio sarebbe stato un progetto a lungo termine. I progressi nella ritmica di corsa e nella distribuzione dello sforzo durante la gara si sono visti nelle ultime uscite ma un segnale era arrivato anche con il 10″21 di La Spezia nei 100”.

Samuele Ceccarelli eliminato nei 60 metri.


Quanto vale oggi Ceccarelli?
“Dentro i vari 6″70 su cui ha viaggiato in queste indoor ci sono stati anche degli errori. Ad Ancona è uscito malissimo dai blocchi, cosa per lui inusuale. Nel precedente meeting aveva avuto un tempo di reazione di 0″197. Poi è giusto dire che non è ancora quello di due anni fa. Adesso non ha la condizione per fare 6″50. Ma credo che possa correre tranquillamente in 6″60”.

Che non significa, di fatto, andare piano.
“Affatto, anche se non è l’eccellenza. Ma con Ceccarelli il metro di paragone si fa sempre con il crono di Istanbul. E allora si parla di prestazione mediocre. Per la verità, in questo 2025, sono in pochi ad aver corso sotto i 6″60. E i primi d’Europa (Larsson e Jordan, ndr) stanno a 6″54”.

Che obiettivo cronometrico vi eravate dati per le indoor?
“Di correre tra 6″55 e 6″60. Avevamo fin da subito manifestato alla federazione l’idea di voler andare ad Apeldoorn. L’anno scorso Samuele non era in condizione e avevamo ritenuto opportuno farci da parte sia per i mondiali di staffetta che per gli europei di Roma. Quest’anno è diverso. In Olanda ci andiamo per fare bene e per confermare i valori tecnici e il percorso costruito”.

Come avete lavorato quest’inverno?
“Abbiamo aumentato i carichi rispetto al passato e ho cercato di costruirlo il più possibile a mia immagine. I volumi su forza e metrica sono stati importanti, ma abbiamo lavorato anche su aspetti tecnici che gli avevano tolto sicurezza. Firenze è un posto ideale per noi. Non abbiamo perso un solo giorno di lavoro. Adesso si tratta di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle. E Samuele deve avere pazienza, spesso vuole fare tutto subito”.


Quanto pesano le chiacchiere sul suo conto?
“Si porta sulle spalle il peso di quel 6″48, c’è poco da fare. L’aspetto mentale è stato determinante. Perché sa che tutti lo aspettano. Sente di dover dimostrare ogni volta che quel titolo europeo se l’è guadagnato. Il ragazzo è molto intelligente ma gestisce una situazione non facile, avverte tanta pressione”.

Tu come lo sostieni?
“Gli ho detto che non è lo stesso di due anni fa. Ma che ci tornerà. Ne sono sicuro”.

Sul gesto tecnico cosa deve affinare?
“Prima riusciva a tenere la frequenza alta su tutti i 60 metri. Deve crescere nella finalizzazione”.

Sappiamo che nella tua testa ci sono soprattutto i 100 metri.
“E’ la distanza che più conta nell’atletica. Osservando i parametri di Samuele, è lecito essere ambiziosi. L’anno scorso un 6″70 indoor si è trasformato in 10″21 all’aperto. Quando nel 2023 corse in 10″13, passò ai 60 in 6″57. E’ assolutamente in grado di ripetere e migliorare quel passaggio, magari a 6″5 basso, per poi correre forte la parte finale. Può arrivare a 10″00”.

foto Grana / Fidal

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