Come sta il piede di Massimo Stano? Cristian Bruno risponde

In via di recupero, con la consapevolezza di dover saltare a malincuore gli Europei di Roma ma di avere il tempo per riuscire a difendere il titolo olimpico a Parigi. Sono passati più di venti giorni dalla brutta (e sfortunata) distorsione che ha costretto ai box Massimo Stano.

Un piede su una borraccia gettata al suolo da un avversario è risultato fatale al fuoriclasse della marcia azzurra, che ha rimediato la frattura composta alla base del quinto metatarso. Erano i mondiali a squadre di Antalya e si gareggiava per qualificare ai Giochi la staffetta mista.

Il pugliese si era presentato al via con Antonella Palmisano ma è stato costretto anzitempo al ritiro. A ottenere il pass olimpico per l’Italia ci hanno poi pensato Francesco Fortunato e Valentina Trapletti, autori di una prova magistrale.

Massimo Stano nella prima frazione della staffetta mista


Per sapere come procede la riabilitazione, abbiamo raggiunto al telefono Cristian Bruno, fisioterapista e osteopata di Stano e di tanti altri azzurri della Nazionale.

“Massimo ha effettuato il primo controllo dopo quindici giorni dall’infortunio presso la Medicina dello Sport e tutto sembra evolvere nella norma – spiega Bruno – Ha eseguito lavori non in carico e in questo senso risulterà decisiva la giornata di venerdì, quando i nuovi esami diranno come si sta consolidando il callo osseo”.

Lo scorso 21 aprile, Massimo Stano è stato immediatamente fasciato a seguito della distorsione. Appena atterrato in Italia, ha effettuato una risonanza magnetica e la diagnosi ha comportato l’applicazione di una doccia gessata, rimossa poi dopo quindici giorni.

“La rimozione della doccia gessata – continua Bruno – gli ha permesso di entrare in acqua e nuotare, per cominciare a effettuare in piscina lavori più lunghi e ripetute sulla parte organica. In precedenza aveva invece svolto lavori alternativi incentrati sulla parte superiore del corpo, sempre organizzati dal suo allenatore Patrick Parcesepe“.


In fisioterapia su cosa vi siete concentrati?
“Le prime sedute dopo la rimozione della doccia gessata sono state incentrate sulla riduzione dell’edema e del gonfiore e in una settimana c’è stata una riduzione dell’80% grazie al trattamento con laser ad alta potenza associato a un bendaggio in modalità drenante che Massimo può tenere anche in piscina”.

I prossimi step quali sono?
“Massimo ha ricominciato ad attivare in modo leggero i muscoli degli arti inferiori con la cyclette e presto inizieremo con gli esercizi di mobilizzazione della caviglia, anche se non mi sembra di aver riscontrato particolari problemi di rigidità articolare negli ultimi giorni”.

E poi?
“Ci dedicheremo ai lavori specifici su flessori, arco plantare e polpacci. Se venerdì gli esami daranno esiti confortanti, si potrà ricominciare con il carico e a camminare lentamente. L’idea è di utilizzare subito l’AlterG”.

Che tempistiche ci sono per il pieno recupero?
“Le fratture del quinto metatarso sono abbastanza delicate, perché a volte tardano a consolidarsi. Se tutto procede senza intoppi, Massimo potrebbe cominciare a fare qualcosa fuori dal tapis roulant per gli inizi di giugno”.

Si può essere ottimisti?
“A mio avviso potrà essere al 100% alle Olimpiadi, nonostante i tempi siano comunque stretti”.

Fermarsi a maggio per infortunio, a un mese dagli europei e a tre dalle Olimpiadi, certo non deve essere il massimo dal punto di vista atletico.
“La sua condizione era ottima e con il suo staff tecnico aveva programmato la stagione per esprimersi al massimo nei due eventi. Stare quindici-venti giorni fermo non aiuta nessuno. Massimo non aveva messo in conto di dover ricostruire il tono muscolare perso in questo periodo. Ma bisogna essere fiduciosi e l’infortunio non manderà comunque all’aria tutto il lavoro fatto in inverno e in primavera. Ciò che più conta per lui sarà riprendere quanto prima la gestualità tecnica”.

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