Correre sotto le 2h10′ e aprire un nuovo capitolo della propria carriera. Con quest’ambizione si avvicina a grandi passi il debutto di Pietro Riva in maratona, fissato per domenica 1° dicembre in quel di Valencia, città che punta anche attraverso lo sport a rialzare la testa dopo il funesto alluvione del mese scorso.
Pietro Riva, a Valencia, c’era stato l’anno scorso, correndo una fantastica mezza in 59’41”. Sulla stessa distanza, a giugno, aveva colto la splendida medaglia d’argento nella 21k degli europei, alle spalle di Yeman Crippa, mentre all’inizio di novembre, a Civitanova Marche, aveva confermato il titolo italiano sempre nella mezza corsa in funzione della maratona di Valencia.
I tempi sono adesso maturi per il grande salto (in Spagna debutterà anche Sara Nestola, altra allieva di Stefano Baldini) e proprio con l’atleta piemontese delle Fiamme Oro andiamo a vivere l’attesa di questa prima volta, da correre con ai piedi le Asics Metaspeed Edge Paris.
Pietro, raccontaci intanto lo stato dell’arte a quattro giorni dall’evento.
“La preparazione è andata bene anche se non è stata perfetta. In alcune occasioni, ho dovuto diminuire il chilometraggio settimanale a causa di qualche acciacco (a inizio ottobre dovette anche rinunciare ai campionati italiani dei 10 km su strada per una tonsillite che rese necessario il riscorso agli antibiotici, ndr). Però è importante avere fatto tutto i lavori specifici nel migliore dei modi e posso confessare di essere molto emozionato e curioso per questo debutto. La maratona, del resto, è l’ultima distanza che mi è rimasta da provare”.
Come sei arrivato alla decisione di volerla correre?
“Mi hanno sempre detto di avere un motore adatto alle lunghe distanze. Ed è anche vero che in pista, nonostante i miglioramenti, si fa fatica a vedere oltre gli europei, perché gli standard di qualificazione sono alti e i posti pochi per le altre rassegne. La maratona, in questo senso, è più aperta, anche se in questo momento c’è una bella concorrenza interna”.
Iniziamo a parlare di come hai preparato il tuo esordio sui 42,195 km.
“Con le classiche dodici settimane, ma in realtà ci ho messo la testa dal primo di agosto, anche se con ritmi non super”.
Chilometraggi?
“Un aumento graduale fino ai 180-190 km. Neanche troppi, perché ci sembrava giusto non forzare troppo per la prima maratona. Però coi lunghi sono arrivato anche a correre 40 km”.
Quanti ne hai fatti?
“Cinque. Iniziando da 32 e proseguendo con 35, 38 e due da 40. L’ultimo il 12 novembre, a tre settimane dalla gara”.
Con che ritmo hai corso i lunghi da 40?
“Sono stati suddivisi in due parti. Nella prima parte ho effettuato un riscaldamento di 15 km a 3’35″/km. Nei secondi 25, con i variati, viaggiavo a 3’04”. Per una media complessiva di 3’17”.
I lunghi ti avranno dato la possibilità di testare anche l’integrazione.
“Sì e non ho avuto nessun problema, bevendo ogni 5 km la borraccia con sali e gel”.
Quale sarà il ritmo gara domenica?
“L’idea è quella di viaggiare a un ritmo di 3’02”-3’03” al chilometro. Che vorrebbe dire chiudere sotto le 2h10′. Credo che sia nelle mie corde e con questo tempo mi darei la sufficienza piena. Vediamo come reagirò fin dai primi km, se dovessi scendere sotto le 2h09′ sarei molto contento. Valencia comunque è perfetta per poter pensare subito a una prestazione incoraggiante”.
Com’era impostata la tua settimana di lavoro?
“Vi svelo quella che andava dal 9 al 16 novembre. Ho iniziato il sabato con un 8×2000 e recupero di 2′ a 5’44”, con test del lattato finale da cui è venuto fuori il valore di 2,3 mmoli”.
Andiamo avanti.
“Martedì 12 ho corso il lungo di 40 km di cui parlavo prima. I 25 km variati li ho fatti alternando 5 km a 3’00” e 5 km a 3’10”-3’12″/km”.
Altri lavori specifici?
“Il venerdì ripetute brevi da 16×500 con recupero di 40″ a 1’24”. La settimana di lavoro si è chiusa con i 10k della domenica fatti in 29′”.
Passiamo invece alla settimana della maratona. Cos’hai fatto negli ultimi giorni?
“L’ultimo lavoro importante è stato quello di mercoledì scorso, con 4×5000. Sabato c’è stato un lavoro meno impegnativo, con ripetute brevi da 15×400 con recupero di 200 metri. Oggi è il giorno dell’ultimo lavoro specifico: 4×2000 più un 1200 metri con successivo test del lattato. Questa settimana il volume è chiaramente minore. Corro in totale 100 km, escluso la gara di domenica”.
Dopo il debutto a Valencia, che programmi hai?
“Non abbandonerò la pista perché voglio migliorare i personali sia nei 5000 che nei 10.000 metri. Bisogna considerare che la mezza, che sin qui è la distanza a me più congeniale, ai mondiali non ci sarà . Il più grande stimolo potrà essere l’europeo di corsa su strada in programma ad aprile in Belgio. Anche se non so ancora per quale distanza lo preparerò. Molto dipende da domenica. Valencia sarà per me un crocevia”.
foto Grana / Fidal