Diaz, Dallavalle, Iapichino e Sioli: la magica notte dei salti azzurri

Vi avevamo già avvisato nelle ultime ore in merito alla possibilità che la spedizione a questi europei indoor potesse trasformarsi in una festa dei salti azzurri. E così è stato. Dopo l’argento un po’ amaro colto da Mattia Furlani nella giornata inaugurale, ieri sono arrivate altre quattro medaglie grazie agli ori di Larissa Iapichino e di Andy Diaz e ai bronzi di Matteo Sioli e Andrea Dallavalle.

Il bottino sarebbe anche potuto essere più cospicuo: a un certo punto hanno lottato per il podio anche Roberta Bruni nell’asta (ha saltato 4,70 e mancato di un soffio il record italiano) e Matteo Lando sempre nell’alto, senza dimenticare la discreta gara di Elisa Molinarolo.

Tutto questo senza che in Olanda ci fossero nomi del calibro di Gimbo Tamberi, Stefano Sottile e Dariya Derkach: insomma un vero e proprio trionfo della caparbietà e della tecnica, che fa ben sperare anche per gli imminenti mondiali di Nanchino (sicuri di andare Furlani, Diaz e Dallavalle) ma soprattutto per il futuro di queste discipline, dov’è già iniziato il ricambio generazionale: accanto a Sioli si faranno presto spazio giovani come Erika Saraceni, Daniele Inzoli e Francesco Crotti, solo per citarne alcuni.

Stramilano 2025


La notte magica dei salti azzurri ad Apeldoorn è cominciata con gli eroi del triplo. Quando la gara è entrata nel vivo, Andy Diaz ha fatto capire di essere nettamente il più forte, con un poderoso salto da 17,71 che ha tagliato le gambe a chi aveva nutrito speranze di gloria come il tedesco Hess. Per l’allievo di Fabrizio Donato è la seconda medaglia in altrettante competizioni da quando indossa la maglia azzurra. La sua favola (anche umana) era stata suggellata con il bronzo olimpico di Parigi. Da Apeldoorn può cominciare una lunga striscia di successi.

Due anni di infortuni e intoppi di vario tipo non hanno invece fermato il grande talento di Andrea Dallavalle. Che il ragazzo fosse in grandi condizioni lo si era capito già nelle ultime settimane, quando aveva saltato 17,36. Ieri è bastata la misura di 17,19 per apporre il timbro sulla propria rinascita.

Le emozioni sono poi proseguite, a breve distanza, sulle pedane di lungo e alto. Larissa Iapichino ha ingaggiato una battaglia sul filo dei centimetri, poco sotto la fatidica barriera dei 7 metri, con la svizzera Kalin e la campionessa olimpica Mihambo, che l’aveva battuta anche agli europei di Roma.

Stavolta ha avuto ragione lei (6,94), sotto gli occhi di papà Gianni che la allena ma anche di mamma Fiona. Dopo le medaglie dei piazzamenti, ecco quella dal metallo più prezioso. Meritatissima per questa saltatrice grintosa ed elegante allo stesso tempo, che non si risparmia mai.


Nell’alto ad esaltarsi ci hanno pensato Matteo Sioli e Matteo Lando, che non hanno fatto rimpiangere i grandi assenti. Entrambi sono andati al personale a 2,26 (il vicentino lo ha eguagliato), ma il baby Sioli, con la sfrontatezza dei suoi 19 anni (ad agosto era stato argento ai mondiali under 20, va ricordato) ha approfittato del debutto per stupire, superando l’asticella a 2,29 (quattro i centimetri di progresso) per poi fermare la propria corsa a 2,32 e festeggiare la medaglia meno pronosticata della serie.

foto Grana / Fidal

Potrebbe interessarti anche...

Gli articoli di questo autore

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *