Direzione Apeldoorn, Yassin Bandaogo ci crede. Poi focus su lanciato e staffetta 4×100

Manca meno di un mese agli europei di Apeldoorn e diversi atleti hanno nel mirino lo standard di partecipazione. Tra questi c’è Yassin Bandaogo, sprinter vicentino che all’inizio del mese ha nuovamente trovato brillantezza ai Campionati italiani indoor di Ancona nella categoria promesse.

Bandaogo, allievo di Umberto Pegoraro, ha fermato il cronometro in 6″63, a soli tre centesimi dal minimo per l’Olanda e a cinque dal primato nazionale under 23 di Filippo Tortu. Il portacolori delle Fiamme Oro non si è poi ripetuto domenica scorsa al meeting di Parigi-Bercy, correndo la semifinale in 6″78.

“Un passaggio a vuoto abbastanza incomprensibile – spiega il tecnico Pegoraro, che fa base all’Atletica Vicentina – Avevamo fatto solo un piccolo richiamino di forza in settimana, ma quindici centesimi in più rispetto ai tricolori sono troppi. Siamo rimasti spiazzati e vogliamo tornare subito in gara per avere un altro raffronto. Poi, si sa, l’atletica non è matematica”.

Bandaogo potrebbe tornare sui blocchi già domenica, se andrà a buon fine il tentativo di organizzare una gara a Padova, nell’ambito del weekend tricolore riservato alle prove multiple (tra quelli che vogliono correre c’è anche Jenns Fernandez) L’ultima chance per il 6″60 sarà poi agli Assoluti della prossima settimana.

Un super talento con il cruccio dei femorali

Il talento di Yassin non è mai stato in discussione. Ma anno dopo anno ha dovuto fare a cazzotti con i ripetuti infortuni ai femorali. Bandaogo fa i conti con una cicatrice a ypsilon di circa 3 centimetri ereditata da un profondo taglio provocato da una bassa recinzione con spuntoni scavalcata da bambino.

“Quella zona è molto delicata – fa notare Pegoraro – e spesso e volentieri il muscolo si indurisce. Le sue masse del ragazzo sono peraltro importanti, quindi è normale che a un velocista lo fermi quando sente fastidio”.

Quest’inverno Bandaogo, che indoor si è sempre espresso bene collezionando quattro titoli giovanili consecutivi nei 60 piani, due da junior e due da promessa, è filato abbastanza liscio. “Abbiamo lavorato bene e curato diversi particolari. Dalla masticazione, con un ortodontista che lo sta aiutando a risolvere dei problemi di mal occlusione dentale, allo stretching fisioterapico passando per la nutrizione: dall’anno scorso è seguito con ottimi risultati da Diego Fortuna“.


E’ insomma il momento di battere il ferro caldo. Gli Europei non sono mai stati così vicini. “Scendere sotto i 6″60 è nelle sue possibilità. Il minimo avrebbe potuto farlo già senza il lungo scatto bruciato dalla partenza falsa di Cappelletti al Giovannini”.

Se l’obiettivo a breve termine per il 21enne è quello di cogliere l’attimo (e la condizione), Pegoraro ha già iniziato a buttare lo sguardo sulle outdoor, sin qui il tallone d’Achille di Yassin Bandaogo, per i motivi di cui sopra.

Uno sprinter del suo livello vale molto meno dell’attuale personale di 10″51 nei 100 metri. “Dobbiamo lavorare sulla parte lanciata, che è poi quella più delicata in ottica infortuni. Quest’estate bisognerà scendere almeno di uno-due decimi”.

Un miglioramento della fase lanciata potrebbe imprimere una svolta al futuro di Bandaogo. A tal proposito, sono arrivate anche delle “preziose cartoline” da Catania, recanti la firma del prof. Di Mulo, che lo vorrebbe inserire nel gruppo della staffetta 4×100.

“Con Filippo siamo sempre in contatto. A Yassin lo vedrebbe bene in prima frazione. Ma occorre fare i raduni e imparare la tecnica di cambio. L’anno scorso non fu possibile fare questo tipo di lavoro perché aveva la mano fratturata. Un suo coinvolgimento per il raduno di marzo? Possibile. Consideriamo che se qualche super big dovesse rinunciare alla lunga trasferta per i mondiali di staffetta di Nanchino, i più giovani potrebbero sfruttare una bella occasione per crescere e fare esperienza”.

foto Grana / Fidal

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