L’atletica azzurra s’infittisce di prestazioni rilevanti, a conferma della vitalità di un movimento che non più tardi di un mese fa ha raccolto la splendida vittoria di squadra in Coppa Europa.
In Polonia, tra le protagoniste, c’era anche Eloisa Coiro, che la settimana scorsa al Meeting di Madrid ha corso per la prima volta gli 800 metrisotto i due minuti. Per lei un crono di 1’59″96, il quinto tempo italiano di sempre sulla distanza.
Atleta delle Fiamme Azzurre che si allena con Emilio De Bonis al Paolo Rosi, Eloisa Coiro sta raggiungendo, passo dopo passo, la piena maturità, diventando competitiva anche tra gli Assoluti in campo internazionale.
Molto legata alla famiglia, la romana classe 2000 vive con papà Stefano e mamma Maria Cristina, mentre i fratelli vivono all’estero: Ludovica lavora in Francia, Michele studia a Zurigo.
La sua estate è entrata nel vivo a Madrid. Ora l’attendono i Campionati italiani di Molfetta nel fine settimana, dove cercherà il titolo bis dopo quello conquistato nel 2022, e i mondiali di Budapest, alla quale è già qualificata.
Eloisa. correre sotto i 2 minuti era l’obiettivo per l’inizio di stagione outdoor?
“Sì, ci penso dall’anno scorso, quando a Rovereto ho corso in 2’00″50. Ho lavorato tutto l’inverno per abbattere il muro dei 2′ e a Madrid, in una gara più stimolante, ci sono riuscita. Ci sono ancora degli aspetti da migliorare, ma aver corso 1’59” è già un’altra musica”.
Il record italiano può essere il tuo prossimo obiettivo?
“L’1’57″66 di Gabriella Dorio è un signor tempo. Ce l’ho nel mirino, ma bisogna andare per gradi. Finora il mio percorso di crescita è stato lineare. E devo ringraziare il mio allenatore, Emilio De Bonis, perché da quando ho 12 anni, mi sta guidando progressivamente, senza farmi mai saltare una tappa. Da ottocentista ho cominciato relativamente tardi, quando avevo 16-17 anni e da poco sono arrivata nell’atletica dei grandi”.
Su cosa lavorate principalmente?
“Gli 800 sono una disciplina particolare e di difficile interpretazione. Diciamo che anno dopo anno sono incrementate sia le sessioni sulla velocità che quelle sulla resistenza”.
Come prepari le gare?
“Di solito sono serena e ci penso solo quando sto per partire. Se lo faccio prima, rischio di bruciare troppe energie. Di solito ho due passaggi da fare nel mio rituale. In primo luogo, parlo con il mio allenatore, discutiamo sulle possibili tipologie di gare che potrebbero venir fuori, dal momento che gli 800 sono molto tattici e ipotizziamo gli scenari più interessanti che speriamo si possano verificare”.
E in secondo luogo?
“Mi sento con il mio mental coach, Lorenzo Marconi. Insieme lavoriamo sulle visualizzazioni. E poi mi rilasso, leggendo un libro o ascoltando musica”.
Hai iniziato sui 400 e spesso hai detto che ti piacerebbe correrli di più, rendendoti disponibile anche in ottica staffetta.
“Li alleno, essendo funzionali agli 800, ma per le competizioni devi per forza fare delle scelte dato che bisogna fare punti per il ranking. Normale, per il momento, concentrarsi sulla mia disciplina”.
Il mezzofondo femminile sta vivendo un grande momento: oltre a te, vanno forte Sabbatini, Bellò, Vissa, Cavalli, Del Buono… vi capita di confrontarvi?
“Ci conosciamo tutte perché siamo cresciute insieme nelle nazionali giovanili. E’ bello vedere che tutte stiamo emergendo e raggiungendo i livelli che sognavamo qualche anno fa. Ci sosteniamo a vicenda quando qualcuna centra una vittoria individuale per festeggiare. Ogni grande risultato funge da stimolo per le altre. E più se ne fanno e più il livello si alza”.
La tua stagione finirà dopo i mondiali?
“Farò qualche altra gara, anche se non so ancora quale. Poi mi prenderò una vacanza. Conto di andare in Sardegna per fine settembre”.
Ma com’è fatta Eloisa Coiro?
“Sono una ragazza solare, piena di buon umore. Soprattutto mi piace essere precisa e fare valere le mie opinioni”.
Oltre all’atletica riesci anche a studiare.
“Mi sono laureata in Economia e Finanza alla triennale, adesso frequento la Magistrale in Management alla Luiss. Un percorso molto interessante, che mi lascia tante porte aperte per poter decidere in futuro”.
Sei una ragazza che a 22 anni è molto impegnata. Cosa ti senti di dire ai tanti ragazzi della tua età che non riescono a sentirsi utili e, in preda alla noia, finiscono per compiere gesti pericolosi anche per la società?
“Di riflettere e ascoltare il proprio cuore, di chiedersi cosa vogliono fare nella vita e intraprendere un percorso, qualunque esso sia. Non per forza di sport o di studio, ma dedicarsi almeno a una passione. E poi consiglierei di interessarsi anche ai temi della cittadinanza, per avere una visione critica del mondo. Cercare di dare in prima persona un contributo può essere stimolante”.