Gli europei di Roma anche su Sky: chiacchierata con pronostici insieme a Nicola Roggero

Al fianco del collaudatissimo squadrone Rai capitanato da Franco Bragagna, ci sarà anche Sky Sport a trasmettere in diretta i Campionati Europei di Roma. Confermatissima la coppia di telecronisti: Nicola Roggero e Stefano Baldini, mentre per quanto riguarda le interviste e i servizi per le finestre su Sky Sport 24 ci saranno Federica Frola e Alessandro Acton.

A poche ore dall’inizio delle gare, abbiamo scambiato due chiacchiere proprio con Nicola Roggero, condividendo idee e pronostici su quello che vedremo nelle sei serate (a livello di finali) dello Stadio Olimpico.

Nicola, partiamo dal classico domandone: quante medaglie porteremo in bacheca? Il presidente Mei se ne aspetta una quindicina…
“Sarei leggermente più prudente. Direi una dozzina. Anche se il calcolo potrebbe subire variazioni, in base alle importanti defezioni che stanno arrivando nelle ultime ore”.

Ti riferisci alle rinunce dei top britannici.
“L’assenza degli infortunati Hughes e Azu spiana la strada al nostro Marcell Jacobs. Ma direi anche ad Ali. Nei 100 avrei pronosticato un podio con Asher-Smith, Swoboda e Neita. Ma quest’ultima si è spostata sui 200, offrendo un assist a Zaynab Dosso. Le dodici medaglie sarebbe un numero iconico, perché eguaglieremmo il primato di Spalato 1990 e vorrebbe dire tanto per la vitalità attuale del nostro movimento”.

Marcell Jacobs allo Sprint Festival.


Dunque Jacobs può confermare il titolo di Monaco di Baviera.
“Le valutazioni sono cambiate gara dopo gara. Ostrava aveva fatto suonare un campanello d’allarme. Oslo ha rimesso le cose a posto e ora vedremo quanto Marcell riuscirà a limare in questi ultimi giorni. E’ chiaro che un tempo anche di poco inferiore ai 10 netti, senza Hughes, sarebbe garanzia di medaglia d’oro ma anche un bel messaggio per gli avversari verso i Giochi di Parigi”.

A proposito di sprint, non ci sarà Samuele Ceccarelli, in netta flessione dopo l’exploit in sala nel 2023.
“Samuele, al netto di infortuni comunque non gravi, ha dimostrato di non aver completato ancora la transizione dai 60 ai 100. Anche ai mondiali di Budapest non fu brillante. E’ chiaro che c’è qualcosa che non sta funzionando”.

Chi potrebbe essere la sorpresa in chiave azzurra?
“Non ti dico i giovani, perché i Furlani e i Simonelli sono ormai solide realtà. Non credo ci saranno degli atleti che ci lasceranno a bocca aperta. Però un Sibilio potrebbe ancora una volta rivelarci tutto il suo talento. A Ostrava il 48″25, secondo me corso senza forzare troppo, è stato un bel segnale. Gareggia in una gara chiusa, perché Warholm è di un altro pianeta. Ma un argento, magari battendo il rivale storico Happio, sarebbe un grande risultato, che magari tornerebbe utile anche per una frazione nella 4×400. E poi c’è Luca Sito, uno dei tanti che può correre in 45 secondi”.

Pietro Arese a Monaco di Baviera.


Non possiamo non dedicare qualche riga a Pietro Arese, che di tanto in tanto si diletta anche in cabina di commento al tuo fianco.
“Se ci fossero stati anche Wigthman e Kerr, non ci sarebbero stati dubbi su quale fosse la gara migliore degli europei. Peraltro, eccetto Nuguse e Cheruyiot, siamo su una distanza a trazione europea ed è confortante che sul miglio sia Arese che gli altri due azzurri, Riva e Meslek, siano competitivi. Stiamo assistendo a un risveglio del mezzofondo italiano e ciò fa piacere, anche se non legato a un progetto che viene dall’alto ma da atleti che arrivano da esperienze diverse”.

Insomma, ci aspetta una settimana di grandi sfide e di gare di altissimo profilo.
“Si era detto che nell’anno olimpico questi sarebbero stati Europei di Serie B. Le convocazioni ci dicono invece il contrario, perché ci sono tutti i più grandi campioni. Solo gli atleti della Gran Bretagna si stanno facendo da parte: gli sprinter già menzionati, poi Muir, Kerr e Hudson-Smith, con quest’ultimo che dopo il 44″07 di Oslo avrà sentito profumo di possibile impresa a Parigi e preferisce preservarsi. Peraltro le defezioni di Hughes e Azu mandano all’aria la 4×100. E senza Hudson-Smith, non so dire fino a che punto la 4×400 possa essere la favorita al cospetto di un Belgio che schiererà l’oro iridato al coperto Alexander Doom, uno di quelli che potrà sicuramente rivelarsi grande sorpresa tra gli stranieri”.

Ti convince la scelta di Yeman Crippa, che farà 10.000 metri e mezza maratona?
“No. E non vorrei gli costasse molto, anche perché nei 10.000, che vengono dopo la mezza maratona, c’è gente forte, in grado di impostare ritmi alti che possono rimanerti presto nelle gambe. Crippa ha ormai scelto di concentrarsi sulla strada e a mio avviso le chance migliori le ha sulla mezza”.

Yeman Crippa oro agli europei di Monaco nei 10.000 metri


A Roma ci presentiamo con 116 atleti. Sono troppi?
“Chi è stato convocato si è guadagnato la qualificazione sul campo, tramite standard o ranking. Si gareggia in casa ed è giusto che la federazione dia l’opportunità al maggior numero di atleti di vivere una manifestazione così importante e di togliersi delle soddisfazioni. E’ bello anche poter usufruire di qualche slot in più in virtù dei titoli di campioni in carica. Avere quattro ragazzi nei 100 metri ti fa sentire un po’ come gli americani”.

Forse l’azzurra più sottotono, in relazione alle potenzialità e a quanto dimostrato nel 2023, è Ayomide Folorunso.
“L’avevo già vista imballata nelle indoor e poi alle Bahamas. Sta attraversando un momento di difficoltà, non ci sono dubbi. Se fosse stata sui tempi dello scorso anno, oggi diremmo che sarebbe in lizza per una medaglia nei 400 ostacoli. Ma il 55 alto delle due uscite in Diamond League, al momento, la esclude da certi ragionamenti. Non vorrei che prepararsi in Sudafrica al fianco delle olandesi possa averle creato problemi. E’ chiaro che non potrebbe sopportare le tabelle di atlete come Bol e Klaver”.

E Tamberi? Sembra quasi superfluo parlarne, per le sue capacità di centrare sempre il grande obiettivo.
“Gianmarco ha una grande motivazione. Può essere il primo atleta dopo Adolfo Consolini (tre vittorie nel lancio del disco tra il 1946 e il 1954) a vincere tre ori europei nella stessa disciplina. Sarebbe un altro traguardo che aumenterebbe quella dimensione leggendaria a cui già appartiene”.

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