Federico Riva e la svolta di On: “Ho lasciato Roma per correre in mezzo ai migliori del mondo”

Da ieri pomeriggio è ufficiale il passaggio di Federico Riva allo European Running Team di On. Il mezzofondista romano di Casal Palocco, a 24 anni, non si è lasciato sfuggire la grande occasione di entrare a far parte di un brand che sta investendo molto nell’atletica e che in questa campagna invernale – come avevamo anticipato in questo articolo – si è assicurato, tra gli azzurri, anche le prestazioni di Ludovica Cavalli, Eleonora Curtabbi e Yeman Crippa.

Riva, archiviati i problemi legati alla mononucleosi, ha vissuto un 2024 di altissimo profilo. Nelle indoor era stato tra i protagonisti, insieme ad Arese e Meslek, di quella incredibile settimana in cui piovevano record del mezzofondo. Agli europei di Roma ha disputato la sua prima finale di caratura internazionale (15° posto), si è laureato campione italiano nei 1500 a La Spezia per poi chiudere la stagione ai Giochi Olimpici di Parigi: eliminato ma con il personale di 3’32″84.

“Ho preso la decisione di lasciare Roma e cambiare vita per correre sempre più forte – ci ha raccontato Federico Riva, portacolori delle Fiamme Gialle, dall’aeroporto di Johannesburg e in procinto di rientrare in Italia – Inseguo quello step in più che mi manca per poter stare tra i primi al mondo”.


Federico, com’è nato il contatto con On?
“La proposta dal team Europe è arrivata al mio allenatore Vittorio Di Saverio e al mio manager Gianni Demadonna. Il 31 dicembre scadeva il contratto con New Balance e considerato tutto quello che On mi mette a disposizione, non ho esitato ad accettare. Qui sono seguito 24 ore su 24, ho tutta l’assistenza per lavorare nelle migliori condizioni e migliorare”.

Di Saverio cosa ti ha detto?
“E’ stata una scelta concordata. Gli dispiace perdermi come atleta ma è stato il primo a dirmi che un’occasione così capita solo una volta nella vita. Nei periodi in cui sarò a Roma, sarà lui a darmi una mano, anche se seguirò le tabelle di allenamento preparate dal mio nuovo allenatore”.

Che è il tedesco Thomas Dreissigacker.
“E’ un allenatore giovane (37 anni, ndr) e mi sto trovando molto bene. Il livello è altissimo e nel team On ho l’opportunità di non allenarmi mai da solo, come invece accadeva in Italia. Nei primi due mesi della nuova preparazione ho toccato con mano i vantaggi di allenarsi in gruppo. Spendi meno anche dal punto di vista mentale. La fatica condivisa è un aspetto da non sottovalutare”.


Sappiamo che per integrarti al meglio sei anche alle prese con l’inglese.
“L’inizio è stato ostico. Il mio inglese non è granché ma sto prendendo delle lezioni e ora va un po’ meglio. E’ fondamentale per comunicare con lo staff e gli altri atleti, dal momento che proveniamo da diversi Paesi”.

Il cambiamento è stato radicale.
“A tal punto che non so dire come renderò alle indoor. Sono curioso di sapere se il periodo di adattamento si prolungherà o se saprò correre come voglio già nelle prossime settimane”.

Raccontaci delle prime sessioni di allenamento.
“Abbiamo fatto già due blocchi da tre settimane ciascuno in Sudafrica, uno a dicembre e l’altro a gennaio. Si fa molta soglia, l’approccio è super scientifico, secondo il metodo norvegese. E sto correndo di più, arrivando a coprire un range di 120-150 km a settimana”.


Quando il debutto?
“Domenica 2 febbraio, a Val-de-Reuil, sui 3000 metri. Poi un 1500 a Karlsruhe il 7 e non so ancora se i 1000 o i 1500 a Lievin il 13. Ai Campionati italiani l’idea è quella di fare sia i 1500 che i 3000. Conto di fare un buon europeo ad Apeldoorn per poi mettere un bel bagaglio fino a settembre, il mese dei mondiali di Tokyo. Per la preparazione alle outdoor mi sposterò a St. Moritz, dove il team On fa base”.

Per te il 2024 è stato un anno di ottimi risultati, anche se avresti voluto fare meglio qualche gara.
“Avrei potuto gestire meglio la mia prima finale europea e so di aver pagato un po’ di tensione alle Olimpiadi, dove comunque ho realizzato il mio personale. Senza il passaggio dai ripescaggi forse la finale poteva essere alla mia portata. Ma è tutta esperienza che cercherò di sfruttare nelle stagioni a venire”.

Sudafrica, St. Moritz e le gare ti costringeranno a star lontano da casa a lungo. E la Roma?
“Eccolo il tasto dolente. Non poter andare allo stadio mi dispiace, ma continuo a guardare in streaming ogni partita. Per inseguire i sogni è giusto fare grandi sacrifici”.

Ludovica Cavalli nel team Europe Running di On.
Ludovica Cavalli.

Eleonora Curtabbi.

foto di Federico Riva con l’abbigliamento ON di Erin Groll

foto d’apertura di Grana / Fidal

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