Giacobazzi e la maratona di Venezia: tra i ponti e il metodo Incalza

Domenica 27 si rinnova l’appuntamento con la Venice Marathon, una delle maratone più suggestive al mondo, non fosse altro per gli ultimi chilometri caratterizzati da un contesto unico come quello della Laguna.

Il lungo serpentone di runner (annunciati complessivamente oltre 17mila iscritti tra 42, mezza e 10 km) si muoverà come tradizione da località Stra, di fronte alla Villa Pisani, percorrendo la Riviera del Brenta e il sito industriale di Marghera prima di raggiungere Mestre subito dopo il km 24 e il sottopassaggio della ferrovia, per poi puntare Venezia dal Parco San Giuliano, dove il percorso, dopo essere stato bello filante, presenta le prime tortuosità e si addentra nel Ponte della Libertà.

Venice Marathon: i punti delicati del percorso

Questo è il primo passaggio delicato della maratona di Venezia e abbastanza temuto dai partecipanti. Siamo al km 32 e cominciano gli ultimi 10 da affrontare con la spia delle energie lampeggiante.

Il ponte è lungo 4,5 km. Tutto rettilineo e pianeggiante. Ma scoperto, esposto al mare. Per questo motivo sembra non finire mai. Spesso lo si affronta con il vento contrario e a questo punto bisognerà aver speso bene nel tratto “facile” per gestirsi prima di arrivare nel cuore di Venezia. Dove saranno quattordici ponticelli con tavole in legno a richiedere nelle rampe di salita e discesa (seppur presentino semplici dislivelli) uno sforzo supplementare agli atleti. Manca poco al traguardo. Che non è, lo ricordiamo, a Piazza San Marco. Ma 1,5 km e tre ponti (i più ripidi) avanti. Vanno attaccati di slancio, con la massima concentrazione e le residue energie rimaste in corpo.

La maratona di Venezia sui ponti.


Lì spera di aver fatto una bella figura anche Alessandro Giacobazzi, 28enne modenese portacolori dell’Aeronautica Militare che dopo 14 maratone (di cui 9 concluse, PB di 2h15’25” a Torino, sette anni fa) correrà per la prima volta la Venice Marathon, sotto la guida di Piero Incalza, tecnico che segue anche Elisa Palmero, Pasquale Selvarolo e, da quest’anno, Daniele Meucci, un allenatore che porta avanti le sue idee in termini di preparazione e che “ci comunica le tabelle di allenamento mezza giornata alla volta, con lui è sempre una sorpresa…”.

Alessandro, la maratona di Venezia si avvicina. Parlaci dell’ultimo lavoro di qualità.
“Un’uscita di venti chilometri di medio variato a 3’12”, suddivisi in 3 km a 3’10” e recuperi da 1 km a 3’20″”.

Sappiamo che nella filosofia di Incalza c’è poco spazio per il lunghissimo.
“L’uscita più lunga, mettendoci dentro riscaldamento e lavori di qualità, è stata di 28 km. Con Piero si dà importanza alla continuità quotidiana e i volumi vengono suddivisi nelle due sedute giornaliere. Se vogliamo, l’effetto del lunghissimo si ottiene con le sessioni mattutine a digiuno (ne abbiamo fatte un paio in Puglia all’inizio della preparazione) in cui viene simulato quello che accade negli ultimi km della maratona, ovvero quando il corpo, esaurite le scorte energetiche, comincia a utilizzare i grassi”.


L’ultima tua maratona a Padova, in aprile, 2h17’56”.
“Bene i primi 30 km, poi il finale è stato faticoso, quando la lepre si è spostata e ho preso tanto vento in faccia, chiudendo un minuto sopra il target atteso”.

Cosa ti aspetti da Venezia?
“Essendo la prima volta non so cosa aspettarmi, tutti mi parlano del Ponte della Libertà. Non vedo l’ora di verificare se gli allenamenti saranno stati efficienti. Ho lavorato tanto sulla forza, servirà freschezza muscolare. Il tempo atteso? Capiremo meglio il ritmo gara da tenere e il passaggio da fare alla mezza alla vigilia, dopo aver fatto il test Conconi”.

La condizione, in base anche a quanto fatto vedere alla Trento Half Marathon, sembra esserci.
“L’ho corsa alla fine di una settimana di carico, solo al sabato avevo riposato complice il viaggio. Ho corso bene a Trento, così come a Zola Predosa, in un test sui 5000 metri dove ho chiuso in 14’32”.


Nel finale bisognerà fare i conti con l’insidia dei rinomati 14 ponticelli.
“La stanchezza giocherà di certo un ruolo fondamentale e serviranno elasticità ma anche lucidità mentale per affrontare i ponti. Bisognerà essere bravi soprattutto coi piedi in modo tale da aggredirli e non subirli”.

Con quanti km settimanali sulle spalle ti presenti alla Venice Marathon?
“Con 190-200 km. Non solo corsa, ma anche bici e nuoto”.

Con quali scarpe correrai?
“Sarà la mia prima maratona con le Asics Metaspeed Edge. Chiaramente le ho già provate in allenamento e devo dire che sono belle reattive. Mi permettono di spingere tanto, come piace a me, con il bacino proiettato in avanti”.

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