Alle 20,05 italiane di domani Giulia Aprile è attesa dalle batterie dei 1500 femminili. I mondiali indoor di Glasgow sono l’occasione per tornare a vestire l’azzurro che conta per la mezzofondista siracusana reduce da un inverno notevole, culminato con lo splendido sprint di Ancona in cui ha bruciato Marta Zenoni e si è presa di prepotenza il titolo italiano.
Che la stagione di Giulia Aprile, 28enne dell’Esercito da quest’anno trasferitasi da Livorno a Grosseto con tanto di cambio coach (da Marconi a Pannozzo), promettesse qualcosa di buono si era già capito durante le prime uscite affrontate con un passo deciso e riscontri cronometrici importanti. Come il 4’07″32 (quarto tempo di sempre al coperto sulla distanza) sui 1500 al Meeting Bronze in Lussemburgo e la vittoria a Mondeville, in Francia, sui 3000 metri, con un altro personale: 9’07″98.
Ora la grande chance di ben figurare in Scozia e proseguire con basi solide per le tante occasioni che offrirà la stagione all’aperto.
Giulia, a cosa attribuisci il tuo ritorno ad alto livello?
“Non lo definirei ritorno ad alto livello, ma semplicemente una stabilizzazione a buoni livelli. Il meglio deve ancora venire, ne sono certa. In primis devo ringraziare l’Esercito che non mi ha mai abbandonata neanche nei momenti più difficili, non sarei riuscita ad arrivare dove sono ora senza di loro. Devo ringraziare anche il mio nuovo allenatore Claudio Pannozzo, che mi ha aiutata a credere in me stessa e non ha mai dubitato delle mie potenzialità. Lui ha creduto in me fin dal primo giorno. E per questo gli sarò per sempre grata”.
Da quest’inverno infatti ti alleni a Grosseto.
“È cambiato tutto e il Centro Sportivo Esercito mi ha aiutato e affiancato in questa scelta, supportandomi anche con il proprio team fisioterapico”.
Sei a Glasgow per..?
“Per migliorarmi e chissà, sognare una finale. Devo dire che sono tranquilla perché consapevole di aver lavorato bene e sento di avere anche tanto margine, soprattutto a livello mentale. Ho gareggiato molto a livello indoor rispetto ad altre atlete, mi serviva per fare “esperienza” a livello internazionale. E’ arrivata anche qualche vittoria, ma ci sono molte cose che devo migliorare ancora”.
Che obiettivi ti sei prefissata per questo 2024?
“Durante il primo giorno di allenamento con Pannozzo abbiamo stilato una lista di traguardi, tra cui le Olimpiadi. Molti obiettivi sono già stati raggiunti, quindi ad oggi vorrei davvero che questo sogno si realizzasse”.
Curerai solo i 1500 o ti vedremo anche su altre distanze all’aperto?
“Correrò anche altre distanze, ma preferisco non dire nulla. La ragazze italiane stanno andando molto forte, il che è un bene per tutto il movimento. Io cercherò di ritagliarmi il mio spazio”.
Il titolo italiano indoor e le vittorie nei meeting esteri possono aver cambiato le prospettive di questa stagione?
“I meeting servono per capire come muoversi in gare di alto livello. Sembra strano ma spesso arrivo al traguardo con energie e questo significa che non so ancora gestire bene le competizioni con atlete mondiali, ed è quello su cui sto lavorando”.
A Madrid, nell’ultima uscita pre-mondiali di venerdì scorso, è arrivato solo un quinto posto. Ti è mancato qualcosa per seguire Ludovica Cavalli o non hai voluto strafare in vista di Glasgow?
“Sono andata a Madrid per correre forte ma hanno chiesto dei passaggi folli. Anche Ludovica Cavalli era d’accordo con la mia strategia di gara. Sono partita cauta nella prima parte di gara, ma come spesso succede la gara non è stata tirata come prefissato. Ludovica ha espresso tutta l’esperienza maturata l’anno scorso e ha portato a casa una bella vittoria, è stata più coraggiosa. A me non resta che imparare”.
foto Grana / Fidal