Le verità del Golden Gala di fine stagione: azzurri in riserva, urge staccare la spina

Il Golden Gala grandi firme, sfruttando la scia dei Giochi Olimpici, è stato un’alternanza di ottime prestazioni (soprattutto straniere) e di evidenti segnali di stanchezza al termine di una stagione estenuante. La collocazione del 30 agosto non ha strizzato l’occhio soprattutto agli atleti azzurri, presenti in massa all’Olimpico (19) come poche volte accaduto in una tappa di Diamond League.

Dai mondiali indoor alle World Relays all’inizio di maggio. Dai minimi da inseguire agli Europei in casa preparati in piena primavera (un vero e proprio trionfo con le 24 medaglie conquistate) finendo con i Giochi Olimpici. Fisiologico risentire delle fatiche di un’annata comunque da incorniciare per l’atletica italiana.

Da Simonelli a Sito: quanti azzurri in riserva

Il nome che salta subito in mente è quello di Lorenzo Simonelli, il 21enne romano che a giugno volava verso l’oro in 13″05, nella stessa pista è comprensibilmente lontano parente di quello della prima parte di stagione, che in coda gli ha presentato anche l’inghippo della semifinale parigina.

Il sesto posto e un tempo “normale” di 13″34 sono il segnale che il motore è ormai in riserva, un po’ come quello della compagna d’allenamenti Zaynab Dosso che saggiamente ha deciso di fermarsi dopo le Olimpiadi.

Gianmarco Tamberi al Golden Gala.


Il rompete le righe e Marcell Jacobs sono ancora separati da una gara, il Galà dei Castelli di Bellinzona del 9 settembre. Ma l’interrogativo è d’obbligo: nel 10″20 da rialzato di Roma, il bresciano ha lamentato l’indurimento dei bicipiti, al contrario di una settimana fa, quando probabilmente aveva sparato l’ultima cartuccia di questo 2024 in Silesia (9″93).

Non è ancora al top Gianmarco Tamberi: dopo il 2,31 con vittoria a Chorzow, Gimbo non è riuscito con suo dispiacere a far esaltare la curva accorsa allo stadio per lui, fermandosi a 2,27. Il mese di agosto è stato a dir poco travagliato per l’anconetano. E tra pochi giorni sarà giusto staccare la spina e pensare con calma al futuro.

Anche Leo Fabbri dev’essere molto stanco. Va in pedana ininterrottamente da maggio, quasi sempre da protagonista. Il 21,70 alle spalle dell’infallibile Crouser non può essere considerato, a questo punto della stagione, un passo indietro.

Ma le energie fisiche e mentali cominciano a scarseggiare anche dalle parti di Luca Sito, tornato sopra i 45″, Giada Carmassi, che tra La Spezia e Parigi viaggiava abbondantemente sotto i 13″ e ieri ha chiuso in 13″20, e delle due astiste di punta della Nazionale, Elisa Molinarolo e Roberta Bruni.

Diaz e Vissa freschi, Battocletti di un’altra categoria

Più freschi sono gli atleti che non a caso erano entrati in condizione – per volontà o necessità – un po’ più tardi o hanno gareggiato di meno, come il bronzo olimpico Andy Diaz, vincitore del triplo con 17,32, e Sintayehu Vissa, ieri a un passo, anzi a un centesimo, dal ritoccare il record italiano dei 1500 firmato a Parigi (3’58″11).

Andy Diaz vincitore del triplo.


A proposito di 1500 donne: Nadia Battocletti, approfittando delle distanze “prolungate” che le hanno dato immense soddisfazioni a Europei e Olimpiadi ma anche delle sue incredibili capacità di programmazione (non va dimenticato come in autunno la vedremo poi protagonista su strada e nel cross), è tornata sul miglio, pallino di inizio 2024 e sicuramente grande obiettivo per gli anni a venire. Con un ultimo giro in progressione, l’allieva di papà Giuliano è scesa per la prima volta sotto i 4 minuti. Con la sensazione che il 3’59″19 possa rappresentare l’inizio di una nuova storia.

Nugent e Yavi a un passo dalla storia

Se l’atmosfera generale a tratti è sembrata quella da ultimi giorni di scuola, complice anche gli ampi vuoti negli spalti che hanno reso vani tutti i tentativi operati in fase di comunicazione dagli organizzatori nelle ultime settimane, va ricordato come diverse star straniere abbiano onorato il Golden Gala: Letsile Tebogo con il 9″87 sul rettilineo, il già citato Crouser con 22,49 nel peso, lo zambiano Samukonga appena sotto i 44″ nei 400 metri, ma soprattutto la giamaicana Nugent nei 100 ostacoli con un 12″24 da far paura (quarto crono all-time) e la bahranita Yavi, oro a Parigi, fermatasi a sette centesimi dal record del mondo nei 3000 siepi con 8’44″39. Chapeau.


Più info sul Golden Gala su rome.diamondleague.com

foto di Grana e Fama / Fidal

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