Great Nnachi a caccia di riscatto dopo il periodo di pausa: il punto con Luciano Gemello

Ha staccato la spina nella seconda parte di stagione, perché era necessario allentare la tensione accumulata nei mesi precedenti, quando dopo l’ottimo esordio stagionale, Great Nnachi non aveva confermato le misure che lei stessa si aspettava.

L’argento europeo under 20 contava di compiere un ulteriore salto di qualità in primavera, per guadagnarsi la maglia azzurra in vista delle grandi competizioni internazionali, a cominciare dagli Europei di Roma. La ventenne torinese si è ora rimessa a lavoro per preparare un 2025 di alto livello. Al suo fianco c’è sempre il fidatissimo coach Luciano Gemello, con il quale abbiamo fatto il punto della situazione sulla portacolori dei Carabinieri cresciuta nel Cus Torino, capace di catturare da tempo le attenzioni mediatiche (a 13 anni ha creduto in lei Robe di Kappa, nella persona del presidente Marco Boglione) e degli addetti ai lavori, dal momento in cui realizzò il record italiano cadetti nel salto con l’asta senza la possibilità di omologarlo perché priva della cittadinanza italiana che ha poi ottenuto a diciotto anni (un mese dopo i mondiali di Cali che si è persa poiché non convocabile…) al termine di un lungo iter.

Luciano, riassumiamo la stagione di Great Nnachi.
“In verità non abbiamo raggiunto nessuno dei risultati prefissati. Credo sia stata la peggior annata della nostra storia. E dico questo in base alle sue possibilità. L’inizio era stato incoraggiante: 4,45 al coperto e la migliore misura al mondo della sua categoria. Ma poi ci siamo persi per strada e non abbiamo più raggiunto quelle vette”.

Cosa avevate messo nel conto?
“Great, con le qualità che ha, è capace di saltare anche i 4,70 e raggiungere in questo modo la soglia d’eccellenza. E’ quello l’obiettivo che ci siamo prefissati. Mancano ancora 25 centimetri. Speriamo che il 2025 possa rappresentare l’anno della svolta e far emergere tutto il suo enorme potenziale”.

Cosa non ha funzionato?
“Il fatto di aver puntato troppo in alto. Pensavamo di poter correre per un posto alle Olimpiadi. E allora quando le cose non vanno come vuoi, meeting dopo meeting, subentra il pessimismo. E’ quello che è accaduto quando Great non si è qualificata per gli Europei. Avrebbe dovuto saltare 4,50, era nelle sue corde chiaramente”.

Infatti a un certo punto Great è sparita dai radar.
“Ho ritenuto doveroso prendersi una pausa, non siamo andati né ai campionati italiani di categoria né a quelli assoluti. Non avrebbe avuto senso. Abbiamo fatto altro, affinché si distraesse dal focus principale e non aggiungesse ulteriore stress al cedimento mentale avuto dopo gli europei di Roma. Si è dedicata al salto in lungo, persino al lancio del disco in allenamento”.


Bisogna dunque lavorare sulla serenità dell’atleta.
“Patisce ancora tanto la prestazione, l’aspetto mentale è quello su cui deve migliorare. Ha bisogno di vivere gli appuntamenti importanti con più tranquillità. Il suo dispendio energetico è ancora troppo alto, per riprendersi dopo una gara ci mette un po’. Quando quest’anno si è presentata a un paio di competizioni consecutive per costruire il ranking, è andata in difficoltà”.

Eppure le sue qualità sono indiscutibili.
“Credo di poter affermare che poche ragazze al mondo saltano bene come lei. Per la sua tecnica, Great ha ricevuto i complimenti anche dalla campionessa olimpica Nina Kennedy al termine di una gara condivisa sotto il diluvio. I risultati arriveranno. I problemi semmai sono altri…”.

Quali?
“Non abbiamo un impianto indoor per saltare. Non ce n’è uno in tutto il Piemonte. E da noi sapete com’è il clima, da ottobre ad aprile. Bisogna andare ad Aosta o in altre Regioni. Abbiamo ottenuto la disponibilità del Master Club Fioccardo per installare una pedana srotolata su erba sintetica, ma non abbiamo avuto la collaborazione del Comune per il progetto. Siamo ancora alle promesse dello scorso anno”.


E quindi?
“Quindi siamo alle solite. Il cane che si morde la coda. Abbiamo Tamberi che è il più forte altista del mondo. Ma chi ha sostenuto Tamberi quando non era Tamberi? Ora abbiamo la saltatrice con l’asta più forte in senso futuribile, ma chi la sta sostenendo? Chi investe? Okay, in Italia si salta bene a Padova, ma sono tre ore e mezza da qui. Lì Great ci va solo per i raduni con la nazionale”.

Quando parli di Great Nnachi si capisce il rapporto speciale che vi lega.
“Per me è come una terza figlia. Con Great abbiamo già vinto. E’ una ragazza stupenda ed educatissima. Studia all’Università (Biotecnologie, ndr) con profitto. Ha un bel fidanzato che gioca nei Giaguari (football americano). E’ un carabiniere nonché Alfiere della Repubblica per i fatti che tutti conosciamo legati alla sua difficoltà ad ottenere la cittadinanza. E’ la veterana del mio gruppo di 25 atleti e da quando ha preso la patente, si rende anche disponibile ad accompagnare i più piccolini che si allenano con noi. Penso semplicemente che possa essere un esempio per tutti i giovani. Ed è un simbolo dell’emancipazione”.

Che obiettivi vi siete dati per il 2025?
“Abbiamo tre grandi appuntamenti. Gli europei assoluti indoor di Apeldoorn, anche se la finestra per qualificarsi è stretta, si decide tutto nel giro di un mese. In estate, gli europei Under 23 e le Universiadi in programma in Germania, due manifestazioni in cui Great ha tutte le carte in regola per fare una bella figura”.


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