Ma gli incarichi della struttura tecnica? A tre mesi dalle elezioni non sono ancora stati ufficializzati

Bisognerà ormai attendere, con ogni probabilità, il prossimo Consiglio. E comunque vada, l’impressione è quella di un notevole ritardo. Siamo quasi a Natale e non si conosce ancora la composizione della struttura tecnica per il prossimo quadriennio olimpico che si dirige a grandi falcate verso Los Angeles 2028.

Un notevole ritardo, se si considera che in estate fece discutere la decisione della federazione di andare prestissimo alle urne, l’8 settembre a Fiuggi, in piena stagione agonistica e tra un meeting post-parigino e l’altro.

Una scelta motivata dai vertici come fondamentale per rimettersi subito al lavoro e programmare i nuovi obiettivi di un’atletica mai come adesso così vincente. A tre mesi dalla conferma di Stefano Mei come presidente, la montagna ha invece partorito un topolino, ovvero l’inappuntabile conferma – arrivata la settimana scorsa – di Antonio La Torre a capo della direzione, uomo pratico e di campo che ha sottolineato l’importanza di non perdere tempo, anche in prospettiva Brisbane 2032.

Il presidente Mei, elogiando giustamente i meriti di La Torre, ha annunciato di non esser riuscito a coinvolgere in un progetto per la maratona Stefano Baldini, il quale avrebbe declinato a malincuore l’offerta a causa dei molteplici impegni. Nota a margine: difficilmente avrebbe potuto accettare di vestire per tutto l’anno Joma essendo uno dei volti simbolo di Asics nel mondo.

Antonio La Torre, dt della Fidal.


Dicevamo della struttura tecnica: nell’ultimo Consiglio federale, ci si aspettava molto di più. E invece la lista dei nomi è slittata ancora. Secondo i ben informati, non mancheranno i volti nuovi. Da Stefano Tilli, in qualità di figura a tutto tondo, a Paolo Camossi, coinvolto nei salti, passando per Vincenzo De Luca (ostacoli) e Nicola Silvaggi (lanci). Tuttavia, niente di quell’ufficialità indispensabile per riattivare i motori.

L’impressione, per un osservatore esterno ignaro “delle note manovre politiche” che accompagnano a ogni latitudine i valzer delle poltrone, è che in Fidal non ci siano le idee molto chiare.
Una situazione che collide fortemente con l’immagine di una federazione che nel 2024 si è definitivamente issata al comando dell’Europa. E che stride con quei binomi tecnico-atleta che funzionano dappertutto sul territorio e portano a casa incredibili risultati dai campi di gara, vedi l’ultima impresa – in senso cronologico – firmata ieri da Nadia Battocletti, circondata da uno staff d’eccellenza capeggiato da papà Giuliano.

Qualunque siano i motivi di questo ritardo (cercheremo di informarvi al proposito, coinvolgendo anche i diretti interessati), ad andarci di mezzo è la programmazione organica dell’attività: dai raduni al dialogo con i tecnici sugli obiettivi dei singoli atleti che nella maggior parte dei casi ancora non c’è stato, in vista di una stagione post-olimpica – e quindi di ricostruzione – comunque ricca di appuntamenti importanti.

foto Grana / Fidal

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