Era ora. Al sesto giorno di competizioni, Mattia Furlani ha portato a casa la prima medaglia azzurra di questa Olimpiade dell’atletica. Non c’erano riusciti finora alcuni degli atleti più attesi, come Leonardo Fabbri e i marciatori. Ce l’ha fatta invece questo ragazzo di 19 anni, che vola leggiadro su tutte le pedane del mondo.
Mattia Furlani in pochi mesi si è trasformato da promessa a solida realtà del salto in lungo mondiale. A Glasgow e agli Europei di Roma si era messo in scia al più forte, il greco Tentoglou, non a caso dominatore anche della gara di Parigi ieri.
Furlani si è piazzato terzo con il primo salto della serata, con cui ha raggiunto la misura di 8,34, la stessa che gli aveva permesso quest’inverno di staccare il pass per le Olimpiadi. Con il passare dei minuti, oltre al numero uno della specialità, a superarlo è stato capace solo il giamaicano Pinnock, di due centimetri.
Nulla però può mettere in discussione il talento di questo scapigliato reatino allenato da mamma Khaty Seck, che a Parigi, anche per la continuità tecnica palesata in tutta la serie della finale, ha dimostrato di aver compiuto un ulteriore salto di qualità.
A questo punto non si può non immaginare un futuro di grandi successi per questo campioncino in erba arrivato ai Giochi con i piedi per terra, consapevole di poter andare a medaglia ma anche di dover superare l’esame del grande evento.
A giudicare dalla prestazione e dall’atteggiamento, Mattia non ha subito così tanto la pressione. E’ andato in pedana consapevole del lavoro fatto a Rieti, lavoro che solo dalla scorsa stagione ha previsto una completa specializzazione sul salto in lungo.
Furlani ha insomma fatto abbondantemente il suo. Tamberi (recupererà la migliore condizione per sabato?), la 4×100, Andy Diaz, Larissa Iapichino… ora tocca a voi: fateci sognare!