A 15 anni una così, in Italia, non si era mai vista. Kelly Doualla, al primo anno Allievi si gode, con la serenità che non deve mancare a quell’età, la notorietà derivata dagli incredibili sprint di cui è stata capace in questo inizio di stagione.
L’ultimo sabato scorso ai Campionati italiani di categoria di Ancona, quando la promettente sprinter di Sant’Angelo Lodigiano ha vinto il titolo dei 60 metri con il tempo di 7″19, il migliore di sempre in Europa per un’atleta Under 18 e non lontano dal record del mondo aggiornato poche ore dopo da Lisa Raye (classe 2008) di Trinidad e Tobago con 7″13.
L’allieva di Walter Monti all’Athletic Elite (ma in gara difende i colori del Cus Pro Patria Milano), figlia di genitori camerunensi, ha addirittura firmato il minimo per gli europei assoluti di Apeldoorn. La domanda che in queste ore tutti si pongono è sempre la stessa. La vedremo agli Assoluti tra dieci giorni? Sarà sui blocchi in Olanda con la maglia azzurra? Il dibattito, anche a livello federale, è in corso. Ma non è ancora stata presa una decisione dalla ragazza e dal suo staff.
“Ci siamo presi due giorni di pausa per staccare e riflettere – conferma il tecnico Monti – L’idea di fondo è quella di non accelerare la sua crescita, anche se poi i risultati eclatanti possono in qualche modo modificare i piani iniziali. Decideremo in maniera serena perché noi, nonostante tutto, restiamo tranquilli e con i piedi per terra. All’esterno vedo invece molto clamore e agitazione, che non devono condizionare il percorso di Kelly”.
Walter, torniamo al crono di sabato. Cosa ci puoi dire?
“Che l’anno è cominciato bene. Che se un talento come Doualla fa 7″27 da cadetta, è anche normale che l’anno dopo si migliori. Il contrario sarebbe un fallimento. Dall’altra parte, però, c’è chi dice che dai Cadetti agli Allievi una sprinter deve migliorarsi di mezzo secondo. Dimostrando di conoscere ben poco dell’atletica”.
Vi eravate dati degli obiettivi cronometrici?
“Sì, anche in maniera un po’ goliardica. Io e Kelly avevamo fatto una scommessa per il 2025. Lei avrebbe dovuto battere il tempo di 7″20 che realizzai nell’ultimo anno della mia modestissima carriera. Ci è già riuscita. Quando ne abbiamo parlato, non conoscevamo nemmeno il minimo per gli europei”.
A vedere il video, sembra che esploda dai blocchi una sorta di proiettile.
“La sua partenza è impressionante, ma è ancora migliorabile. Kelly ha una forza esplosiva fuori dal comune e dei piedi unici. E in transizione dai 10 ai 30 metri, fa il vuoto. Impossibile starle dietro. Volevamo mettere a punto alcuni dettagli per questi 60 metri ma nelle ultime settimane non abbiamo avuto molto tempo a disposizione”.
Immaginiamo che Kelly sia il più grande talento da te mai allenato.
“Non c’è dubbio, ma credo che valga per la maggior parte dei tecnici italiani. Una così non si è mai vista. Forse solo Stefano Tilli, che per un periodo allenò Merlene Ottey. Ma la giamaicana era più avanti con l’età”.
D’ora in avanti l’impressione è che non sarà facile gestire Kelly. Da pochi giorni è anche passata nella scuderia di Federico Rosa, manager dei più grandi campioni dell’atletica.
“Non mi era mai capitato, ma questa decisione è di competenza della famiglia. Io mi adeguo e penso solo a fare bene il mio lavoro al campo”.
foto Grana / Fidal