Prosegue il nostro breve viaggio nel mondo di Kelvin Kiptum, per capire cosa c’è dietro quel favoloso record del mondo stampato domenica alla maratona di Chicago e soprattutto cosa dobbiamo aspettarci nel 2024.
All’indomani dell’impresa del 23enne keniano, ha parlato a diversi media francesi il suo allenatore, Gervais Hakizimana, ruandese che ha ottenuto da poco la cittadinanza transalpina dopo molti anni trascorsi da “straniero” a Parigi correndo nel weekend e lavorando come corriere e impiegato di pulizie durante la settimana.
Hakizimana, runner di buon livello, ha conosciuto Kiptum durante i suoi allenamenti in Kenya. Poi è rimasto nella Rift Valley a causa del Covid ed è lì che ha cominciato a seguire il keniano: i due si sono allenati insieme nelle foreste attorno a Chepkorio, luogo di nascita di Kiptum (distante circa 40 km da Eldoret, la mecca dei runner) e dal 2021 hanno pianificato un programma specifico per la maratona.
Il tecnico di Kiptum ha affermato di essere “molto preoccupato per i carichi di lavoro che si sobbarca Kelvin”, pronosticando che andando avanti di questo passo “tra cinque anni il suo fisico non reggerà più”.
Hakizimana – se Kiptum non rallenterà i ritmi – teme che il suo campione possa iniziare a combattere con gli infortuni.
Ma come prepara una maratona Kiptum?
Si sa ormai che il keniano percorre dai 250 ai 300 km a settimana!
E che la sua tabella di allenamenti prevede volumi enormi e pochissimo riposo.
La preparazione di una 42,195 km durerebbe 4 mesi, con un primo mese da 900 km, il secondo con un picco da 1200 km per poi diminuire con l’avvicinarsi dell’evento.
Kiptum, a quanto pare, non è propenso soprattutto a concedersi tra un evento e l’altro alcuna settimana di riposo, a meno di clamorosi episodi di stanchezza.
Hakizimana sta invece provando a convincerlo a fermarsi un mese dopo le fatiche di Chicago. Ci riuscirà?
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