Il 2025 di Larissa Iapichino scatta domani pomeriggio da Padova. L’allieva di papà Gianni avrebbe dovuto fare il suo esordio al coperto al meeting di Dusseldorf, ma l’idea di avere a che fare con la sperimentazione del salto in lungo a battuta libera non va proprio a genio alla 22enne fiorentina.
E poi altro che esperimenti: tra un mese ci sono gli europei, ad Apeldoorn. E la portacolori delle Fiamme Oro ci arriva da vicecampionessa in carica: due anni fa, nella rassegna di Istanbul, fu medaglia d’argento alle spalle di Jazmin Sawyers con 6,97, che rappresenta ancora il suo personale.
La crescita di Larissa
In questi due anni Larissa non è riuscita a migliorare quella misura, ma ci è andata sempre vicinissima. La sua crescita è sotto gli occhi di tutti, come evidenziato dai piazzamenti di prestigio ottenuti in tutte le principali competizioni internazionali.
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Analizzando il 2024 di Larissa, non può non balzare all’occhio l’incredibile costanza delle sue prestazioni. Non solo considerando il salto più lungo all’interno di una gara. I progressi sono a livello di tutta la serie, perché i salti eleganti della Iapichino rientrano quasi sempre nel range tra i 6,80 e i 6,90.
Difficilmente Larissa sbaglia una gara. Raramente commette nulli. Tutti segni di solidità e stabilità tecnica che le consentono di lottare ogni volta che si presenta in pedana per il successo o, mal che vada, per un posto sul podio.
Le serie del 2024
Escludendo la prestazione non esaltante dei mondiali indoor di Glasgow della scorsa primavera (settimo posto con 6,69), ripercorriamo brevemente i trend di Larissa nelle principali competizioni del 2024.
La cartina di tornasole del livello raggiunto dalla figlia d’arte sono gli Europei di Roma, conclusi con l’argento alle spalle dell’imprendibile Malaika Mihambo.
Larissa ha agguantato il secondo posto grazie alla misura di 6,94, a un solo centimetro dal suo personale all’aperto realizzato nel 2023 a Monaco. Ma è l’intera serie a convincere: 6,82-6,84-6,86-6,90. Tutta in progressione. Per avvicinarsi alla migliore performance arrivata poi all’ultimo salto, indice anche di una migliorata capacità di gestire la pressione, oltretutto davanti al pubblico di casa.
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Anche alle Olimpiadi di Parigi, chiusa al quarto posto, la Iapichino ha fatto della costanza l’arma con cui ha provato l’assalto alle medaglie, con tre salti sopra i 6,80 (6,83, 6,85 e 6,87, la misura ottenuta anche in qualificazione).
In stagione, i 6,80 le hanno poi permesso di aggiudicarsi il diamante della Diamond League alle finali di Bruxelles, al termine di un’annata che l’aveva vista primeggiare anche nella tappa di Parigi-Charlety in luglio con 6,82, saltare 6,86 a Palermo nel test pre-europei e 6,80 ad Ancona indoor.
La barriera dei 7 metri
L’attacco ai 7 metri parte da basi solide e molte certezze. Serve ora quello step in più per giocarsi al meglio le proprie carte dinanzi a Mihambo (ieri 7.07 a Karlsruhe) o a una fuoriclasse assoluta come la campionessa olimpica Tara Davis.
Il nuovo capitolo del percorso verso la completa maturità parte con ai piedi un nuovo strumento da utilizzare per aumentare la velocità allo stacco, ovvero la nuova rincorsa da 17 passi senza preavvio, con partenza da fermo con il piede sinistro (l’anno scorso i passi erano 15, con preavvio). Un cambiamento importante, da rifinire salto dopo salto, prima di volare verso la conquista di altre prestigiose medaglie.
foto Grana / Fidal