Leonardo Fabbri, il gigante gentile che ha imparato a stare tra i grandi

A peso d’oro. I lanci di Leonardo Fabbri sono sempre più preziosi: con i 22 metri e 37 centimetri raggiunti ieri sera al meeting Gold di Lievin (dove peraltro abbiamo assistito a un’altra grande prestazione di Simonelli sui 60 hs con 7″51), il fiorentino dell’Aeronautica Militare ha realizzato il record italiano indoor, superando di 31 centimetri quello stabilito un anno fa da Zane Weir agli Europei di Istanbul.

Proprio da quel giorno, in cui Fabbri fu disastroso con sei nulli, il ragazzone gentile e in un certo senso apprendista della specialità, ha iniziato la sua trasformazione in atleta di prim’ordine, capace di esaltarsi su tutte le pedane del mondo. Centimetro dopo centimetro, ha ricucito il gap con gli avversari più forti, fino a raggiungerli e, sovente, sorpassarli.

A impressionare, nella crescita di Leo Fabbri, è innanzitutto la continuità di rendimento. Da molti mesi, i lanci dell’allievo di Paolo Dal Soglio, superano i 21 metri. La media alle gare è di circa 21,60. Una base così solida permette poi di arrivare agli exploit: su tutti, la cannonata d’argento ai mondiali di Budapest (22,34), quella in sala di ieri, a cui ha aggiunto 3 centimetri.


Altro fattore determinante è la convivenza di fatto con il compagno di squadra Zane Weir, anch’egli della stessa pasta tanto da poter lecitamente sognare doppiette pesanti, magari agli Europei di Roma.
I due, guidati da Dal Soglio, che sia in Veneto o nel buen retiro di Stellenbosch, si allenano e gareggiano insieme. Studiano e apprendono l’uno dall’altro. In una parola, quella contaminazione di recente citata da coach Frittoli per spiegare la crescita dei multiplisti Dester e Gerevini.

Leo Fabbri è diventato nel giro di un anno un faro del nostro movimento, un bello spot: sorridente, disponibile, un po’ guascone, come tutti i toscani. Ma incredibilmente serio e meticoloso, tanto da pretendere molto da se stesso e rivolgersi pure a un nutrizionista, l’ex discobolo Diego Fortuna, per curare i dettagli fisici e compiere il salto di qualità.


Adesso Fabbri si confronta con la storia: dopo Lievin, è già il secondo europeo di sempre al coperto, a 18 lunghezze da Timmermann e il sesto all-time nel mondo. Glasgow lo aspetta, poi i grandi obiettivi outdoor, sognando di raggiungere il mito Andrei (22,91) e, perché no, di mettere pressione a sua maestà Crouser.

“Mi sono piaciuto molto e ho ancora tanto margine – ha detto a Lievin – Oggi mi aspettavo un gran lancio ma non sono ancora soddisfatto della misura: meglio non dire quanto ho fatto in riscaldamento…”. Del resto, in autunno, dal Sudafrica, Leo ci confessò di voler aggiungere un altro metro ai suoi lanci. Noi gli abbiamo creduto e ce lo godiamo.

Foto Colombo – Grana / Fidal

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