Linda Olivieri senza Giochi: “Meritavo Parigi, otto centesimi non valgono la mia esclusione”

Otto centesimi. Otto fottutissimi centesimi possono trasformare un sogno da realizzare in un incubo dentro cui precipitare. Otto maledetti centesimi che bocciano un percorso molto valido, fatto di sacrifici, prestazioni di qualità e tempi incoraggianti. Otto centesimi costati molto cari a Linda Olivieri, che non andrà alle Olimpiadi di Parigi ma lo avrebbe meritato.

Il nome della piemontese che domenica prossima compirà 26 anni non figura nella lista dei 76 convocati dalla federazione per i Giochi. Ma questa non è la storia di un’esclusione dell’ultim’ora né di una sorpresa. Era già stato tutto deciso a La Spezia, un’ora dopo la fine dei 400 ostacoli che hanno assegnato il titolo italiano, in una domenica dai contorni spietati per le dirette interessate.

Linda ha tagliato il traguardo al terzo posto. Davanti le sono arrivate Alice Muraro, la più in forma sulla distanza in questo 2024, e di un soffio anche Rebecca Sartori, che ha iniziato a correre tardi per via degli infortuni invernali.

Con l’intoccabile Folorunso, quarta e alle prese con una stagione incolore all’inseguimento della ritmica migliore, il terzo e ultimo slot per le Olimpiadi se lo giocavano proprio Sartori e Olivieri: amiche, compagne di allenamenti (a Milano, con Giorgio Ripamonti) e appartenenti allo stesso gruppo militare (le Fiamme Oro). La prima, che aveva fatto 54”82 nel 2023 e che a La Spezia ha corso in 55”33. La seconda, decisamente più in forma, era scesa a 54”99 agli Europei di Roma, vantando dunque il terzo tempo stagionale tra le italiane.

Linda Olivieri in azione nei 400 ostacoli.


Un solo colpo in canna ha convinto però il d.t. Antonio La Torre a puntare le fiches su Rebecca Sartori. A farne le spese, sul filo di lana, proprio la Olivieri, protagonista di una super primavera: nove meeting di livello, due personali, la prima volta sotto i 55 secondi. Non è bastato. E in quel pianto a dirotto, al Centro Sportivo Montagna, c’era tutta la delusione di una ragazza che ci ha creduto fino in fondo e che pensava di meritare altra considerazione.

“Sappiamo tutti che i Campionati italiani non sono un Trials dove i primi tre vanno diretti ai Giochi Olimpici, ma una gara sicuramente utile a chi deve fare delle scelte. Credo che quanto successo a La Spezia non rispecchi appieno la stagione. Solo su Alice (Muraro, ndr) possiamo tutti dire che non potevano esserci dubbi” spiega Linda Olivieri, che nelle ultime ore aveva esternato anche sui social il proprio risentimento.

Linda, alla vigilia di La Spezia si è fatta strada questa idea forse ingiusta di spareggio con Rebecca Sartori.
“In questo gioco avevo da perderci soltanto io. Perché Rebecca è stata fuori per un po’ per infortunio mentre io ho gareggiato due mesi di fila e non mi sono mai risparmiata, dovendo risalire il ranking per qualificarmi agli Europei, passaggio obbligato sulla strada verso le Olimpiadi. A La Spezia non ci sono arrivata col pieno delle forze e quindi non potevo giocarmela ad armi pari per via della stanchezza”.

Eppure sei arrivata terza a soli 8 centesimi dalla tua avversaria di giornata.
“Se avessi corso un secondo più lenta avremmo potuto fare altri discorsi. Ma otto centesimi non vogliono dire niente sul mio stato di forma rispetto a quello delle altre. Io ho dimostrato di andar forte nei precedenti dieci meeting”.

Un verdetto proprio difficile da mandar giù.
“Sicuramente Rebecca è in crescita. Hanno scelto di portare un’atleta con delle potenzialità esprimibili da qui ad agosto. Io il mio potenziale l’avevo già dimostrato”.


Con Rebecca, specifichiamolo, niente di personale, giusto?
“Assolutamente no. Io e Rebecca abbiamo un rapporto speciale, di cui siamo molto fiere, e nonostante la mia delusione infinita una parte di me è contenta per lei. E’ la mia migliore amica e tra di noi abbiamo parlato a lungo di tutto quello che è successo la settimana scorsa. E’ giusto sottolineare che per noi ostacoliste si tratta di una partecipazione che non cambia la carriera, il livello è stratosferico e non saremmo di sicuro andate a medaglia. Appunto per questo motivo andare alle Olimpiadi dovrebbe essere un premio per i più meritevoli. E io credevo di averlo meritato sul campo per la stagione che ho fatto”.

Anche attraverso prestazioni costanti e la prima volta sotto i 55 secondi.
“Ho dimostrato di andar forte e di correre sempre su tempi stabili, mancando il minimo olimpico per soli quattordici centesimi. E’ la stessa atletica di chi a Parigi ci andrà, si trattava solo di valorizzare e credere un po’ di più nelle mie qualità. Ma non è andata così purtroppo”.

Raccontaci quei minuti di La Spezia.
“Appena siamo arrivate al traguardo, la direzione tecnica ci ha comunicato che entro un’ora ci avrebbe fatto sapere chi tra me e Rebecca sarebbe andata a Parigi. Abbiamo vissuto un momento di grande angoscia e stress emotivo per una decisione comunque difficile da prendere”.

E poi?
“E poi ci hanno chiamate e comunicato che la scelta ricadeva su Rebecca. Mi è crollato il mondo addosso. Però tengo a precisare che non si tratta di una decisione in assoluto sbagliata. A Parigi ci va un’atleta validissima. Io parlo per i miei risultati e ritengo che avrei meritato più considerazione. Otto centesimi non valgono la mia esclusione: sono la terza italiana in stagione e sono arrivata terza agli Assoluti. Se alle Olimpiadi vanno in tre, allora penso che dovevo far parte del terzetto”.

In questi giorni di cocente delusione è arrivata almeno una grande soddisfazione personale.
“Mercoledì ho completato gli studi con la Laurea nel Master in Architettura degli Impianti Sportivi al Politecnico”.

Linda Olivieri agli Europei di Roma.


La tesi?
“Sul rifacimento del Centro Sportivo XXV Aprile di Milano. Appena ho saputo che la struttura avrebbe dovuto rifarsi il look su commissione del Cus, mi sono aggregata al progetto”.

Come sarà adesso la tua estate?
“Al momento non ho più stimoli. Continuerò ad allenarmi ma credo che la mia stagione agonistica possa finire anche qui. Senza un obiettivo è dura. Ci sono pochi meeting e non ho mai corso a settembre”.

E se ti dico Los Angeles 2028?
“E’ così lontano che nemmeno ci penso. So di certo che sarà un obiettivo. E vorrei arrivarci con meno dubbi sul mio conto e qualche problema in meno. Mi piacerebbe essere più tutelata come atleta”.

Linda, ci vorrà del tempo per far passare l’amarezza: dopotutto le prospettive di questo 2024 erano piuttosto incoraggianti.
“L’infortunio agli ischiocrurali dopo le Olimpiadi di Tokyo ha determinato due stagioni piuttosto tribolate. Nel 2022 sono riuscita a disputare sia i mondiali in Oregon che gli Europei di Monaco ma ero dolorante e ho corso in 56 netti, niente di speciale. L’anno scorso ho corso piano per l’edema osseo al bacino figlio dell’infortunio precedente. Questo doveva rappresentare la rinascita e in parte lo è stato. Le Olimpiadi sarebbero state la ciliegina sulla torta, ma non è andata come speravo. D’altronde, nel nostro sport i momenti bui sono molto più numerosi di quelli felici. Bisogna farsene una ragione”.

foto Grana / Fidal

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