Maratona di Parigi mossa e incerta: keniani ed etiopi in pole, ma deciderà la strategia

Eliud Kipchoge per il tris. Kenenisa Bekele per la leggenda. Ma anche Benson Kipruto e Alexander Mutiso Munyao, vincitori delle ultime major. Mancano poche ore alla maratona di Parigi, una delle gare più attese alle Olimpiadi e quest’anno aperta davvero a ogni pronostico.

Sarà una maratona da interpretare: senza lepri e con un percorso unico nel suo genere che non proporrà tempi stratosferici ma giochi tattici. Dal 14° al 20° chilometro, la strada infatti salirà parecchie volte e metterà a dura prova gli atleti in gara. Per non parlare della dura erta al 27° chilometro di gara, dove la strada s’impenna letteralmente con pendenze che sfiorano il 16%.

Il tracciato, annunciato come uno dei più duri se si prendono in esame le maratone più importanti al mondo che vedono ogni anno i big ai nastri di partenza, attraverserà le principali bellezze di Parigi: dal Louvre ai giardini di Tuileries. Costeggerà a lungo la Senna, virerà a Versailles e passerà sotto la Torre Eiffel prima di concludersi a Les Invalides.

Maratona di Parigi: ma chi è il favorito?

Le difficoltà altimetriche fanno pensare ai runner in grado di domare, nel recente passato, le maratone di Boston e New York, in assoluto “le più collinari” tra le major. Il grande favorito sarebbe stato l’etiope Lemma, vincitore proprio a Boston nella scorsa primavera dopo l’incredibile 2h01’48” fatto a segnare a Valencia in dicembre.

Benson Kipruto alla maratona di Londra.


Ma Sisay ha dato forfait, fermato da un infortunio muscolare, e verrà sostituito da Tamirat Tola: uomo sicuramente pericoloso e capace di 2h04″ sulla distanza, ma che si è ritirato in due (Budapest e Londra) delle ultime tre maratone a cui ha preso parte.

Tutti i fari sono puntati su Eliud Kipchoge, prossimo ai 40 anni e campione in carica da due edizioni. Il terzo titolo olimpico non è mai riuscito a nessuno e questo basta e avanza per collocarlo come uomo di riferimento intenzionato a fare la storia.

Ma il Kenya, alla maratona di Parigi, guarda forse con più attenzione agli altri due componenti della squadra, sicuramente più freschi e forse con più cartucce da sparare. Innanzitutto a Benson Kipruto, leader stagionale grazie al crono di 2h02’16” di Tokyo (con Kipchoge 10°) e curriculum che ha spiccato il volo negli ultimi tre anni con le vittorie in tre major. E poi a Mutiso, che nello squadrone africano ha preso il posto del compianto Kiptum. Mutiso ha vinto a Londra in 2h04’01” ed è finito sempre sul podio negli ultimi due anni che hanno segnato il suo esordio sui 42,195 km, correndo il personale di 2h03’11” a Valencia.

A Londra, in 2h04′, ha corso anche Kenenisa Bekele: per lui tre ori olimpici nel mezzofondo tra Atene 2004 e Pechino 2008 ma prima partecipazione nella maratona (ne ha corse tre negli ultimi nove mesi) con tanta voglia di stupire a 42 anni suonati. Ma in Etiopia, al di là del romanticismo, credono tanto in Deresa Geleta, dominatore in 2h03’26” a Siviglia.

Kenenisa Bekele.


Tanti gli altri atleti capaci di correre sotto le 2h05′ in carriera e tra i papabili vanno menzionati l’ugandese Stephen Kissa e il tanzaniano Gabriel Geay. Tra gli europei, da tenere d’occhio il padrone di casa Amdouni (personale di 2h03’47” realizzato a Siviglia), il tedesco Amanal, il belga Abdi e l’israeliano Teferi, secondo agli ultimi mondiali di Budapest. Tra gli ottanta atleti in gara alla maratona di Parigi, promettono battaglia anche i giapponesi, al via con Osako, Koyama e Akasaki, tutti tra le 2h05′ e 2h06′.

E gli azzurri? Yeman Crippa può fare il colpaccio?

L’Italia schiera Yeman Crippa, fresco di primato nazionale stabilito a Siviglia (2h06’06”) e di titolo europeo nella mezza maratona, poi Eyob Faniel e il veterano Daniele Meucci, scesi quest’anno a 2h’07’ sempre nella maratona andalusa.

Yeman Crippa oro nella mezza maratona.


In una gara tattica e imprevedibile come potrebbe rivelarsi quella di Parigi, Yeman può dire la sua. Ai Giochi si corre per le medaglie e non per il tempo, con Crippa che peraltro potrebbe avere nelle gambe già le 2h05′.

Se riuscirà a stare col gruppo di testa nella parte più impegnativa (non dimentichiamo i trascorsi nella corsa in montagna e le qualità nel cross), Crippa potrà sicuramente fare ricorso ai suoi cambi di ritmo e recitare un ruolo da protagonista nel finale della maratona di Parigi.

Sognare, del resto, non costa nulla. Anche l’impresa di Stefano Baldini ad Atene, ultimo europeo a vincere la maratona olimpica nel 2004, sembrava off-limits.

foto Getty

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